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giovedì 26 aprile 2012

Presto ad Udine intervista di Il Friuli.it








E’ uno dei talenti veri della nuova generazione del pop italiano, e non solo perché è uscito… da un talent show. Vincitore della terza edizione di ‘X-Factor’, terzo classificato a ‘Sanremo’ nel 2010, Marco Mengoni è appena partito con un nuovo tour teatrale, che punta a far conoscere al pubblico il lato più intimista e introspettivo dell’ex ‘Re matto’ e le sue radici musicali ‘black’, come annunciato dalla ‘data zero’ di qualche sera fa nel Teatro di Castelleone (provincia di Cremona). 
Partito giovedì 19 da Milano, il tour dalla popstar nazionale sarà al teatro Giovanni da Udine di Udine venerdì 21 maggio: una data attesa, quella organizzata da Azalea (biglietti ancora disponibili nelle prevendite abituali), perché offrirà un lato ‘nuovo’ di Marco Mengoni, come lo stesso artista ci ha anticipato.
In questo nuovo tour teatrale si annunciano grandi novità: a livello ‘visuale’ o nella scelta della scaletta?
“Veramente più che visuali direi sonore. La musica è padrona sul palco in questo tour teatrale: c’è più quadro e meno cornice...”.
E’ vero che per allestire questo tour sei venuto in Friuli e hai collaborato con Elisa e il suo chitarrista nonché compagno Andrea Rigonat?
“Sì, sono andato a trovarli a Monfalcone e, raccontando un po' le mie visioni musicali di questo momento, loro sono riusciti a tirarmi fuori il lato musicale più intimo, quello soul, quello dell'anima. Così Andrea ha fatto il ‘lavoro sporco’ con me ed è uscito questo spettacolo”.
Dalle prime indiscrezioni, pare che il suono sia marcatamente ‘nero’: alla fine, dunque, il soul e il r&b di scuola Motown sono i tuoi veri amori musicali?
“Beh, io nasco da lì... Diciamo che questo tour è un po' un viaggio alla scoperta delle mie origini vocali...”.
Oltre al materiale dei tuoi album, proporrai qualche cover?
“Te ne dico tre: Queen, Elvis e i Beatles. Però, poiché siamo nel mezzo della globalizzazione, mi sa che hanno già postato i video della data zero. Quindi, per chi volesse rovinarsi la sorpresa…”.
Dopo decenni in cui i nomi di riferimento per la musica italiana erano sempre gli stessi, una nuova sta entrando anche nell’immaginario collettivo.  Ti senti parte del ‘nuovo’ o sei legato in qualche modo al passato?
“No, a me piace assaporare il presente”.
Cos’è stato più importante per la tua evoluzione: il successo Tv, la ‘gavetta’ o gli ascolti personali?
“Restare sempre me stesso, in qualunque contesto mi trovassi o mi trovo tutt'ora. Quello ti fa evolvere: restare coerenti, ma crescere sempre”.
Ma tu consiglieresti a un giovane di andare ai talent show?
“I talent show sono adesso l’equivalente dei talent scout di un tempo. Diciamo che hanno preso un po' il posto delle major, non più interessate ad investire sui giovani se dietro non c'è già un successo televisivo, di immagine. Quindi, perché no? Che tu esca dalla tv oppure no, l'impegno prima e durante è lo stesso”.
C’è una star della musica a cui ti ispiri?
“Non vorrei assomigliare a nessuno, ma diciamo che Michael Jackson e David Bowie sono stati fonte di ispirazione per la mia musica”.
Andrea Ioime

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