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mercoledì 28 novembre 2012



Che s'ha da fa'... Si aspetta. E mentre si aspetta, un po' per restare in tema e un po' per divertirsi, ecco che spuntano fuori le discussioni più stravaganti, magari non proprio originali, ma certo coinvolgenti. Così, visto che un fan è per statuto il più profondo conoscitore dell'artista che ama, abbiamo messo a frutto le ore trascorse a leggere notizie, a guardare video, a spulciare foto per stilare una specie di smorfia mengoniana.


In questa speciale cabala, il 3 sta per ricette di cucina, come quelle fornite dal Nostro nel corso delle interviste rilasciate (i dettagli? ricette per le cotolette, il brodo e gli involtini!); ma 3 è anche il numero dell'emozione: sono queste le volte che ha interrotto una canzone per colpa della commozione. 
 
Il 4 ci indica le volte che si è fatto male con un microfono, il 5 le volte che ha affrontato il palcoscenico con la febbre alta, mentre il 6 è il numero della sfiga: tante sono le volte – di cui siamo a conoscenza - che si è rotto qualcosa mentre cantava! 
 
13 è il numero dei copricapi di varia natura che gli abbiamo visto, ma è anche il numero delle versioni di Psycho Killer che ci ha regalato; 14 sono le volte che è sceso da palco per cantare in mezzo al suo pubblico; e 18 sono le volte che ha posato per set fotografici ufficiali.

Passiamo ai numeri artisticamente più pesanti. Ben 22 sono gli artisti famosi con cui ha duettato dal vivo, 24 le volte che ha eseguito il medley Motown, 52 è il numero degli elogi pubblici da parte di giornalisti e addetti ai lavori, ma 62 è quello dei complimenti pubblici da parte di colleghi di chiara fama.

Si è esibito per 68 volte tra manifestazioni pubbliche e trasmissioni televisive, e ha cantato 78 cover diverse, di cui 33 per una sola volta: solo con le cover ci si farebbero 6 cd da 13 tracce ciascuno!

Per finire, due numeri da extra-smorfia: 100 come le volte che è salito su un palcoscenico, e 112, ovvero il numero delle volte che ha cantato Credimi Ancora, probabilmente la canzone più eseguita in assoluto.

Un doveroso salvo errori e omissioni in chiusura ci sta a pennello...

Stay tuned! 

read more "Un tipo da smorfia!"

lunedì 26 novembre 2012



APPUNTAMENTI CON 
MARCO MENGONI
NOVEMBRE 2012
(sempre in aggiornamento)
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27 NOVEMBRE


  Speciale MARCO MENGONI  
alle 21:00 su For Music Tv  
Canale 613 del digitale terrestre 
oppure in streaming su formusicpage
dal 28 novembre anche su
youtube.com/user/formusictv
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30 NOVEMBRE


Speciale per Giorgio Gaber "... io ci sono"
 alle 21:00 su Radio Italia TV (canale 70 dtt)  
oppure in streaming cliccando QUI 
  


Lo speciale è condotto da Paola Gallo
con la partecipazione di MAX PEZZALI, DALIA GABER
e i contributi di BAGLIONI, BATTIATO, BIONDI, CREMONINI, 

DALLA, EMMA, J-AX, NANNINI, PAUSINI E

 MARCO MENGONI 





Stay tuned!



 

read more "Agenda novembre 2012"

domenica 25 novembre 2012





La recente intervista di Dente sulla difficoltà in Italia di conciliare la popolarità con la qualità apre la strada a diverse considerazioni.


Chi è cresciuto imparando a memoria (e magari strimpellando) le canzoni di De André, Guccini, De Gregori e così via ricorda le polemiche che già esistevano negli anni Settanta su questo argomento, ma nessuno si sognava di negare la qualità dei dischi di Lucio Battisti o di gruppi come la P.F.M o i Nomadi anche se raggiungevano numeri importanti nelle vendite ed i brani venivano cantati un po' dappertutto.




Ora si vive una realtà totalmente schizofrenica: la televisione e le principali radio, che raggiungono il 99% della popolazione italiana, trasmettono solo pochi artisti considerati “a prova di bomba” da un punto di vista commerciale, mentre un numero notevole di artisti decide di restare nel limbo autoreferenziale del circuito indipendente per non rischiare di compromettersi con partners che ne inquinerebbero il tasso di autenticità.

