Ad Three Slide Menu

giovedì 18 dicembre 2014



Parole In Circolo – Making Of
Quattro appuntamenti dedicati da Real Time al prossimo disco di Marco Mengoni


La notizia, così come la leggiamo, ci ha fatto balzare sulla sedia. Perché di solito, per quanto ci ricordiamo, i “making of” vengono sì pubblicati (in forma di video, film, documentari, a volte anche libri), ma sempre dopo l'uscita del disco. Diciamolo: normalmente sono operazioni celebrative legate a un prodotto musicale di grande successo, messi in vendita per continuare a cavalcare l'onda perfetta. 

Marco Mengoni, invece, la pensa diversamente. Anzi, ci sembra che invece di pensare – come fanno tutti – in prima persona singolare (io), l'artista laziale pensi in prima persona plurale, NOI. Così, dopo aver fornito gratuitamente a tutti i suoi fan un nuovo fan club tecnologicamente avanzato, la sua app (gratuita e bellissima!), la casa #DoveNasconoLeIdee come lui stesso l'ha presentata, ecco che sembra volerci far partecipi del suo lavoro, mettendoci a disposizione tutta la fase di lavorazione di un disco che già ci appartiene e che man mano che verranno trasmesse le quattro puntate di questo speciale sarà sempre più NOSTRO

Un Artista trasparente. Perché non c'è trucco né inganno: è tutto a disposizione, gratuitamente, ché Real Time, il canale televisivo che trasmetterà in quattro parti questo Making of, è un canale presente sul digitale terrestre, quindi senza bisogno di abbonamento. 

#SemplicementeNOI è stato un hashtag lanciato dal musicista qualche mese fa. Più trascorrono i giorni, più ne capiamo il senso e più ci accorgiamo di quanto immenso sia il suo modo di farci sentire davvero parte del suo progetto. Un progetto che nasce certo da una esigenza personale, quella di esprimersi in musica, ma che è pensato proprio per chi lo vorrà ascoltare, per chiunque voglia entrare a far parte del suo mondo. 

Un mondo che è fatto di note e che usa tutta la tecnologia più nuova per farci sentire protagonisti, come se fossimo sempre sotto al suo palcoscenico a cantare e ballare e ridere e scherzare insieme con lui. Insieme


Parole In Circolo – Making Of 
su Real Time 
canale 31 del digitale terrestre 
alle 21,05 
domenica 21 e 28 dicembre 2014; 4 e 11 gennaio 2015
read more "Un Making Of che sorprende in anticipo"

lunedì 8 dicembre 2014



Amazon, iTunes, IBS, Feltrinelli, Mondadori, Mediaworld... Marco Mengoni, si potrebbe riassumere, una ne pensa e cento ne fa! E visto che ogni cosa ha un suo posto e un suo perché, proviamo a capire cosa, quando, dove e come. 



Il prossimo 13 gennaio uscirà Parole in Circolo, il nuovo disco di inediti firmato Marco Mengoni, prima parte di un progetto in divenire la cui consistenza comincia ad essere concreta. Marco, infatti, ha pensato bene di diversificare l'offerta della sua musica, mettendo a disposizione dei fan tutta una serie di possibilità e soluzioni così da soddisfare ogni tipo di richiesta, sia per quanto riguarda il formato che per quanto riguarda il prezzo. 

Cominciamo dal più semplice, ovvero iTunes (acquisto con carta di credito/postapay o con iTunes Card). 
Preordinando adesso il cd in formato mp3 (quello che da sempre fornisce la piattaforma musicale apple), al costo di € 8,90 si avrà: 
1) il cd Parole In Circolo virtuale (in formato mp3, appunto); 
2) l'anticipazione di 1 traccia scaricabile già dal 1° gennaio 2015; 
3) al posto della solita track list, un messaggio personalizzato (al posto dei titoli dei singoli brani, un pensiero dell'autore). 

Su IBS.it (acquisto con carta di credito/postapay UPDATE e anche contrassegno ) ci troviamo davanti una doppia soluzione: 
1) il cd fisico Parole In Circolo a € 13,44 (i primi 300 ad effettuare il preorder si vedranno recapitare il cd autografato); 
2) il disco Parole In Circolo in vinile, il 33 giri che suona sul giradischi, al prezzo di € 17,60 

Il ventaglio di opzioni si amplia con Amazon (acquisto con carta di credito/postapay): 
1) il cd fisico Parole In Circolo a € 13,99 
UPDATE > 2) il cd fisico Parole In Circolo + il singolo Guerriero versione picture disc (un 45 giri colorato che suona sul giradischi) al prezzo speciale di € 14,99 fino a esaurimento scorte del picture disc) 
3) il singolo Guerriero versione picture disc a € 13,99 
4) il disco Parole In Circolo in vinile, il 33 giri che suona sul giradischi, al prezzo di € 19,56 

Per quanto riguarda i preordini nei negozi Feltrinelli (cd Parole In Circolo + dvd del singolo Guerriero) e Mediaworld non c'è link da cliccare, ma solo un negozio da raggiungere: effettuando la prenotazione del disco fisico Parole in Circolo, al momento dell'acquisto si riceverà in omaggio un poster. UPDATE > Per Mondadori,invece, oltre che la prenotazione e l'acquisto in negozio, c'è anche la prenotazione on line.

Stay Tuned!


read more "Tutti i modi per preordinare Parole In Circolo"

domenica 30 novembre 2014

di mlml

Giovedì 27 novembre Marco Mengoni ha cantato per la prima volta dal vivo la sua Guerriero, nuovo singolo a quasi due anni dall'Essenziale. Lo ha fatto sul palco dell'ottava edizione di XFactor, trasmissione che lo vide vincitore cinque anni fa. 


Considerando la velocità con la quale oggi si "consuma" musica e quanti nomi e volti passano in continuazione davanti ai fruitori delle numerose piattaforme musicali, cinque anni sono veramente tanti. Eppure, provando a fare mente locale su quello che quei nomi, quei visi, quelle voci e quei corpi ci offrono – la musica – è difficile distinguere un pezzo dall'altro, o ricordarne più di due o tre. 

L'originalità – ci dicono – ormai sta da un'altra parte, nel circuito "indie" o nei jazz clubs, nei festival di nicchia, e mai e poi mai potrà brillare nell'ambito di un talent show.

Come sempre, l'arte se ne infischia delle targhette messe lì per vendere il divertimento o l'emozione un tanto al chilo, e si manifesta attraverso chi ha il coraggio di farne il senso del proprio percorso. 

