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lunedì 9 aprile 2012

La felicità di sentirsi unici


Milano, 3 maggio 2010: dove tutto è cominciato




Arte, cultura, etica, estetica...
Qualche considerazione sul mondo
intimo e affollato che gira attorno
a Marco Mengoni







Marco Mengoni mi ha portato a fare delle considerazioni sull’arte e sulla cultura, per me da sempre imprescindibili dal mio quotidiano, considerazioni che mi hanno portato a chiedermi: chi è “padrone” della cultura? 

Avete presente in “Alice nel paese delle meraviglie” quel personaggio tronfio e presuntuoso che è Coccobello? Ecco, lui mette in versi una storia che resta incomprensibile perché l’autore la racconta con parole sue inventate di sana pianta. Coccobello ha inventato parole, ma non ha prodotto lingua: non ha comunicato. La pura invenzione di una persona che si compiace della propria “creatività” non produce cultura perché non ha nulla da mettere “in comune”. Con Mengoni questo non è successo perché, partendo dal concetto che ognuno di noi è unico, lui ha saputo donarci qualcosa di cui è l’esclusivo autore. Da qui il fatto che di conseguenza, qualsi per proprietà transitiva, ciascuno di noi ha la possibilità di donare agli altri qualcosa di cui è a sua volta esclusivo autore.

Seguendo il percorso artistico del giovane talento, mi sono permessa di pensare che l’arte - e di conseguenza la cultura - non è solo estetica (e quindi doverosa e sacrosanta ricerca e godimento del bello), ma anche e soprattutto etica, intendendo con questa impegnativa parola il riconoscimento e l’affermazione dei rapporti instaurati tra i suoi fans nell'insostituibile unicità di ogni singolo individuo e nel rispetto della dignità di ognuno. Sono convinta che sia proprio questa condivisione a darmi momenti di felicità: mai come in questi momenti mi sento unica, importante. 

A breve arriveranno altri attimi nuovi, unici. Mi mancherà ancora il fiato e la mia anima sarà ancora più stropicciata. “Vivere” Mengoni è un insieme di luoghi, esperienze, luci, suoni, odori e colori attraverso cui ho ritrovato la voglia e la curiosità di andare oltre e di pensare che queste scelte hanno concorso a farmi diventare la persona che sono, nel contesto di una “geografia emozionale” specifica, unica ed irripetibile per ogni individuo. Ho trovato che il suo percorso rafforzi il concetto di etica perché, uscendo dal luogo chiuso della casa, sono entrata nella dimensione del suo spettacolo in una sfera di sapori nuovi, di musicalità ricercate che fanno del tempo e dello spazio un momento magico: sono entrata in condivisione con il “suo mondo” a pieno titolo.

Per me l’interpretazione del termine “cultura” è una tappa significativa nel processo di emancipazione umana: liberare la mia fantasia, esercitare la mia capacità di elaborazione è il miglior investimento che posso fare su me stessa. E, partendo dalla mia individualità tengo anche presente che ci sono altre singole persone che insieme a me compongono una collettività e sono impegnate nella stessa mia ricerca.

Estetica ed etica vanno di pari passo con Marco Mengoni: lui va “visto” perché è bello da vedere, e va “vissuto” per tutto ciò che riesce a trasmettere dal punto di vista artistico e culturale. Continuerà a stupirmi e, come una bambina, continuerò a spalancare la bocca e a sgranare gli occhi di fronte alle novità che saprà regalare e, confesso, non pensavo di poter ricevere così tante emozioni e che lui potesse zuccherarmi così l’anima. 

Di nuovo ripercorrerò lo spazio e il tempo e mi ritroverò sotto il cielo stellato del Sud Africa dove, se allungavo la mano, le stelle erano lì … le potevo raccogliere… e sentendolo cantare le stelle non faranno più rumore ma avrò la certezza che la sua voce avrà la capacità “di far danzare le statue”… 

Caro giovane Artista grazie di questo meraviglioso viaggio. Perché il viaggio è importante quanto l’arrivo: per tutto quello che accadrà e mi accadrà. (nunzia fontana)

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