Succede così che quanto di più nuovo e stimolante nasce nell'ambito della produzione musicale del nostro Paese resti a beneficio di pochi eletti, mentre alla stragrande maggioranza delle persone vengono proposti sempre i soliti nomi e una valanga di musica straniera di valore artistico quasi sempre molto scarso.

Perché questa “ autoghettizzazione”? Perché autori che scrivono testi particolari e musiche non banali devono restare chiusi in una torre d'avorio mediatica?

Oggi il web permette a tutti di gestire la diffusione della propria creatività senza ingombranti intermediari, e questo ha dato modo a moltissimi artisti di avere un pubblico, ma discrimina quanti per mancanza di tempo, per abitudine, o per motivi anagrafici continuano a fruire della musica attraverso i mezzi tradizionali.

Altrove queste realtà riescono ad integrarsi in modo molto più immediato e se un giovane autore indipendente esce in seguito con una major non significa necessariamente che abbia venduto l'anima al diavolo, ma di certo che un numero grandissimo di persone di ogni età e condizione può godere di un lavoro artistico di qualità.

Personaggi come Dente in Italia mostrano coraggio e una buona dose di autoironia, qualità sempre troppo rare dalle nostre parti, e contribuiscono a spalancare delle finestre nei muri che – come continua a ricordarci Roger Waters – soffocano e sviliscono la nostra libertà. (mlml)


read more "Il dogma dell'immacolata diffusione"

giovedì 22 novembre 2012



(…) la novità in musica è una cosa difficile e non è mai compresa quando c’è. Le cose nuove e di rottura diventano fenomeni di culto solo dopo qualche tempo (...), dice Giuseppe Peveri, in arte Dente, nel corso della bella intervista rilasciata a Eugenia Durante per Quote. Un'intervista di cui riportiamo alcuni stralci in cui si dibatte di musica e, soprattutto, del modo in cui oggi se ne fruisce. Ma non solo.

 

 
Dente in una foto di Carlo Polisano pubblicata nell'articolo di Quote

(…) in Italia non si fa altro che parlare di passato. Quando si parla di canzone d’autore o cantautorato, non si riesce a fare a meno di citare i grandi nomi del passato e sminuire il presente. Dicono che il cantautorato sia morto e che il confronto sia impietoso. Perché non riusciamo ad andare avanti?

Mah, o perché non siamo abbastanza bravi noi, o perché gli altri erano molto più bravi di noi… Considera comunque che probabilmente nel ’73 De Gregori non era considerato come lo è oggi, nel ’68 Dalla non aveva la stessa fama che ha oggi, quindi ci vuole anche il suo tempo per riuscire a dire che qualcuno è importante. Poi magari è anche colpa nostra, Dente non è poi un fenomeno così nuovo. In realtà è un discorso abbastanza complicato, perché la novità in musica è una cosa difficile e non è mai compresa quando c’è. Le cose nuove e di rottura diventano fenomeni di culto solo dopo qualche tempo. In Italia è ancora più difficile perché abbiamo alle spalle tutto questo passato glorioso, che è effettivamente glorioso, non possiamo negarlo. Quindi fare meglio è molto difficile, però sono anche tempi diversi, musica diversa, gente diversa. Il problema è che l’Italia è cambiata tantissimo dagli anni ’70, quando ci siamo fermati. Dopo gli anni ’70 bisogna cercare le cose nuove e interessanti col lanternino, almeno per quanto riguarda il tipo di musica che faccio io. Non è accaduto nulla di così eclatante, e questo è effettivamente vero, non lo posso negare. Una canzone di Peppino di Capri oggi la ascolti ancora, o un De Gregori. Invece il singolo di Ramazzotti del ’93 non se lo ricorda nessuno. Forse perché non c’è stato più nessuno che ha fatto dei classici. I classici a un certo punto si sono fermati. Però in realtà ci sono canzoni scritte negli ultimi anni che potrebbero diventare dei classici. 

Quindi è questione di tempo?

Forse è questione di tempo e anche di mentalità della gente che deve divulgare queste cose, perché ovviamente se io scrivo un capolavoro e me lo tengo in casa mia non diventerò mai un pilastro della musica italiana e continuerò a mangiare alla mensa dei poveri. (…) 

Il dibattito tra indipendente e mainstream è sempre un tema spinoso. Spesso, non appena un musicista o una band indipendente fa successo e comincia a girare su radio e televisioni viene accusato di essere diventato mainstream, quasi come se voler far sentire la propria voce al di là dei piccoli club fosse una bestemmia. Perché in Italia il desiderio di fare successo sembra spesso sinonimo di “vendersi”?