Nella performance di Mengoni tutto è stato pensato e realizzato con grandissima attenzione. È stato tutto fuorché "il famoso" che va lì a sciorinare il suo prodotto. È stato stupore e meraviglia fin da quando – mentre sullo sfondo scorrevano le immagini del video di cui Marco stesso è coregista – invece del cantante è salito sul palco il piccolo Matteo Valentini (suo alter-ego bambino nel filmato), così piccolo che il microfono, al confronto gigantesco, avrebbe potuto togliere il piacere dell'effetto play-back sulla voce del protagonista: ma il pubblico ha visto i suoi occhi, la sua interpretazione, l'innocenza di quello sguardo su parole forti di solitudine e predoni

Nella registrazione dello show si possono sentire le espressioni di stupore del pubblico e dei giudici mentre scorre tutta la prima strofa del pezzo, voci che vengono presto sommerse dagli applausi quando, all'inizio della seconda, appare Marco a fianco del suo giovanissimo partner. Si avverte come un sospiro di gioia generale e l'intera XFactor Arena è incantata. Sono passati 42 secondi.

Mengoni canta con quel concentrato di incredibile calma, forza e delicatezza che sono gli ingredienti principali del brano e tutto il pubblico (dal vivo e da casa) in un angolino della mente si chiede: "Cosa farà adesso? Che farà il bambino? Che s'inventa?". 
Marco non fa assolutamente niente, o meglio, non fa niente che possa distrarre dall'ascolto del bellissimo testo che sta interpretando (di cui è autore, così come sue sono le strip del fumetto da cui prende vita il Guerriero nel video); non fa altro per un minuto intero, ovvero fino alla fine dell'inciso. All'inizio della seconda strofa i due iniziano a venire in avanti, camminando fianco a fianco, senza guardarsi, come le due immagini parallele di uno specchio in due momenti diversi della vita. Siamo al momento centrale: Marco e Matteo si fermano di nuovo, i piedi ben piantati a terra con una determinazione assoluta. La frase Per te io mi rialzerò è la chiave di volta dell'azione e della narrazione, e l'Autore vuole focalizzare su di essa la massima attenzione di tutti. 

All'attacco della terza strofa, l'attesa per "qualcosa" prende di nuovo il sopravvento, ma sembra che l'artista voglia continuare a cantare lì dove si trova. Ed è proprio l'attesa di quel "qualcosa" che genera quell'atmosfera di magia che fa sbocciare il secondo inciso, quando sulle parole Amore mio grande, amore che mi credi si accedono tre fumogeni coi colori fondamentali scelti dall'artista come suo nuovo segno distintivo: giallo-blu-rosso. L'applauso scroscia spontaneo e forte, mentre Marco arriva al termine del cantato sulle parole Io sono il tuo Guerriero. Accordo. Pausa. 

Il pubblico continua ad applaudire entusiasticamente, Matteo e Marco stanno ancora fermi come le rocce citate nel testo. "Perché Marco non sorride? Perché non ringrazia? Perché ancora questa grande serietà?". Chi ha sentito il brano (e non nella versione radiofonica, purtroppo quasi sempre tagliata ) sa che ora c'è qualcosa che nella musica classica si chiama “cadenza ad inganno”, cioè un falso finale con una pausa prolungata per ottenere ancora maggiore effetto alla fine del brano. 

E mentre scorrono gli ultimi, bellissimi 50 secondi di musica (sapete, proprio quella cosa che si ascolta ad occhi chiusi ché sembra di volare ) i due protagonisti si portano ancora più avanti sul palco. Dall'alto una pioggia vera scende a bagnarli. Il pubblico è estasiato, ma ancora incredulo: "Sarà acqua vera? Sarà un effetto?". Il fiato è ancora sospeso fino a che, col termine del brano, tornano le luci in sala, Marco e Matteo sembrano reduci da un temporale improvviso, e il pubblico è tutto in piedi. Tutto questo - l'artista e il suo doppio-bambino, l'arrivo del Guerriero, la vicinanza eppure la distanza tra i due, il senso di calore nella voce di Marco, le avversità della vita simboleggiate dalla pioggia, i colori come speranza e forza - tutto questo in 4 minuti e 42 secondi

Era da molto, moltissimo tempo che in Italia non si pensava, non si respirava in grande come fa Marco Mengoni, che sa esprimere tutto se stesso in pochi minuti di pura arte

Stay tuned! 

read more "Quando in scena sale l'X Factor in persona"

mercoledì 26 novembre 2014

di mlml

Ascoltare la voce di Marco Mengoni in un nuovo inedito è come assaggiare una bottiglia di nuova produzione di una pluripremiata azienda vinicola. La curiosità è mista al desiderio di assorbirne tutto il profumo e il sapore, e non si riesce a moderare l'impulso di “mandarlo giù” tutto in una volta.
Così, appena inizia l'ascolto del nuovo singolo Guerriero, ci si trova immediatamente presi da una storia fortissima che, snodandosi parallelamente tra realtà e fantasia, non lascia un attimo di respiro. Va solo ascoltata, vissuta, fatta propria. E lo diventa sempre di più ad ogni ascolto.



Come ogni vera novità, non rientra facilmente in schemi prefissati, sfuggendo in perfetto stile mengoniano a facili etichettature. Più che una ballad è una vera e propria ballata, cioè una composizione che racconta le avventure di un eroe con strofe narrative e un ritornello che focalizza il senso della vicenda. Il Guerriero si presenta con un'immagine che più classica non si può: la spada sguainata verso il cielo in un giuramento cavalleresco di protezione dei deboli contro qualsiasi nemico, fosse anche il più agguerrito e forte che esista. 

Ma che non si tratti di fiaba in quello stile gothic-fantasy ora tanto di moda viene spiegato subito dal bellissimo testo: il Guerriero rappresenta la forza interiore, il coraggio di affrontare una realtà spesso incomprensibile, la capacità di rialzarsi dopo una caduta, il trovare se stessi attraverso il confronto con gli altri. 

Ma come è riuscito l'artista a rendere questa complessa alchimia tra spirito cavalleresco e mondo di oggi, tra la città moderna e il regno da attraversare, e a rendere tutti noi protagonisti di questa avventura universale? Con una scelta – ancora una volta – antica e modernissima: è la voce narrante che, pur usando la prima persona, quindi identificandosi nel guerriero, rimane però in qualche modo al di sopra della narrazione, come se tutto fosse già successo. Una voce molto decisa, sicura, ma mai portata agli eccessi. Esprime la profonda calma interiore di chi sa usare la forza solo quando è necessario e non ha bisogno di dimostrare nulla

Infatti Marco tiene, per così dire, il "leone al guinzaglio" mantenendo il suo canto narrativo all'interno di una sola ottava, dal mi centrale al suo omologo nell'ottava più grave, cioè nella tonalità del parlato. Una scelta in controtendenza per chi si aspettava, in questo primo singolo dopo due anni, il ritorno del Mengoni “pirotecnico” e “funambolico”: una scelta precisa che mette al centro il contenuto della vicenda cantata la storia e il suo significato che nel bellissimo video – sarebbe meglio definirlo cortometraggio, codiretto da Mengoni stesso insieme a Cosimo Alemà – assume il suo senso più profondo. 

