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martedì 24 aprile 2012

Sul palco sono sempre e comunque io



Da www.ch-ti.ch

 

 

Marco Mengoni
a Lugano mercoledì 25 aprile
intervistato per noi
da Monica Mazzei




Cosa porterai al Palacongressi, lo stesso spettacolo visto all'Arcimboldi? E la scaletta quale sarà?
Sempre lo stesso, si, anche perché praticamente abbiamo messo in piedi 2 tour in uno, questo è la continuazione ideale del primo... Ci sarà molta musica, perché è l'elemento per me più importante.
La scaletta potrà variare; ma come sarà molto dipenderà dalla risposta del pubblico e dalle sensazioni che mi susciterà con la sua risposta.

Ho saputo che uno dei nomi noti che ti ha aiutato nella creazione del tour, è la celebre Elisa. Com'è nata la collaborazione?
In un modo molto semplice. Ci siamo visti in un ristorante e lei mi ha raccontato le sue idee, dicendomi come come le vedeva nel tour. Poi siamo stati per 2 giorni nel suo studio, dove abbiamo approfondito.
È stato un bellissimo scambio.

Tra gli altri artisti che ti hanno dimostrato stima, Mina e Celentano... In che modo te l'hanno fatto sapere?
In modo semplicissimo, ad esempio telefonandomi per dirmelo e chiedermi un incontro. Mina in particolar modo mi ha invitato a casa sua, da voi in Svizzera.

Mina non ama più da anni le apparizioni in pubblico. Ha commentato in qualche modo le tue sul palco così intense e spettacolari?
Quando ci siamo incontrati, è stata soprattutto un'occasione per parlare in amicizia, per sviluppare un contatto umano, piuttosto che per parlare di lavoro... Ricordo che quel pomeriggio all'inizio ho fatto una passeggiata conversando con sua figlia, poi sono stato invitato a casa di Mina, una casa stupenda peraltro, con una vista superba...

Tornando al concerto... Le cover, sono importanti? Ho saputo che nel tour ne canti di nuove.
Per me le cover sono importanti perché mi aiutano a ritrovare le mie origini, che affondano nella musica più soul e quel tipo di musica appartiene per lo più alla musica inglese. Mi scatenerò comunque in un random che andrà dal 1967 al 2000; così faranno capolino i Beatles, ma ci sarà anche qualcosa di punk...

Sicuramente te lo avranno già chiesto... Ma perché hai chiamato questo disco 2.0, che rimanda ad un particolare tipo di condivisione in Rete? Volevi fosse di buon auspicio?
Il nome in effetti rimanda all'idea di aggiornamento. L'aggiornamento simbolico di Marco. Anche perché gli altri erano tutti EP e questo è il primo album di studio.

Pensi come molti artisti che unire più forme di arte aiuti a decretare la riuscita di un progetto musicale?
Io provengo da una scuola d'arte, e trovo che se ne misceli più forme credendoci veramente, il risultato non si faccia attendere, anche se non per questo ne decreta il successo totale ad ogni costo.
A me l'arte fa sentire bene e potrei dire che l'amo più della musica che faccio, perché nella creazione artistica mi sento veramente io, libero, mentre la musica a volte è quasi un lavoro.

Si respira molta attesa ogni volta che si avvicina un tuo concerto. Chi ti segue, forse vorrebbe anche sapere se ciò che mostri sei davvero tu nella tua essenza più vera o se porti una maschera.
Potrei dire che sul palco noi portiamo le esagerazioni di noi stessi, amplificando ciò che siamo. Ciò serve anche per comunicare in modo più forte una sensazione o un messaggio, ma partendo da questo, posso dire che sono comunque io quello che si vede sul palco.

Cosa ti carica di più durante un concerto?
La risposta del pubblico, quando è forte, univoca ed entusiasta, mi comunica la più grande energia!

"Dall'Inferno" ha la particolarità di essere il brano che hai scelto per uscire anche in EP. Trovi ti rappresenti più di altri?

No, assolutamente nessun brano mio ha questa specialità solo sua. È semplicemente un lavoro di ricerca ed è stato messo un po' in risalto per questo. Ma nella creazione è tutto un fluire e mai nulla deve essere chiuso, ma tutto si apre e si chiude di continuo...

Qualche domanda su alcuni brani del tuo ultimo disco... "Tanto il resto cambia" parla di come ci cambia una relazione finita male?
È un brano molto pessimista, anche se io vedo la vita sotto una luce più positiva che non in quel brano. Ma del resto, racconta di un cambiamento inaspettato, dopo un amore finito e non poteva non essere triste... Eppure, contiene la sua speranza: tutto cambia per fortuna e c'è ancora un'aspettativa...

Di "Tonight" cosa si potrebbe dire?
Che è un giochino, quasi. Con la sua leggerezza e le sue semplici frasi, voleva ricalcare la leggerezza di molti brani inglesi che non dicono moltissimo in realtà nel testo, ma per me è in primo piano sempre la musica.

"Come ti senti" invece, con le sue domande ossessive, si snoda nel contrasto della difficoltà di emergere per poi sfociare nell'accusa contro chi forse non sa capirti...
In realtà non è un'accusa, o sarei stato molto più duro! Racconta semplicemente di cosa mi fa sentire solo e succede soprattutto quando mi fanno delle domande non inerenti al lavoro e poi magari nemmeno ascoltano la risposta, perché pensano solo alla domanda seguente...

I Cluster secondo me sono un po' lontani dal tuo genere... Perché li hai scelti per incidere un brano?
Io adoro la musica a cappella e mi spiace che in Italia, pensando agli anni recenti, avessero acquisito una certa notorietà solo i Neri per caso. I Cluster hanno fatto tutti il conservatorio, ma hanno scelto di usare la voce per creare, approcciando la musica in modo incredibile. Mi sono sempre piaciuti e sono contento per loro che ultimamente hanno vinto anche un premio.

E a Neffa, che ha scritto un brano del tuo disco, cosa ti ha portato?

Semplicemente io gli ho chiesto di scrivermi un brano e lui è stato capace di farlo con leggerezza, ironia e un filo di follia come lo volevo io.

Una domanda un po' fuori dall'ordinario... Pensi che il look giusto aiuti a costruire il personaggio?
Mhà, ultimamente io mi sono vestito anche come un clochard... Ma dal momento che vengo dall'arte e per me l'estetica conta, trovo che sia utile per trasmettere un messaggio. C'è differenza tra uno smoking e una felpa e credo che siamo tutti un po' umorali e penso che a seconda dei colori e dell'abbigliamento che scegliamo la mattina, vogliamo comunicare al mondo, anche inconsciamente, come ci sentiamo. Secondo me dovrebbe essere studiata molto di più questa forma di comunicazione.

Per concludere... La tua carriera già da diverso tempo è tutta in ascesa... Hai mai paura che tutto questo svanisca?
Continuamente. Io mi sento perennemente in bilico. Eppure, sono consapevole di come questo sia benefico, perché ti spinge inesorabilmente a dare sempre di più, altrimenti ti infeltrisci senza accorgertene!

Fonte: http://www.ch-ti.ch/index.php/musica-news/5801-marco-mengoni-a-lugano-mercoledi-25-aprile-intervistato-per-noi-da-monica-mazzei

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