È una mentalità abbastanza stupida. Io ho sempre creduto che se una cosa di valore diventa popolare sia ancora migliore. Io sono felice se accade, perché vuol dire che il popolo è intelligente e ascolta cose di valore. La cosa che mi fa più rabbia di questa mentalità è proprio il fatto che se io faccio un disco per conto mio e a te, amante della musica indipendente, piace moltissimo, se questo disco fosse uscito per una major e avesse girato su tutti i network a te avrebbe fatto schifo. È una mentalità stupida perché è condizionata dal veicolo. Non si parla della musica, ma si parla di come la musica arriva. Allora, se ti arriva attraverso la televisione per un certo pubblico fa schifo, mentre per un altro tipo di pubblico è l’unica cosa possibile. Calcola che la maggior parte della gente considera una cosa reale solo se la vede in televisione. Se io non vado in televisione, per il 90 percento del popolo italiano non esisto. 

Abbiamo aperto un dibattito da sempre che temo non avrà mai fine, un po’ alla “è nato prima l’uovo o la gallina?”. A livello generale, il gusto musicale medio si è piuttosto appiattito. I tormentoni ci sono sempre stati, così come le canzoni scanzonate dai ritornelli facili, ma il successo di pezzi come “Il pulcino Pio” che arriva quasi a prendere il disco d’oro è abbastanza emblematico. Questo è quello che passa per lo più nelle radio nelle ore di punta. Secondo te, la gente ascolta musica di livello mediamente più basso perché le radio passano principalmente quello, oppure sono le radio ad adeguarsi?

È nato prima il pulcino Pio! (Ride) Non lo so, un po’ è la paura dei grandi network di passare cose di cui non sono sicuri. Torniamo sempre a Ramazzotti, mio grande idolo. (Ride) Quando esce il nuovo disco di Ramazzotti, il suo nuovo singolo passa. Io non so se passi perché è bello, perché piace, perché deve passare o perché la casa discografica dice che deve passare. Fatto sta che lui passa e io no. Se io passo, è perché un direttore artistico o un deejay dice “mi piace questo, facciamolo girare”. In Italia più della metà della musica che passa in radio non vende dischi. Tutta quella musica che sentiamo di non si sa chi, quella roba un po’ dance, vende in Italia cifre irrisorie. Vendo molti più dischi io. C’è un corto circuito strano, se ci pensi: perché io vendo 10 000 copie e non passo in radio, mentre questa cantante inglese che passa in radio tutti i giorni ed è in tv ogni sera ne vende 1000? Evidentemente il pubblico delle radio non compra i dischi. Però la mia domanda è: perché non passare cose che vendono e che possono vendere? È tutto un discorso di interessi, alla fine. Sono canzoni create per fare soldi, che è un discorso abbastanza triste, ma che purtroppo ha molto a che fare con la musica. La musica è intrattenimento e lo è sempre stata, però la musica di intrattenimento di qualche anno fa è quella che è rimasta. Il rock’n’roll anni ’50 lo conosciamo tutti, forse aveva qualcosa di più. Perché oggi ci ricordiamo di tutte le canzoni che erano in classifica nel ’66 e non ci ricordiamo quelle della settimana scorsa? Forse perché c’erano artisti più bravi, musicisti più bravi, arrangiatori più bravi, produttori migliori.

Forse c’era anche più attenzione alla musica.

Assolutamente. Anche a Sanremo c’erano delle canzoni grandi, ce le ricordiamo ancora adesso. Dello scorso Sanremo ci ricordiamo cosa? La farfallina di Belen? È diventato tutto uno spettacolo televisivo. Questo è il problema: si bada alla forma e non al contenuto. In questo paese ormai è la forma che conta. Effettivamente io devo guardare indietro, devo guardare al popolo italiano degli anni ’60 e ’70, a quanto gli italiani avessero più cultura. In realtà magari avevano meno cultura di noi, però ci tenevano a far vedere che erano acculturati. Essere acculturati era un punto d’arrivo. Se senti le interviste televisive degli anni ’60, la gente dava risposte intelligenti, parlavano. Lo status a cui arrivare un tempo era quello di avere qualcosa da dire e sapere cosa dire. Gli Oscar Mondadori che uscivano in edicola andavano a ruba. La gente leggeva. Poi magari bisogna tener conto che non c’erano le distrazioni che ci sono oggi. La televisione è da vent’anni che rimbecillisce l’Italia, purtroppo. Una volta si faceva più attenzione a tutto, ai libri, alla musica. Vedi, ci riagganciamo al discorso di prima. Se io passassi in televisione, per come la gente è abituata, dopo due puntate mi segherebbero, perché non farei audience. Dalla faceva 20 000 spettatori, aveva un programma in Rai che conduceva lui. Era una televisione diversa, una televisione in cui si parlava, si facevano ascoltare le canzoni. Oggi ai programmi televisivi si ballano e si cantano le stesse canzoni che si cantavano quarant’anni. Bandiera Gialla funziona? Dai, mettiamo Bandiera Gialla. Tra due mesi non sappiamo cosa mettere? Massì, dai, mettiamo Bandiera Gialla, tanto la gente non se lo ricorda, è confortevole.