Eppure Guerriero è un brano estremamente evocativo, che suscita immagini dall'orizzonte infinito, che parla di mari e di alture, di regni e di luci accese nell'oscurità... come riesce a farci “respirare” tutto questo con una melodia che rientra in una sola ottava? Con la magia del suono, anzi delle centinaia di suoni diversi che Marco ha trovato necessari, come i colori sulla tavolozza di un pittore: cori che spalancano ventagli di sfumature su una nota, archi e tastiere che volano via come gabbiani, colpi di percussioni come galoppo di cavalli o il passo felpato che ti segue nell'ombra, la sorpresa delle chitarre e il basso che in tutto questo mantiene l'incedere del guerriero che forse cade, ma non fugge mai. 

Un lavoro straordinario, precisissimo, in cui sembra di vedere un Mengoni che con le cuffie mixa un suono vicino a un altro Mengoni che, con la matita, delinea un chiaroscuro proprio mentre è volontà del primo di ritrovare le infinite sfumature che il secondo traccia su un foglio. 

Guerriero è un brano che all'ascolto non riempie solo le orecchie, ma coinvolge gli occhi, il respiro, il passo. Colora le pareti delle stanze, vola al di sopra del tempo e con il suono ci fa sentire odori, rumori, attese, pause, inquietudine e gioia. 

È un percorso che possiamo riprendere in qualunque momento perché la circolarità del testo - che inizia e termina con un giuramento - e quella della melodia (che, come il segno grafico dell'infinito, parte dal mi più alto, s'intreccia in movimento rotatorio rispetto alla nota centrale, e si chiude nel mi più basso) dà alla composizione un magnetismo straordinario

Questo è il nuovo singolo di Marco Mengoni, un disegno fatto di note, un arazzo di effetti e di sonorità. E se conosciamo un po' l'artista di Ronciglione sappiamo che tutto il suo nuovo lavoro sarà vario e sorprendente, ricco di suggestioni diverse, intenso, divertente e sempre accuratissimo nella scelta dei suoni. 

Avremo un'ottima annata.            
read more "Quel milione di suoni in GUERRIERO "

sabato 22 novembre 2014



Sapevamo tutti che sarebbe stato qualcosa di molto bello. Ma il ritorno di Marco Mengoni ha superato ogni aspettativa. Perché non era proprio possibile immaginare tanto, così tanto che per trovare qualcosa di simile in tutta la storia della musica italiana siamo riusciti a individuare solo un altro paio di nomi... 


Ebbene sì, siamo senza parole. Ammirati, stupiti, conquistati. Dalla canzone, dal suo testo e dalla sua musica, ma anche dal progetto, dall'intero disegno che ci sembra di scorgere dietro quei tre pallini colorati che "firmano" il ritorno di Marco Mengoni sulle scene. 

Un ritorno che sembra portare la musica italiana molti passi più avanti, ché non si tratta solo di sfornare un cd ben fatto, bensì quello di allargare il significato stesso del concetto "artista", cosa fino ad ora riuscita solo a due mostri sacri come Celentano e Renato Zero. Solo loro, e nessun altro, ci sembra siano riusciti a spaziare con la loro musica anche nel mondo dell'immagine, intesa non come foto patinata da rivista di alta moda, ma come arte: tutti si ricorderanno la copertina di Yuppi-Du di Celentano e del progetto a questo legato, e tutti avranno bene in mente l'idea di spettacolo che Renato Zero ha portato in ogni suo live. 

Ecco, i tempi sono cambiati, le tecnologie si prestano alla creatività degli artisti a tutto tondo e Marco Mengoni ne attinge a piene mani, facendo quello che qui in Italia ancora nessuno ha provato a fare. Mengoni ha portato il movimento nella musica, l'avanzamento, il passo "più in là" che potrebbe sdoganare in modo definito la nostra musica a livello internazionale. 

Movimento. Movimento a partire dalla app - con il suo flusso dall'artista al fan ma anche dal fan all'artista - e ora con Guerriero, singolo che annuncia il nuovo lavoro in uscita il prossimo gennaio. 

Cominciamo dalla canzone, strutturata su un insolito ma elengatissimo tempo 2/4, un tempo che è l'incedere, che è l'avanzare sicuro e forte che si sublima su un tessuto sonoro ricchissimo. Una canzone che sembra epica, quasi eroica proprio per questo suo ritmo netto e costante, ma che è soprattutto una ballad elegantissima nella sua elettronica di misura perfetta, con tutti i suoi volumi (proprio quelli dell'audio) precisi al centesimo di decibel. La grande forza della canzone sta proprio in questo magnifico equilibrio dei suoni, che sia un pianoforte o che sia una sezione di fiati, su cui la voce dell'artista dipinge mille sfumature che diventano racconto in sé: il modo di cantare la parola "forza" con sicurezza, oppure quello di aprirsi come un orizzonte sulla frase "da Occidente a Oriente", per una voce narrante che resta un passo indietro rispetto alla scena costruita con i suoni (pioggia, marcia, corsa, abbracci, energia, amore), voce che alla fine del brano sentiamo come provenire da noi stessi, annullando ogni possibile distanza, adesso trasformata in cambiamento personale di chi l'ha ascoltata. E questa è una cosa che accade molto più che raramente. 

Il testo è diretto, costruito con parole semplici che hanno 1 significato e uno solo. Non c'è possibilità di equivoco, il testo vuol dire proprio quello che si sente, così preciso nelle sue frasi brevi ed efficaci. Così tanto che sembrano scritte per le nuvolette di una graphic novel di classe: "ti terrò per mano per scaldarti sempre", solo per fare un esempio, è lì, su due mani che si stringono e che ci fanno sentire una guida sicura, forte, proprio fisicamente, come quasi fisicamente ci sentiamo ricchi di grande energia quando le parole tacciono e si apre un volo di suoni che sembra scritto sopra il the end finale. 

Una grafic novel 3.0, possiamo dire, ché il tutto è legato a un video dalla fattura preziosa, con lampi di rosso e blu stile interferenze di videogioco, e proprio sui colori giocato: come per passaggi a livelli successivi, dal blu della vita reale (un rudere di periferia, la sciocca cattiveria di un paio di bulli, i litigi in famiglia) al rosso del senso di sconfitta che pesa come un macigno (un ombrello che impedisce di vedere lo spazio tutto attorno), fino al giallo dell'energia che appare quando il Guerriero prende corpo. 

Una graphic novel che Mengoni stesso ha realizzato per questo singolo, creando il personaggio di Tsuki Deshu, così come è sempre l'artista che firma il soggetto del video - di cui è anche co-regista - e il testo e le musiche - insieme con Fortunato Zampaglione - e probabilmente anche l'arrangiamento (aspettiamo con molta curiosità il cd anche per leggere i crediti nel booklet). 

Musica e immagine, per una canzone immaginifica che pianta le sue radici dentro il cuore di chi l'ascolta, riuscendo a infondere una forza che sta a metà tra il sogno e la realtà ma che certo ci conquista, restituendo alla musica la sua virtù fondamentale di "elevazione": niente come la musica ci arricchisce spiritualmente, niente come la musica allarga gli orizzonti della nostra - possibile - conoscenza. 

E questa canzone appartiene di diritto a questa categoria di eccellenza.

