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lunedì 24 febbraio 2014


Riproporre con una canzone le emozioni che facevano battere i cuori cinquantadue anni fa, senza alcuna malinconia ma con la gioia piena di un attimo che palpita vivo, è cosa assai difficile. E chi ci riesce può -a ragione- essere chiamato "grande". Come Marco Mengoni
 
A sinistra, Sergio Endrigo canta nel 1962 "Io che amo solo te". A destra, Marco Mengoni con la stessa canzone nel 2014

Si fa presto a dire “gli anni Sessanta”. Si fa presto a dire “canzone d'autore”. Ci si sente già più belli, più eleganti, più “bon ton” solo a pronunciarle queste definizioni, e molti lo fanno con la certezza di andare sul sicuro, senza tema di smentita. Ma una cosa è l'ennesima operazione nostalgia - le pettinature cotonate, le minigonne, la plastica color pastello, la dolce vita e così via– e un'altra è far rivivere attraverso la musica lo spirito di un'epoca. 

Nella quarta serata del Festival di Sanremo 2014 si è voluto omaggiare il fiore all'occhiello della produzione musicale del nostro Paese, quel patrimonio di brani che oltre ad entrare a far parte della nostra vita l'hanno anche resa più bella - o comunque più intensa- e stanno già scavalcando le generazioni. Dalla, De Gregori, Bindi, Tenco, De André, Bennato, Paoli... autori molto diversi sia per stile che per modo di arrivare al pubblico, ma tutti ugualmente capaci di dare ai pochi minuti della canzone un peso specifico espressivo molto importante. 

È normale che la distanza temporale abbia dato ad alcuni pezzi una patina di antico o che li abbia, apparentemente, allontanati un po' dall'ascolto di oggi, ma giustamente è con uno di questi che è stata aperta la serata. 

Senza inutili presentazioni, palco vuoto, accordi d'orchestra e Marco Mengoni che entra avvicinandosi al microfono. C'è gente che ama mille cose... e la magia è così immediata da spegnere ogni ultima distrazione e far chiudere gli occhi. 

Si, è proprio “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Per molti, un bouquet di ricordi da assaporare, per altri una sorpresa di parole incredibilmente dirette, forti ma proposte quasi con umiltà. E con grande umiltà Marco entra nel pezzo: calibrando il tono sommesso nei versi iniziali, quelli in cui l'autore parla degli “altri”, quelli che amano e ricercano le mille cose del mondo, e slanciandosi poi, ma sempre con grande dolcezza, nella dichiarazione più forte che si possa fare “io che amo solo te non ti lascerò”. 

Amore. Senza dubbi, senza incertezze: amore per tutta la vita. Quasi un atto di fede. L'amore che basta a superare ogni difficoltà, che sembra così ingenuo, oggi, così datato.

Marco sorride, perché interpreta un uomo che sorride alla vita, che sta parlando alla donna che ama e con la quale vede il suo futuro. Marco canta la vita come la si vedeva allora: non facile, non ricca, ma straordinariamente bella.

Le canzoni degli anni Sessanta non avevano solo stile, dolcezza e i verbi all'infinito senza l'ultima lettera (veder, capir, amar...), ma anche una struttura musicale impeccabile e la capacità di andare subito al nocciolo delle emozioni: la nota distesa e libera che arrivava con la sua luminosità dopo il passaggio tra la strofa e l'inciso, la ripresa identica con poche parole cambiate, il gusto di poter dire -ad alta voce in pubblico- parole come “bacio”, “labbra”, “stringimi” in un'epoca in cui le ragazze dovevano cercare scuse per uscire sole da casa. 

Stupore. Meraviglia. Le canzoni allora erano un codice che i ragazzi usavano per dirsi le cose da una finestra all'altra quando il telefono era chiuso con il lucchetto. 

Questa è la forza di una canzone dei primi anni Sessanta, e questo Marco ha fatto sentire sulla pelle, ha fatto respirare, ha fatto sorridere con la sua voce morbidissima e fluida, intensa ed elegante. Con la misuratissima gestualità di Endrigo e la parola “gioventù” che diventa un sospiro.