A questo riguardo, Michele Serra aveva pubblicato un trafiletto su La Repubblica in cui diceva che bisogna rieducare la gente al silenzio. In fin dei conti, è anche il silenzio a definire il senso, l’importanza e il peso della musica, non credi? Come si fa a farsi ascoltare nell’era del rumore?

Assolutamente. Guarda, la cosa più difficile di oggi è riuscire a catturare l’attenzione della gente. La fruizione della musica è diventata velocissima. Tu mi dici “Ascoltati Tizio”, io vado su internet e lo ascolto. Se i primi trenta secondi del primo pezzo che ho trovato non mi piacciono, io dico “Tizio non mi piace”. Fine della storia. Questo vale soprattutto per le nuove generazioni. Devi colpirle nei primi trenta secondi, altrimenti sei fregato. Non per fare il vecchio, ma quando ero giovane io si andava nei negozi di dischi. Compravo un disco ed era un investimento, ci spendevo dei soldi, mi mettevo lì e lo riascoltavo quasi per farmelo piacere per forza. Adesso è tutto diverso, devi essere molto veloce perché fermarsi ad ascoltare è diventato molto più complicato. In più, come dice il buon Michele Serra, è ancora più difficile perché siamo perennemente in mezzo alla confusione. Soprattutto in Italia, all’estero non è così. Ma sì, sono convinto che rieducare la gente al silenzio sarebbe necessario. (...)


Potete leggere l'intervista integrale Chi ha pane non ha Dente cliccando su Quote Magazine 




read more "Sulla musica e dintorni - Intervista di Quote a Dente"

mercoledì 21 novembre 2012





Traduzione: Nulla è cambiato dal 2011, quando l'Italia è tornata nell'Eurovision. Ogni anno viene fatto il nome di Marco Mengoni. Questa volta la RAI ha confermato la sua partecipazione sorprendentemente presto, e ancora più sorprendente è il sondaggio pubblicato sulla pagina Facebook su chi i fan vorrebbero vedere a rappresentare il Paese. Al momento Marco Mengoni ha circa 800 voti, mentre al secondo posto Tiziano Ferro ne ha meno di 200. I fan di Marco Carta sembrano voler ingannare il sondaggio, ci sono tre voci diverse su di lui, ed è difficile pensare che la RAI abbia pensato a lui per le selezioni degli artisti. Inoltre sorge una  domanda: la RAI vorrà selezionare d'ufficio senza tener conto dell'effetto Sanremo? (Anche se si dice che questo sondaggio è solo per curiosità e non hanno deciso come scegliere il cantante per Malmö 2013)

L'articolo originale lo trovate su Life after Helsinki 2007  
read more "Si mormora in Finlandia che..."

martedì 20 novembre 2012



Il video ufficiale – canale Vevo - di In un giorno qualunque ha superato i 2 milioni
di visualizzazioni. Un numero che certo non passa inosservato, ma che ci suggerisce di scrivere una piccola nota. Perchè, in effetti, le visualizzazioni che si dovrebbero festeggiare sono oltre 6 milioni.


Marco Mengoni in un frame del video ufficiale di In Un Giorno qualunque

Già, prima che i video ufficiali di Marco Mengoni venissero “travasati” nel prestigioso sito internazionale di Sony Music, di cui il canale YT, In un giorno qualunque aveva già collezionato oltre 4 milioni di visualizzazioni, andate purtroppo perdute.