Stay tuned!

 
read more "Guerriero, una nuova frontiera per la musica italiana"

martedì 11 novembre 2014



Ci siamo! Ormai mancano così pochi giorni che... Che è meglio fare un piccolo riassunto e prepararsi al meglio per quanto sta per accedere: Marco Mengoni è tornato! 


Lo scorso 9 novembre, in barba a quelle che sono le regole non scritte dello showbiz (ma alle quali tutti si attengono strettamente), Marco Mengoni ha scelto di presentare il suo nuovo singolo non a un gruppo di giornalisti – come si fa di solito – bensì a un gruppo di 100 fan estratti a sorte. Figuriamoci se è mancato il “gruppo accoglienza”, fan provenienti da tutta Italia che, pur non essendo stati sorteggiati, hanno sfidato l'italico maltempo per far sentire tutto il loro affetto all'artista. Sì, è vero, il luogo dell'evento era “segreto” ma... non ci si può nascondere a una fanbase che si chiama Esercito
Sottolineamo il coraggio di questa scelta: presentare il nuovo singolo ai fan invece che alla stampa e alla critica è una scelta ardita, dettata – non potrebbe essere altrimenti – da quel legame fortissimo che Mengoni nutre ogni giorno con chi lo segue, con chi ne condivide musica e scelte, un legame affettivo che diventa concreto nelle parole del cantautore che, chiacchierando con una fan, dice «sì, l'ho scritto io, l'ho scritto pensando a voi»: il riferimento è a Guerriero, il singolo che i 100 fortunati hanno avuto il bene di ascoltare in anteprima. 

Parlando di Guerriero, ecco che siamo al 12 novembre (“domani” nel momento in cui scriviamo), giorno in cui si potrà effettuare il pre-order del brano su iTunes. Che è una cosa importante, importante per la comunicazione fan-artista. È il preorder che dà all'artista il primo segnale diretto dell'affetto, della stima e sì, ovvio, della fiducia che i suoi fan hanno per lui. È come leggere il livello della batteria del proprio cellulare: se la spia sta sul verde, conteggiando tantissimi pre-order, allora vuol dire che la fanbase già acquisita c'è. In questo caso, vuol dire che l'Esercito è già sul piazzale, in attesa di un solo cenno per scoppiare nel suo più fragoroso applauso. 
Senza contare che il pre-order conta tanto quanto una vendita fatta e finita, con tanto di contabilità ai fini dei premi (oro a 15000 preorder, platino a 30000) e anche con ingresso nelle classifiche dei singoli più venduti. 

Segnali, questi del preorder, che Mengoni potrebbe anche usare il prossimo 20 novembre, quando, invitato dall'Università Statale di Milano, parlerà agli studenti nel corso dell'incontro sul tema Dal disco alla playlist. Come sta cambiando la musica e la sua fruizione nell’era digitale. L'evento sarà moderato da Federico Boni, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, e avrà come ospite anche Andrea Rosi, presidente di Sony Music Italia.

Oltre agli studenti, potranno partecipare anche 100 vincitori del concorso bandito dal Corriere della Sera, partner in questo caso dell'Università. Il concorso chiude il 13 novembre: trovate qui la presentazione di #MengoniAllaStatale e qui il regolamento. Insomma, commentate, domandate e poi incrociate le dita! 

Noi, intanto, accendiamo un nuovo countdown: dopo quello che ci dice quanto manca al 7 maggio, prima data del #MengoniLive2015, possiamo iniziare a segnare -9 (contando da oggi 11 novembre) al 21 novembre, quando finalmente verrà rilasciato il nuovo singolo, GUERRIERO

È da qui che tutto (ri)comincerà per davvero. E noi non stiamo più nella pelle!!!

Stay Tuned!

read more "Torna, come un Guerriero!"

venerdì 31 ottobre 2014


Non siamo tutti "tecnologicamente avanzati", è vero. 
Noi per primi abbiamo spesso bisogno di tutorial per capire come muoverci in questo universo di app, aggiornamenti e cose "mobile" varie. Per questo abbiamo pensato che forse può essere utile scrivere nel dettaglio quali passi compiere per aggiornare una app, ad esempio quella di Marco Mengoni

A - Cominciamo con l'aggiornamento per android, per gli smartphone tipo samsung, per intenderci: 

I passaggi quindi sono: 
1 - cliccare su applicazioni
2 - cliccare su Play Store
3 - cliccare sulle 3 lineette in alto a sinistra;
4 - scegliere le mie app;
5 - vista la app nell'elenco, cliccare su aggiornamento;
6 - cliccare su aggiorna

(se non avete ancora installato l'app, cliccate su https://play.google.com/store/apps/details?id=com.develon.marcomengoni).

B - Adesso vediamo come procedere con l'aggiornamento per gli iPhone o Tablet iOs, quelli della apple: 

I passaggi quindi sono solo 3 e sono: 
1 - cliccare su applicazioni;
2 - cliccare su aggiornamenti in basso a destra;
3 - vista la app nell'elenco, cliccare su aggiornamento.

(se non avete ancora installato l'app, cliccate su https://itunes.apple.com/it/app/marcomengoni/id918990492?mt=8).

Una volta fatti tutti i passaggi e installato l'aggiornamento, nella stanza Exclusive della Marco Mengoni App che avrete sul vostro dispositivo mobile apparirà questa schermata:


A questo punto non possiamo fare altro che restare in attesa di #quellochesarà.

Stay Tuned!

read more "Come aggiornare la app ufficiale"

mercoledì 22 ottobre 2014

Ci sarà un Primo Tempo a gennaio, e poi ci sarà anche un Secondo Tempo. E forse ancora di più, perché leggendo quanto Marco Mengoni ha anticipato ai suoi fan c'è solo da restare a bocca aperta! 


Ah sì, queste sono davvero #solocosebelle! A cominciare dal fatto che la notizia, la prima vera notizia sull'uscita del nuovo album, Marco Mengoni l'ha data in esclusiva ai suoi fan. Un messaggio arrivato tramite app, e subito rimbalzato su facebook e twitter con la possibile visualizzazione su pc (nessuno è escluso dalla Casa di Marco Mengoni!), che racconta senza fronzoli quello che l'artista ha pensato, perché e come. 

«Quello che sarà ancora non lo so per certo. Però voglio dirvi (non potrei, ma chissenefrega delle "regole della discografia") che sarà un unico progetto in due grandi tempi. Un cammino in progress, per proseguire insieme, appunto. [...]». 

Ecco, questo è Marco Mengoni, che non finge la sicurezza di mille pop-star di plastica, che non ha la certezza di “io sì che lo so!”, ma che non nasconde a nessuno quello che è il tratto comune a tutti i veri artisti: la certezza che niente sia certo, che tutto sia in divenire, ché l'arte è comunicazione di sentimenti profondi, e quindi è una comunicazione in evoluzione, in crescita, un oceano liquido che si sposta con le maree a ogni cambio di luna... 