Marco che fa saltare indietro il calendario di 50 anni in pochi minuti senza fare “operazioni nostalgia” ma, come sempre, grande musica. (mlml)

 
read more "Il mago che gioca con il Tempo"

sabato 22 febbraio 2014

 

Dopo il dati Auditel, arrivano i dati Social. Ma tanto sono complicati i primi, quanto – e più – sono complicati i secondi. E noi che da fan certo non abbiamo dimestichezza con le analisi twitteriane, ci troviamo un po' spiazzati tra quanto si dice e quanto si legge.



È fortemente possibile che ci sbagliamo. Però i nostri dati social, che non sono nostri bensì sono quelli letti dai “termometri” anonimi di twitter, ovvero i software messi a disposizione sul web che non conoscono nessuno, non guardano in faccia nessuno, e si limitano a riportare i risultati dati dagli algoritmi Twitter, i dati twitter – dicevamo – raccontano un'altra storia. E visto che abbiamo photoshop, lo usiamo, facciamo STAMP e dimostriamo che... 



Leggendo queste tabelle riportate puntualmente dal sito trends24,sembrerebbe che la tendenza #MengoniOspiteSpecialeSanremo2014 sia stata, in merito alla quarta serata sanremese, la più forte. Possiamo sbagliarci, certo. Magari ci sono calcoli che noi non sappiamo fare, ed è vero che tutto è relativo. 

Infatti, quelli riportati qui sopra sono solo le tendenze italiane. Nel mondo, invece, la situazione è stata questa:



Quindi sì: è vero, "il web si inchina a Marco Mengoni", proprio come titola oggi qualche blog. Ma consentiteci, a noi che siamo solo fan, di esibire con orgoglio QUANTO estusiastico sia questo inchino, che passa sì per l'hashtag usato dai fan – cui si aggiunge tutto quel pubblico richiamato dalla magnifica esibizione dell'Artista – ma anche per la comunicazione social di giornalisti e piattaforme musicali, cui aggiungiamo con grande emozione il post di Claudia Endrigo, figlia di Sergio, che nessun contatto con l'universo mengoniano ha mai avuto. 


Marco Mengoni canta e INcanta pubblico in sala e famiglie davanti alla televisione, giornalisti e comuni mortali. Perché, facendo la citazione, per capire la musica basta avere le orecchie. 

Stay tuned!
read more "Il web lo incorona Re. E molto più di quanto sembri"

mercoledì 19 febbraio 2014




Che notte ieri notte! Era una serata sanremese come tante altre fino a quando, attorno alle 22.30, l'Ansa annuncia "Mengoni torna a Sanremo"! 





Le prime notizie, in effetti, erano cominciate a circolare fin dal pomeriggio: qualche post qui e lì che faceva riferimento alla ventilata presenza di Marco sul palco dell'Ariston - tutti commentati più o meno con la stessa domanda "la fonte?"; poi il tweet di un blog, attorno al quale si legge "lo ha detto una ragazza che è a Sanremo!". 

Fino a qui, siamo sinceri, abbiamo dato pochissimo peso a questa possibilità. È vero, di mattina c'era stato un tweet malizioso di Marta Donà, manager di Mengoni, che annunciava in perfetto latarma-style l'arrivo di grosse novità, ma... Ma dall'artista e dalla sua manager ci INaspettiamo di ogni, per cui azzardare collegamenti ci sembrava prematuro. 

Poi il take Ansa. Probabilmente frutto di un addetto stampa sanremese molto entusiasta o di un giornalista di turno un po' annoiato, ecco che la "Fonte delle Fonti" di ogni italica notizia informa che Marco Mengoni torna a Sanremo venerdì per la serata club: "[...]A quanto si apprende Mengoni aprirà la serata di venerdì con un omaggio a Luigi Tenco. Proprio a Tenco del resto Mengoni aveva dedicato a caldo la vittoria dello scorso anno. Sempre nel nome del cantautore era stata la sua performance nella serata dedicata ai classici, con un versione funk di Ciao amore ciao". 