Quello che non è andato perduto è il palmares della canzone, inserita con una parte in spagnolo nella Mad Box, premiata con il platino nella classifica FIMI – certificazione GFK – ma soprattutto premiata dal pubblico, tanto che non sono mancate le versioni “cover”, a partire dal duetto con la Francesca di Amici, fino alla prossima interpretazione (al link, dal minuto 5:10) di Davide che giovedì 22 novembre si misurerà con la hit mengoniana sul palco di Xfactor 6. 

Per quanto riguarda la canzone e il suo autore, bè... che dire... Gliel'abbiamo sentita cantare tra le mille voci che assiepavano il piccolo Circolo degli Artisti  così come davanti al Forum di Assago  “tutto esaurito”, e gliel'abbiamo sentita cantare sotto i 40° della piazza di Torino, davanti agli oltre cinquantamila di Modena, ma anche sdraiato – come ha scelto di farla per quasi tutto il tour teatrale 2012, mentre rinforzava gli addominali... oppure lì, nella piazza stragremita di Ronciglione.  

Però, tra le mille versioni possibili che Marco ne ha fatto, questa (al link, dal min. 6:10), anche se dura poco più di una strofa, è quella che forse ci emoziona sempre un po' di più.

Buon ascolto!

read more "Si legge 2 ma si festeggia 6!"

sabato 17 novembre 2012



Marco Mengoni
foto di Alessio Pizzicannella
L'inverno è quella stagione in cui il futuro prende forma. È in inverno che i semi si trasformano in piante, è in inverno che l'acqua si raccoglie per poi essere fiume; è in inverno che si dà l'avvio ai nuovi progetti, che si mettono in cantiere i nuovi sogni. 

Non per nulla Stephen Littleword scrive:
fin da piccolo pensavo che la brina fosse polvere magica che il vento regalava all’inverno per renderlo più bello, dolce e meraviglioso. Quando quella polvere magica compre ogni cosa, so che la natura non lascia nulla al caso.

E nulla al caso ha lasciato fino ad ora il nostro Marco Mengoni, che in questi suoi primi tre anni di carriera ha messo a segno un centro dopo l'altro: solo per ricordare un esempio, prima del suo ultimo tour disse Inaspettatevi! Bè, chi si aspettava in effetti la “tanta roba” che l'artista ci ha regalato tra novembre 2011 e maggio 2012?

Da quanto si legge in giro, le novità non sono certo finite. E se i fogli virtuali in cui si parla di musica sono pieni zeppi di note mengoniane (da L'amore per la Musica, forte di quasi 60mila i-like, a Musicalink, che vanta oltre 156mila i-like, passando per Tutto è musica, giovane pagina fb di “appena” 6mila i-like), non possiamo certo ignorare il fatto che l'ultima incisione, la Destra-Sinistra tributata a Giorgio Gaber, oltre ad essere stata scelta come hit-single del prezioso triplo-cd è stata accolta con parole davvero lusinghiere da RadioDJ come da RTL come da Kiss Kiss e a seguire.

Insomma, sì: come ci informa Marta Donà con i suoi tweets, c'è qualcosa di nuovo nell'aria. E i primi segni li cogliamo anche negli aggiornamenti degli spazi virtuali: nuove immagini profilo su facebook e su twitter, nuove foto sul sito e una promessa che invita a nuove iscrizioni alla newsletter.

Il tweet di Marta Donà 

La nuova immagine per il profilo ufficiale su facebook

Il nuovo profilo twitter di @marcofficial

La "promessa" del sito ufficiale marcomengoni.it



La vetrina con le nuovo foto di Alessio Pizzicannella

C'è come una polvere magica che ancora copre ogni cosa, e a noi non resta che aspettare. Anzi, di più: a noi non resta che tornare a inaspettarci!


Stay tuned!

read more "C'è come una polvere magica..."

mercoledì 14 novembre 2012



iPhone Italia dedica un post alla Mengoni Fan App 


Una Fan App è una applicazione pensata creata e “riempita” dai fan per rendere più semplice ai “colleghi” fan restare in contatto con tutto quello che riguarda il loro beniamino e che giunge alle mille orecchie e ai mille occhi del suo fanclub. Nel mondo ne vengono pubblicate tante, in Italia è una tecnologia che sta velocemente prendendo campo, ma necessita di basi tecniche che ne limitano – ancora per poco – il numero.  Certo, sugli stores è possibile trovare Fan App su molti grandi della musica italiana, come Ligabue o Vasco Rossi, e anche per queste iPhone ha scritto una recensione. Però... Però consentiteci l'orgoglio di mostrarvi il post che “il blog leader in Italia nel settore dell'informazione su iPhone e sulle applicazioni di App Store” ha dedicato alla Fan App che fan di Mengoni hanno creato per tutti i fan del Re Matto, un omaggio (scaricabile gratuitamente dagli stores Apple e Android) a tutta la sua fortissima fan page che giunge – per chi l'ha realizzata – come il più bel “complimento”: i fan che l'hanno creata non sono certo dei tecnici, ed è davvero una soddisfazione avere la conferma che è stata fatta nel migliore dei modi possibili, tanto da essere consigliata proprio da iPhone!
Da Fans per i Fans. Vecchi e – speriamo – tantissimi nuovi.