E ancora una volta, i suoi fan prima di tutto. Prima degli obblighi discografici, prima della noblesse obblige imposta da uffici stampa e consuetudini ormai avvizzite in ragnatele secolari. Ecco Marco Mengoni, un giovane artista che è il nuovo anche qui, nelle forme di comunicazione, e non solo nelle forme del lavoro che si preannuncia davvero impensabile, perché un progetto in due tempi vuol dire tante cose, a cominciare da quelle che Marco stesso spiega:

«I brani hanno sempre una vita propria al di là del supporto che li contiene, sono ovunque e in ogni momento. Un album, oggi più che mai, assomiglia ad una playlist di situazioni, una sequenza di canzoni che abbiamo la fortuna di modellare e continuare a far crescere. Sono tutte importanti, perché rappresentative di esistenza e quindi di appartenenza. Ad un "oggi" comune, che continua a scorrere.[...]» 

Bene, se volevamo un riassunto di cosa è la Musica, ora ce l'abbiamo, e non abbiamo bisogno di aggiungere altro. Ogni canzone è “quel” momento vissuto, e sappiamo come ad ogni interpretazione del Nostro – come di qualunque altro Artista con la maiuscola - quel momento ritorni puro e brillante, proprio com'era eppure più ricco di tutto quello che è stato da quando lo abbiamo sentito per la prima volta fino al nuovo ascolto hic et nunc

Ed è proprio da questa sua importantissima condivisione di cosa sia per lui la Musica (un'affermazione coraggiosa perché gli cuce addosso un abito che è quello e non potrà essere diverso) che possiamo lanciarci in quello che pensiamo possa essere il progetto intero, un progetto di cui – prima di adesso – non ricordiamo altri esempi. 

La Musica è viva in chi ce l'ha per predisposizione naturale; cresce, sboccia, mette foglie e radici e nuovi boccioli come il più bello dei rampicanti. Seminata nel dna, si avviluppa allo stomaco, alla mente, al cuore e dà il ritmo alla nostra vita, regalandoci un orizzonte molto più ampio, come se ci regalasse una vista “sensibile” di almeno cento decimi (al posto dei canonici dieci!). Quindi, tutto quello che è stato fino ad oggi, domani sarà un po' diverso perché la Musica è cresciuta di un giorno, si è arricchita di un giorno in più di esperienze, di sensazioni, di gioie e di paure. È cresciuta una nuova foglia o forse il bocciolo si è schiuso - in un giorno possono capitare tante cose - ed è per questo che è previsto un Secondo Tempo, in cui arriveranno tutte quelle cose che nel frattempo sono nate, sono cresciute, sono sbocciate. Che poi siano nuove musiche, nuove versioni o addiruttura nuove canzoni... sarà comunque il nuovo

Un progetto bellissimo, un viaggio che potremo fare nel suo mondo, partecipando con lui a questa fase di crescita, ché tante sono le emozioni che ad un artista arrivano dal pubblico... 

«[...] Ero in cerca di un modo per soddisfare il mio bisogno di condivisione, di live, di fisico con la necessità di vivere e di scrivere. Chiudere un album in un luogo e in un tempo mi sembrava soffocasse questo flusso continuo che non deve smettere di scorrere, in una costante sana incoscienza. [...]» 

Condivisione, bisogno di contatto fisico (con il pubblico), bisogno di live. L'artista è esattamente questo: un catalizzatore di emozioni che non ha e non può avere un “esilio”, un “eremitaggio”. E Marco Mengoni, nonostante parli di una sana incoscienza, ci sembra incredibilmente cosciente di questo suo essere “in balia delle emozioni”, e la schiettezza con cui ce ne parla ci racconta di tutto il suo coraggio, di tutta la sua gioia, della sua voglia di spingersi un po' più in là, di restare in mezzo ai suoi fan esattamente com'è per davvero, perché solo così il flusso continuo non smetterà di scorrere. 

Tutto questo, oltre che nuovo, ci sembra straordinariamente bello. Tutto passa attraverso la sua pelle, attraverso la sua sensibilità artistica. Tutto. Senza lasciar fuori niente. E persino a qualunque costo, visto che un progetto annunciato in due tempi (di cui solo uno è fatto) deve avere poi per certo un secondo tempo. No ai progetti discografici studiati a tavolino con la “hit” costruita al computer; no alle canzoni che seguono la moda, no alla musica di plastica che dura il tempo di una classifica. 

#quellochesarà sarà emozione, sarà verità, sarà vissuto-per-davvero. 
#quellochesarà sarà la più onesta forma d'arte musicale che ricordiamo da 40 anni a questa parte, e solo perché prima non c'eravamo.

Stay tuned!
 
read more "#quellochesarà a gennaio"

sabato 18 ottobre 2014

Tutto è (ri)cominciato il 14 settembre, quando sulla pagina facebook di Marco Mengoni è apparso l'inizio del countdown che si è trasformato, in capo a otto giorni, in una prima tappa di avvicinamento a quello che verrà. E da oltre un mese l'artista non smette di sorprendere tutto l'Esercito - e non solo - con i suoi messaggi criptici e entusiasmanti. 



Sì, possiamo dirlo: ci siamo quasi!
Dopo il tweet del suo ufficio stampa, dopo la condivisione del suo produttore, dopo il tweet della sua manager, ci sembra abbastanza chiaro che forse adesso manca davvero poco. E a confonderci le idee non c'è solo l'agitazione sollecitata in modo così meravigliosamente perfido dallo staff del musicista, ma ci si mette anche Mengoni in prima persona che sulla sua app scrive #quellochenonsarà

Non sarà UN album, prima voce delle 9 in elenco, la mettiamo insieme all'ottava Non sarà di un'unica forma e alla terza Non arriverà dalla stessa parte: la nostra immaginazione galoppa a briglia sciolta, ed è solo la nostra (ebbene sì) superstizione a tenere a bada i voli più arditi. Ma certo tutto quello che pensiamo sono #solocosebelle!

Il quarto suggerimento Non avrà un colore solo potrebbe legarsi a quel Non sarà di un'unica forma, oppure al settimo Non avrà quel suono e al quinto Non andrà in quella direzione: bè, noi lo abbiamo sempre saputo che Marco non è (non è mai stato) solo quello che abbiamo ascoltato in questi anni. Sappiamo, sentiamo che c'è molto ma molto di più, sentiamo - e lo abbiamo sempre percepito - che il suo istinto musicale lo porta ad essere molti passi avanti rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare da un giovane musicista, che per di più è arrivato al centro della scena da un bistrattato (perché, poi, non lo abbiamo mai capito) talent show. Mengoni ci ha sempre fatto sentire il nuovo, anche se travestito da atmosfere pop frizzanti e divertenti.

Sì, il divertimento pensiamo possa essere un punto fermo, e se c'è qualcosa di artisticamente alto nella musica - come in tutta l'arte che si possa immaginare - è proprio questo, riuscire a far divertire il pubblico in modo semplice, onesto, brillante. Ci aspettiamo qualcosa di bello, emozionante, divertente e nuovo. Così nuovo da farci arrivare al punto nove. 

Non sarà facile. Qui ci siamo alzati dalla sedia. Abbiamo proprio fatto un salto. Di gioia. Perché la musica, come tutta l'arte, deve aiutarci a farci compiere quel passo in più che da soli non sapremmo fare. Non sarà facile, ovvero non sarà "solito", non sarà "già sentito". E non è mai "facile" portare nuove cose, nuove idee, nuovi suoni all'interno di un mondo che ama solo quello che riconosce, che non impegna, che culla senza sobbalzi. Questo Non sarà facile ci fa stringere ancora più forte accanto al nostro artista preferito. Perché ci vuole coraggio (in un mondo che il coraggio lo guarda con sospetto), perché ci vuole passione (in un mondo che tiene le lacrime in tasca sempre pronte all'uso), perché ci vuole forza artistica (in un mondo che la scambia per capacità di scrivere rime zeppe di parolacce e violenza), perché ci vuole vero talento. E cosa sia diventato il talento in questo mondo purtroppo lo ascoltiamo tutti i giorni in melodie scritte con il computer, programmato con algoritmi che sfornino accordi atti a captare l'attenzione degli ascoltatori ogni tot secondi. 

Con i brividi sulla pelle leggiamo il secondo suggerimento: Non tarderà ancora molto. E per ingannare il tempo restante ci lanciamo a risolvere quel sesto Non sarà UN numero e nemmeno una parola: qui c'è il titolo dell'album, ma è scritto in "mengoniano" e noi non possiamo fare altro che provare a tradurlo!

Eppure non posso già farne a meno_ conclude Marco. E noi gli facciamo eco, perché se è vero che sappiamo #quellochenonsarà, il nostro cuore, la nostra mente, il nostro fiuto ci dice chiaramente anche quello che sarà. 
SaràUnaFigataPazzesca

Stay tuned!

 
read more "Sta tornando!"

giovedì 25 settembre 2014



C'abbiamo pensato e ripensato, ma una traduzione migliore del nostro giudizio sulla app di Marco Mengoni non l'abbiamo trovata, per cui... 

È una figata pazzesca!!! 


Dopo l'immagine profilo dell'app, la foto del menu, tre screenshot e la riproduzione del simbolo grafico
che dà l'indicazione del movimento possibile sull'app


Dopo una settimana di corse da un social all'altro e di ipotesi – tutte molto fantasiose ma nessuna tanto azzardata – e persino con un giorno d'anticipo sul countdown, Marco Mengoni ha aperto il download della sua “casa”, lì #dovenasconoleidee

Una casa virtuale, aperta a tutti perché totalmente gratuita, da cui si può accedere sia via itunes che via android, costruita con i materiali tecnologici più avanzati che ci siano in giro e arredata con un gusto grafico davvero spettacolare! 

Andiamo con ordine e cominciamo proprio dall'arredo: la grafica. 
Scelti per le immagini i colori più giusti in assoluto, giallo – blu – rosso, e messi a contrasto con un elegantissimo bianco&nero, i dettagli colorati sembrano balzare fuori dallo schermo, come fossero dei portali liquidi dentro cui guardare qualcosa che realmente vive dall'altra parte. Poi, la semplicità (ah, chissà quanto c'hanno pensato prima di arrivare a questa soluzione “semplice”!) di due cerchi di diverse dimensioni che, posti uno sull'altro, danno il verso allo scroll, ovvero al movimento che bisogna dare allo schermo sfiorandolo con le dita. 

Questo è uno di quei dettagli tecnici che più ci è piaciuto: il movimento. L'app, grazie a chissà quali robe tecno-avanzate, è in continuo movimento. Si scrolla verso il basso e verso l'alto, va a destra e a sinistra, e basta bussare con un tap su un qualunque pezzo di schermo che si entra nella stanza di riferimento. Insomma, basta bussare e la porta viene aperta. 

Il movimento è davvero la particolarità di questa “casa”, che non solo si muove dall'artista verso i fan, ma anche al contrario: i fan, infatti, possono votare ogni singolo post o commento con il classico sistema dei pollici (pollice in giù rosso per “non mi piace” e pollice in su blu per “mi piace”), così da comunicare in tempo reale con il padrone di casa. Si possono votare i suoi post, ma addirittura anche tutti i commenti altrui grazie al fatto che nell'app vengono pubblicati in tempo reale tutti i tweet, tutti i post su facebook e tutte le foto su instagram che contengano l'hashtag selezionato da Mengoni: in questo momento il musicista segue #Mengonilive2015 e #8suoniper3colori, certo gli argomenti più felicemente scottanti di questi giorni. I due argomenti, in più, non stanno insieme in un unico guazzabuglio di tweet-immagini-post. Per ciascuno è riservata come una libreria nella stanza della Community, così da poter leggere tutto quello che succede in modo organizzato. 

C'è la stanza Tour, dove si comprano i biglietti per le attesissime otto date live del musicista targate 2015 (e se questi sono gli #8suoni, cosa saranno i #3colori?), e c'è la stanza Updates, ovvero quel posto in cui leggere tutte le comunicazioni ufficiali che riguardano Marco, i cui post scritti “di persona personalmente” stanno invece in un altro posto. Dove? Nella Community, lì, in una libreria a lui dedicata, a ribadire ancora una volta quanto lui desideri condividere tutto il condivisibile INSIEME con i suoi fan. 

C'è il pannello per accedere direttamente dalla app alle comunicazioni ufficiali su facebook, twitter, instagram e vevo (quest'ultimo è il canale primario su cui l'artista apre al pubblico i suoi video), e ci sono altre due stanze che, però, risultano ancora chiuse: Life e Exclusive. Forse serve ancora un po' di tempo per arredarle – come se non avessero ancora consegnato il mobilio e le tappezzerie... o la musica! – ma scommettiamo che saranno in futuro tra le più affollate. 

Solo 2 dettagli tecnici: l'app funziona con i sistemi operativi dal 4.0 di android e dal 7.1 di iOs (apple). Questa “casa” è stata pensata e fatta per i #nuovifuturi, utilizzando tutto il meglio che c'è oggi a disposizione per poter offrire tutto il meglio a un esercito di appassionati. 

Appassionati, sì, ma anche molto attenti. Per questo abbiamo fatto un giro su altre app e, con tutta onestà, dobbiamo ammettere che non siamo stati capaci di trovare un'altra app che possa essere paragonata a questa per innovazione e per filosofia: in quelle da noi visitate, lo scambio di idee tra artista e fan non è pensato, non è possibile. Ed è questo movimento, oltre alla grafica elegantissima e alla qualità straordinaria delle immagini, che ci ha fatto esclamare: che figata pazzesca!!!

Stay tuned!

 
read more "La app, una "figata pazzesca"!"

domenica 21 settembre 2014



E se fosse “facile”? E se non ci fosse proprio niente da indovinare? E se tutto quello che c'era da dire è stato detto chiaramente?