Per leggere il post originale clicca su iPhone Italia



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read more "Da Fans per tutti i Fans. Parola di iPhone Italia"

martedì 13 novembre 2012


Sui social networks, Mengoni non è mai stato di tante parole.
Ma quando si affaccia sui suoi fogli elettronici, che si tratti di Facebook
o di Twitter, il mondo che gli ruota tutto attorno assume
la chiarezza che solo i numeri sanno dare





Un pensiero, come al solito, diretto, che sentiamo anche sincero e schietto, che Marco rivolge ai suoi fans, con tanto affetto, pur rendendo chiaro quanto importante sia stato per lui far parte del progetto ...io ci sono, il triplo cd che omaggia Giorgio Gaber nel decennale della sua scomparsa.

E non perchè il suo nome stia tra i più grandi esponenti della musica italiana (e non solo), ma perché è un omaggio sentito, partecipato per davvero proprio per rendere un personale ringraziamento al grandissimo Signor G.

Davanti a quel IO CI SONO, che ci piace leggere anche come un saluto, come uno ciao! esclamato con il sorriso limpido che bel gli conosciamo, ecco che si scatena uno degli spettacoli più belli per chi vive all'interno di una fanpage: la risposta dei fans. Che in 48 minuti attestano oltre mille i-like ed un numero a tre cifre di commenti, tanto che il talk about this schizza a oltre quota 2400 pur se il protagonista è lontano dalle scene già da molti mesi.

Lo spettacolo, numeri a parte, come dicevamo sono i fans. Che fanno capolino alla spicciolata richiamati dalle notifiche e dai messaggi: la notizia “Marco in bacheca”, infatti, come la freccia dal dardo scocca, corre veloce di bocca in bocca, e tutti sono lì, a fargli sentire il proprio affetto, il senso della propria attesa, il calore della presenza costante, che può essere più o meno silenziosa, ma che c'è, sicura e garantita.

Abbiamo selezionato alcuni dei primi commenti scritti con la gioia sulle punte delle dita, e tra questi – pubblicati solo nella prima mezz'ora dal post di Marco - abbiamo scelto quelli che, nel giorno dell'omaggio a Gaber, hanno sintetizzato l'importanza del suo IO CI SONO. Tutti gli altri potete leggerli cliccando qui



P.S. Potete riascoltare la presentazione del triplo "...io ci sono" fatta da Dalia Gaberscik a Rtl 102,5 cliccando qui

Stay tuned!

read more ""Io ci sono""

lunedì 12 novembre 2012



Scorrazzando per i canali youtube si trova di tutto e anche di più.
Ma non potevampo credere ai nostri occhi quando abbiamo scoperto
questa specie di Fort Knox mengoniano!


Magari per i più tecnologici sarà quasi la scoperta dell'acqua calda, ma per noi che abbiamo da poco elaborato la perdita del commodore 64 questo scrigno contenente ben 9.357 video su Marco Mengoni ci è sembrato quello del tesoro nell'isola dei pirati. E non è nemmeno un canale pirata!

Stiamo parlando del Canale YouTube su Marco Mengoni, un canale generato sutomaticamente da YouTube sulla base delle visualizzazioni, degli i-like e delle condivisioni degli utenti, il tutto accorpato per argomento. Ovvero, visto che i video del Re Matto sono molto visualizzati, “mipiaciati” e condivisi, ecco che la macchina YouTube – identificando l'argomento come “significativo” - mette a disposizione su un suo canale tutto quello che è più selezionato dagli utenti.

Il canale funziona come ogni canale privato: ci si può iscrivere, così da essere avvisati di nuove pubblicazioni, e si può condividere. 