Da una settimana i fan di Marco Mengoni volano da un social all'altro seguendo le parole che l'artista scrive ora qui, ora là cercando di coglierne un significato nascosto, quasi fossero indizi, indovinelli. E se non lo fossero? E se i suoi messaggi fossero chiari e limpidi, e proprio per questo avessero sortito l'effetto contrario, ché niente è meglio “nascosto” di quanto viene tenuto in bella mostra?

Noi abbiamo seguito la via più semplice, e il doppio mosaico che ne è venuto fuori ci ha resituito precisamente #8suoni:

1 – il suono del silenzio
(Quando senti il silenzio. E sai che devi riempirlo perché è così forte il suo rumore che non riesci a sopportarlo. Chiuso dentro questa stanza. Poca luce... Flash di colore. Odore di chiuso. I pensieri si accavallano. Silenzio_)

2 – il suono del vento
(Vorrei restare qui dentro. Se potessi chiuderci i pensieri e lasciarli sedimentare un po’. Sbatte di continuo che sembra mi faccia compagnia. Questo chiudersi e riaprirsi a tempo di vento... Quasi suggerendomi la ritmica giusta. Esco_)

3 – il suono (il ritmo) delle cose
(Tengo il tempo fuori tempo massimo. Il ritmo delle cose.)

4 – il suono del pianoforte
(Non penso questo suono possa mai staccarsi da me... È come fosse un prolungamento delle braccia, una connessione wifi costante. Le dita che toccano i tasti freddi. Quasi impersonali. Eppure io sento il caldo quando suono...)

5 – il suono di una matita su un foglio di carta
(Striscia e incespica. Incerta per la ruvidezza. Quasi faccio fatica a ripassarne il tratto. Poi ci riesco e ascolto solo questo. Una matita su cartoncino può regalare un bel viaggio. Soprattutto d'inverno!)

6 – il suono del tempo
(Sembra quasi sia trascorsa una settimana invece è solo un'ora che sono seduto qui dentro. Questo suono loopante tic tac tic tic. Devo cambiarlo, magari spostarlo nell'altra stanza. Ti ipnotizza e di colpo perdo la concentrazione... Tanta scrittura, troppi pezzi, non sono sicuro riuscirò a sacrificarne qualcuno_ )

7 – il suono delle voci altrui
(Parliamo? Mi viene da ridere se penso a tutte le volte in cui ho simulato una discussione con chi c'era fuori. Ho immaginato i loro discorsi, mi sono immedesimato nelle telefonate, cercando di ripercorrere con le parole su carta tutti i lori dialoghi. In qualunque stagione. Come se davvero potessi sentire il suono delle voci, di qua dal vetro_)

8 – il suono della sua voce
(Il suono della mia voce. Questo suono sto cercando di conoscerlo ogni giorno di più. Di non odiarlo e di non amarlo, troppo. Sto imparando ad usarlo meglio, ci sto giocando. Ogni errore o dubbio mi serve per cercare di migliorare, divertendomi sempre. Questi 8 suoni sono solo un riassunto della miriade di suoni che mi hanno accompagnato e accompagnano ognuno di noi. In questo caso hanno ingrassato le pagine vuote, hanno animato delle basi nude. 8 giorni, 8 suoni e un messaggio. A BREVE in una casa, insieme... dove nascono le idee_)



 
Sono proprio otto suoni, e sono proprio gli otto suoni con i quali si “costruisce” un disco.

Un disco nasce dal silenzio che, come un contenitore vuoto, deve  essere riempito. Deve essere riempito da quello che, pur arrivando dall'esterno, ci ispira, ci conquista, ci avvince, ci spettina: proprio come il vento. Il vento “suona” a ritmo, perché è il ritmo che pompa energia da e dentro un disco; e il ritmo, il “tempo” musicale, è il vero cuore pulsante di un disco.

Accanto alla ritmica, in musica c'è la linea melodica, qui rappresentata dal pianoforte, e nel suono della matita ritroviamo il momento della stesura dei testi, a quanto sembra scritti questo scorso inverno. Il suono di un orologio che ticchetta è il suono del tempo che passa, delle mille cose da fare e da decidere. Ma non da soli: ecco il suono delle altre voci, di tutto quel mondo che lì, dietro al vetro della sala d'incisione, collabora e lavora affinché il progetto diventi oggetto concreto.

Perchè questo accada, c'è un ultimo passaggio: la registrazione della voce, della parte cantata. La registrazione della SUA voce.

Ed è lui, l'artista, il musicista, il cantante, il suonatore di corde vocali la vera origine di tutto. Lui è l'energia per cui tutto comincia e prende vita. Lui è il giallo, così come dichiarato a grandi lettere dalla foto profilo della sua pagina facebook. Da qui è facile, limpido addirittura, comprendere come il blu sia la musica, l'essenza profonda attraverso cui il musicista giunge al suo pubblico, l'appassionato punto rosso che chiude la sequenza dei #3 colori.

Avremo indovinato? Lo sapremo solo nei prossimi giorni, aspettando di leggere il “messaggio” che Mengoni scriverà nella sua casa: sarà il suo sito?

(elucubrato e scritto da mlml, nz, eg)
Stay tuned!


read more "#8suoniper3colori - COME nascono le idee"

martedì 16 settembre 2014



#8suoniper3colori #dovenasconoleidee è il doppio fil rouge lanciato da Marco Mengoni ai suoi fan, tutti coinvolti in una speciale – e divertentissima – caccia al tesoro “con sorpresa”. 


Questa è la prima foto postata da Marco Mengoni sulla sua pagina facebook: è da qui che è partita una strepitosa caccia al tesoro per la quale l'artista sta lasciando messaggi su ciascuno dei suoi social

Sì, con sorpresa. Perché nessuno ha idea di cosa accadrà allo scadere del countdown, sincronizzato dal musicista con scadenza lunedì 22 settembre.

Intanto, tutto l'Esercito è in fibrillazione da domenica 14 settembre, quando Mengoni ha cambiato la cover della sua pagina facebook: un enorme rettangolo bianco da cui si intravedevano, granzie a un buco, le nocchie della sua mano. Ma neanche il tempo di porsi la questione del significato di questa novità, che viene sostituita la foto profilo: via la cover dell'ep spagnolo, su un punto giallo in campo grigio.

Qui bisogna soffermarsi un attimo, perché se le cover “vanno e vengono”, le foto profilo – che nel mondo dei social rappresentano il brand e quindi sono la parte più importante dell'iconografia – le foto profilo, dicevamo, si cambiano solo per eventi importantissimi. Di solito i musicisti usano come foto profilo le cover delle loro ultime fatiche discografiche.

È chiaro che a questo punto di domenica sera l'Esercito era completamente, ma felicemente, disorientato, proprio come quando un bimbo si ritrova tra le mani il regalo che tanto aspetta ma in un tempo assolutamente non previsto.

Tempo. Parola fondamentale visto quello di cui stiamo discutendo. Perché di tempo Marco non ne ne ha dato che pochissimo prima di postare su facebook la sua immagine scattata in sala di registrazione accompagnandola con queste parole:


«Quando senti il silenzio. E sai che devi riempirlo perché è così forte il suo rumore che non riesci a sopportarlo. Chiuso dentro questa stanza.
Poca luce... Flash di colore. Odore di chiuso. I pensieri si accavallano. Silenzio_
#8suoniper3colori #dovenasconoleidee

- 8 > next stop > instagram
»

Confusi e felici (e ci scappa pure la citazione!), i fan sentono moltiplicare l'eccitazione ancor di più a fronte di quel tempo scandito: -8 > next stop > instagram.

Più che uno stop, è stato un pit-stop ché pochi minuti dopo ecco apparire sul social fotografico il profilo Mengonimarcoofficial. Tutto vuoto, tutto bianco (eccezion fatta per la foto profilo che riprende il segno grafico del punto, qui declinato nei tre colori fondamentali giallo-blu-rosso) ma con il conta-follower impazzito.

È già lunedì 15 settembre. E proprio su instagram arriva la seconda foto del protagionista, con un gioco di riflessi su una porta che ha fatto letteralmente “dare i numeri” ai blogger: se ne sono sentite di cotte e di crude ( “È il Tizio!” -  “È il Caio!”), e tutte ovviamente senza alcuna base di fondatezza. 

Torniamo alla foto, perché anche da qui passa il fil rouge di questo tour labirintico tra i social: come didascalia leggiamo:

«Vorrei restare qui dentro. Se potessi chiuderci i pensieri e lasciarli sedimentare un po’. Sbatte di continuo che sembra mi faccia compagnia. Questo chiudersi e riaprirsi a tempo di vento... Quasi suggerendomi la ritmica giusta. Esco_
#8suoniper3colori #dovenasconoleidee 


7 > next stop > twitter
»

Sarà anche uscito, ma prima di andare ha aperto un altro buco (anonimo) sulla sua cover facebook...

Immaginatevi come si è svegliato l'Esercito! Non vogliamo dire che tutti cinguettassero, ma è certo che twitter deve essere stato preso d'assalto fin dalle prime ore del mattino,  perché i tempi mengoniani conosciuti erano quelli notturni... Ma no, questa volta il cantautore di Ronciglione sbaraglia ogni scommessa e posta ad ora di pranzo la foto delle sue dita che accarezzano i tasti di un pianoforte. Con questa didascalia:

«Tengo il tempo fuori tempo massimo. Il ritmo delle cose. #8suoniper3colori #dovenasconoleidee 
-6 >next step> YouTube»

Fuori tempo massimo, come dire “in corto circuito”, sono andati i neuroni di chi segue con affetto e passione la carriera di questo Artista: leggere che domani mercoledì 17 settembre verrà postato qualcosa sul social che suona... bè, dovreste avere anche solo una vaga idea degli errori di battitura commessi per scrivere questo post per comprendere a quale livello di curiosità, ansia, eccitazione, divertimento Marco Mengoni sta portando i suoi fan!

Tempo. Mentre sulla cover della pagina facebook spunta un terzo buco (da cui occhiegga - sembra - una giacca di velluto giallo) tutti quanti si stanno ponendo le stesse domande: quanto tempo manca davvero alla pubblicazione del prossimo album? quanto tempo manca alla pubblicazione del nuovo singolo? Ma soprattutto, quanto tempo manca alla follia totale dei suoi fan più appassionati? “Poco, forse pochissimo” è la risposta per tutt'e tre le domande.

-6 (quasi -5) > next step > YOUTUBE


read more "Adesso è solo questione di TEMPO"

venerdì 18 luglio 2014


Marco Mengoni canta con Elisa al Lucca Summer Festival - Foto di @feverwyatt

Di solito qui ci impegnamo in analisi (da appassionati quali siamo) che hanno per oggetto la musica. Ma dopo aver sentito Marco Mengoni ed Elisa in concerto a Lucca, e dopo aver consumato la meraviglia della “trilogia mengoniana” (voce-interpretazione-intenzione), ci siamo ritrovati tra le mani una scaletta che certo non è stata messa lì per caso. 

Marco Mengoni, ospite della tappa toscana dell'Anima Vola Tour, ha molte cose in comune con la musicista friulana: oltre a una solida amicizia, c'è il rispetto per l'ambiente ma soprattutto una forte presa di posizione nei riguardi della guerra, da entrambi ripudiata con forza e a chiare lettere tutte le volte che se ne presenta l'occasione. Ed ecco la scelta dei tre pezzi da cantare insieme sul palco, certamente pensati qualche tempo prima del disastroso impatto del missile contro un aereo di linea malysiano del tutto estraneo alla vicenda Kiev-Mosca, ma certo guardando alle atrocità che accadono in Medio Oriente e in tante altre parti del mondo. 

Ecco Hallelujah, la preghiera di Leonard Cohen per la quale lo stesso autore ha detto: «La canzone spiega che diversi tipi di hallelujah esistono, e tutte le hallelujah perfette e infrante hanno lo stesso valore. È un desiderio di affermazione della vita, non in un qualche significato religioso formale, ma con entusiasmo, con emozione. So che c'è un occhio che ci sta guardando tutti. C'è un giudizio che valuta ogni cosa che facciamo». 
Una canzone che con tutti i suoi riferimenti biblici parla di Medio Oriente fin dalla sua prima strofa, citando Davide e Saul e Betsabea, e Sansone e Dalila, tutti protagonisti di azioni che, seppur lontanissime dai campi di battaglia, hanno poi avuto conseguenze disastrose per il mondo.

Ecco L'Essenziale, con il testo di Casalino e Mengoni che tutti ben conosciamo, con quel “mentre il mondo cade a pezzi” che certo non si riferisce solo all'universo quotidiano di ognuno di noi, ma – proseguendo con “io compongo nuovi spazi” - ci racconta della speranza che ognuno di noi deve continuare a coltivare affinché ciascuno, nel suo microcosmo, possa diventare quella goccia di cui si compongono gli oceani. E che questa sia una canzone d'Amore nel senso più elevato del termine non c'è bisogno di ripeterlo.

Infine, ecco Sunny. Scritta da Bobby Hebb nelle 48 ore successive all'assassinio di John Kennedy, proprio contemporaneamente all'uccisione di suo fratello Harold davanti a un club di Nashville. «Ho scritto Sunny con l'intenzione di pensare a giorni felici e di rendere omaggio a mio fratello, sempre speranzoso di giorni più luminosi visto che stiamo vivendo un tempo buio», ha detto lo stesso autore. 

Una scaletta coraggiosa. Brani scelti con cura e con la forza di chi vuole porsi sulla sponda pacifica del fiume, lì dove attraverso la musica far passare un messaggio di speranza. Perché la musica, che non è filosofia, anche se non è deputata a lanciare messaggi è certo che le “intenzioni” riesce a contagiarle. E le intenzioni di Marco Mengoni sono sempre più chiare e nette.

read more "Una scaletta piena di luce"