Insomma, si tratta di una gigantesca playlist in cui trovare – tra i video più popolari – magari quella chicca che non avevamo ancora visto o che non riuscivamo più a trovare. Come, ad esempio, questa qui ;-)


read more "Automatic from YouTube"

domenica 11 novembre 2012




Ce ne sarebbero di cose da dire... Ma non ci dilunghiamo e ci limitiamo a segnare in un post
quanto sta succedendo da un paio di giorni a questa parte. Come se prendessimo appunti
per non dimenticare questi “step” davvero piacevoli.


Marco Mengoni sul palco del Festival Giorgio Gaber mentre introduce "Destra-Sinistra"
foto della Fondazione Giorgio Gaber


Il fatto è che da quando si sente per radio Destra-Sinistra nella interpretazione funkeggiante di Marco Mengoni, tutti - o meglio - quasi tutti sono lì, in prima fila, a riconoscere il talento dell'artista laziale. A cominciare da Mario Luzzatto Fegiz, continuando con Andrea Laffranchi, fino a Luca Dondoni che ai microfoni di RTL si lascia sfuggire un “da pelle d'oca” che fa molto piacere.

Certo, nessuno sta scoprendo ora le doti del Nostro. Forse tutti - o meglio - quasi tutti stanno avendo la conferma di quello che fa del musicista laziale una vera stella del firmamento musicale di questi nostri giorni: il coraggio di essere la musica che più gli va. Ci vuole molto carattere (e quel pizzico di presunzione che trasforma un cantante in un Artista) a prendere un classico come la canzone di Gaber (probabilmente la più famosa) e farne un pezzo “nero”, senza mancare di rispetto all'autore, ma stravolgendola in una versione più attuale, mantenendo intatta tutta l'ironia del testo, della sua interpretazione, eppur declinandola in modo personale.

Ce ne vuole di carattere, e tanto. Perché Gaber non è certo un artista “normale”. Libero pensatore, libero nelle sue interpretazioni rock (suo è stato il primo pezzo rock italiano) come nelle sue canzoni all'italiana; libero di fare una veloce incursione nella canzone napoletana quando il Paese vestiva l'eskimo e leggeva Kundera, libero di rifiutare l'accostamento con la chanson francese, libero di credere in uno strambo giovane catanese (che rispondeva al nome di Franco Battiato) che vestiva fuseaux quando si cantava barba lunga-sgabello-chitarra; libero di dare un calcio alla fama e al successo garantiti dalla televisione per immergersi in un mondo che sentiva più suo, quello del teatro.

Il risultato? Gaber è diventato l'artista dei radical chic, lui che ha portato sulle scene il Signor G e che sottolineava come Da un lato esistono persone che accettano passivamente tutto quanto viene loro propinato dal sistema. Dall'altro esistono quelli che credono di porsi in modo antagonistico al sistema, ma il loro antagonismo è fasullo e nel giro di breve tempo viene recuperato. Vedi la moda dei jeans che ormai alimentano vere e proprie industrie. Entrambi i tipi non sfuggono alla massificazione.

Non è che qui si vuole fare un paragone tra i due: con tutta la stima per il giovane di Ronciglione, il signor Giorgio Gaberscik ha dalla sua oltre 40 anni di palcoscenici, oltre 40 anni di lavori con cui ha “giocato” a far la Cultura di questo Paese, spingendosi anno dopo anno sempre più in là di quanto fosse al passo con i tempi, tanto che soltanto oggi – forse – stiamo iniziando a comprendere davvero la forza dei suoi lavori, che si tratti di una canzone o di uno spettacolo intero.

Semmai, quello che sembra suggerire tutta la vicenda è che forse ancora non siamo guariti dalla paura del nuovo, di quello che non è “classificabile” secondo una scala predefinita e applicabile con precisione matematica. Solo se qualcuno (meglio se stampa o tv) ne certifica la validità, allora, forse, siamo disposti ad ammettere che sì, si tratta di qualcosa di piacevolmente inaspettato. Nonostante questo qualcosa ci abbia indotto, fin dal primo ascolto, una illogica allegria capace di farci star bene.


read more "Appunti su questi primi nuovi giorni"

martedì 6 novembre 2012



Sarà in vendita solo il 13 novembre, ma fa notizia già da un po' perché il Signor G è e resta uno dei pochi eterni grandi della nostra canzone d'autore


Perché ce ne occupiamo noi? Perchè tutti, ma proprio tutti, usano come nome di richiamo quello di Marco Mengoni, presente nel triplo cd “Per Gaber... io ci sono” con Destra-Sinistra.

È vero, non si fa solo il suo nome. Ma, a ben guardare, nella strettissima selezione usata (i più citati – a parte il Nostro - sono Emma, Noemi e Morgan) quello che sembra essere il più rappresentativo, forse ai nostri occhi di fans, è proprio quello di Marco Mengoni.

A darne ampio spazio è perfino Dalia Gaberscik, figlia di Gaber e cuore/anima della Fondazione Giorgio Gaber, che nel video proposto da Repubblica non lesina parole per la canzone interpretata da Marco, tanto che proprio il quotidiano diretto da Ezio Mauro inserisce ben due spezzoni del brano, scegliendolo come buon terzo dopo Mina e Celentano.

Il brano interpretato dall'artista laziale sul palco del Festival Giorgio Gaber quel 24 luglio 2011 è stato reinciso per l'occasione, scegliendo un tempo leggermente più lento, e – da quanto si sente nei 28 secondi di anteprima forniti da RTL che pubblicizza il disco proprio con l'interpretazione mengoniana – sembra ci sia tutto attorno un'atmosfera ancor più ironica, forse (ne abbiamo ascoltato solo 28 secondi!) per sottolineare ancor di più l'incredibile attualità di un pezzo datato 1994 (ben 18 anni fa), ma che il genio della coppia Gaber-Luporini ha reso eterno.

Il triplo cd tributo a uno dei più grandi della nostra musica uscirà il prossimo 13 novembre. Tre cd per ripercorrere le tappe fondamentali di un viaggio che è molto più che semplicemente musicale. Un appuntamento che non avremmo mancato comunque, ma che – vista la presenza di Mengoni – ci troverà, oltre che compiaciuti per la musica, anche un po' orgogliosi: tra tutti gli altri, anche Marco può dire “io ci sono”.

Per non fare un torto al disco di prossima pubblicazione, vi invitiamo ad ascoltare un'altra interpretazione offerta da Marco Mengoni sul palco di Viareggio: cliccate qui per ascoltare L'illogica allegria.

 Per tutte le altre news... stay tuned!

Marco Mengoni canta L'illogica allegria al Festival Giorgio Gaber - Viareggio, 24 luglio 2011


read more "La "sua" Destra-Sinistra per Giorgio Gaber"

domenica 4 novembre 2012



La stagione delle domande fatali persiste, come una sorta di anticiclone
che ci concede cieli sereni lontani dall'ansia dell'attesa. Così, ecco la domanda fatale del giorno, posta su twitter da Pico Cibelli, A&R di Sony Music.

Marco Mengoni in una bella foto di Sabry Giardy

Il quale, rivolgendosi direttamente ai fan di Marco “The Voice” Mengoni, ha chiesto nel suo tweet quale artista sarebbe “giusto” per un duetto con il Nostro.

Alla domanda, che poteva essere “fatale”, le risposte sono state tantissime, così tante che abbiamo deciso di chiudere la raccolta dei (nostri) dati e di considerare solo i nomi che fino alle ore 16 di questa domenica 4 novembre hanno ricevuto più menzioni. Per darvene conto con un riassunto che sia il più leggibile, vista l'enorme differenza di preferenze, dividiamo il responso in due sezioni: +20 e -20.

Nella sezione +20 la più indicata dai fans è Elisa, seguita – ma non certo a ruota – da Giuliano Sangiorgi/Negramaro parimerito con Giorgia. Chiude la +20 Nesli, il cui omaggio a Marco Mengoni in quel del Palasharp durante il live dell'11 settembre 2010 è ancora nel cuore di tantissimi.


Nella sezione -20, in testa troviamo Lorenzo "Jovanotti" Cherubini, seguito da Noemi, dal Solis String Quartet e da Mina. Parimerito per Adele, Paolo Nutini, Selah Sue. A un'incollatura, Tiziano Ferro e Enrico Melozzi, mentre chiudono la nostra “classifica” Stefano Bollani e Giovanni Sollima.


Una menzione a parte merita la scelta fatta da tanti (ma non molti) che hanno risposto con un “se stesso”, quasi a voler suggerire che Marco Mengoni lo si ascolta molto volentieri anche da solo, parere che sembra confermato da quanti hanno suggerito i nomi dei maestri di uno strumento come Sollima, Melozzi, il Solis String Quartet e Bollani.

E a quanti si stanno chiedendo il perché di questa domanda, possiamo solo ripetere un saggio “ah! saperlo...”.

Stay tuned! 


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