L'idea di riascoltare Marco Mengoni così presto - solo fra tre giorni! - e di ritrovarlo su quel palco che per noi fan segna l'inizio di un anno meraviglioso, bè, ci ha entusiasmato così tanto che abbiamo esultato come se avessimo vinto alla lotteria. Poi ha cominciato a riecheggiare un solo passaggio: "... con una versione funk di Ciao amore ciao". Funk? Mah...

Certo abbiamo rimesso i piedi a terra, e così abbiamo seguito tutte le tracce dell'argomento, fino ad arrivare al comunicato della famiglia Tenco, pubblicato domenica scorsa ma da noi letto solo ieri notte. Niente di particolare o di "strano": per chi si è sempre distinto negli anni per l'alto profilo culturale tenuto, è ovvio che prima di un evento come quello sanremese si pensi a mettere tutti i puntini sulle "i", ovvero "se volete parlare di Luigi fatelo ma nel pieno rispetto della sua figura". Ed è una precisazione che ci sta e ci sta tutta. 

Questo comunicato, lo strafalcione dell'Ansa... abbiamo pensato bene di attendere prima di continuare i festeggiamenti, sapendo che certo oggi ne avremmo saputo di più. 

E così è stato. nel corso della conferenza stampa di questa mattina (al link, dal min. 25:13), Fabio Fazio - a domanda diretta - ha confermato la presenza di Marco Mengoni come ospite d'apertura della quarta serata del festival, ma non ha risposto sulla canzone che il Nostro regalerà dalla Città dei Fiori.

Avendo imparato nel corso di questi anni a non dare mai nulla per scontato, non proviamo neanche a fare qualche ipotesi: restiamo ad aspettare, venerdì saremo tutti davanti alla televisione con il cuore impazzito e il respiro sospeso perché comunque vada saranno #solocosebelle.


Stay Tuned!

 
read more ""The Voice" torna a Sanremo"

martedì 11 febbraio 2014




Marco Mengoni si prepara per il mercato di lingua spagnola. E lo fa come non 
ci saremmo mai aspettati, lasciandoci ancora una volta stupiti per la classe 
e l'eleganza che questo artista sa dosare in ogni sua azione, in ogni suo gesto.
 

Sì, perché nonostante questa sia la notizia che campeggia su ogni testata, blog, radio, agenzia, pagina facebook o profilo twitter che tratti di musica, Marco ha scelto la strada fino ad ora meno eclatante ma certo più coinvolgente che ci sia: sta facendo parlare la sua musica.

Così, prima ancora di esordire come ospite in trasmissioni televisive, prima ancora di essere protagonista di spettacoli musicali, ecco che il 4 febbraio esce su iTunes la sua musica, la sua Incomparable, versione in castillano de L'Essenziale, il cui testo mantiene intatto il significato di inno universale all'Amore (quello con la A maiuscola) e alla voglia di non arrendersi mai alle difficoltà. 

E anche se è solo in versione audio, il singolo debutta al primo posto in Italia e in TOP 50 in Spagna. Ma le classifiche non mancano di lasciarci senza sorprese: quando esce il video, il 10 febbraio, ecco che l'album #Prontoacorrere schizza nelle top chart orientali, Estonia e Moldavia in testa. Incredibile... anzi, incomparable...  

Incomparable come il video, di cui non analizzeremo i significati reconditi ma solo il suo lato visivo, il suo lato artistico. 

Diretto da Luca Tartaglia, il video ha un respiro davvero internazionale. Cinematografico nella fotografia, con un gioco di chiaro-scuro quasi gotico, si lascia illuminare dai bianchi forti di finestre aperte, dai rossi vivi di tendaggi immobili e di moquette su cui rimbalzano magie, e dal verde liquido di immagini che sembrano dipinte con vecchi proettori a bobina. 

Gli effetti speciali poi, pur avendo un impatto così poco fantascientifico, sono di grandissima efficacia emozionale: dall'ombra che sdoppia la figura del Nostro mentre scende le scale, alle scie di fuoco che riscaldano il video con bella enfasi, fino all'effetto flou che toglie il “tempo”, sfumando la scenografia e ponendo al centro di un presente-altro l'unico Protagonista, che ammalia con ogni suo singolo, misuratissimo gesto e con ogni sua singola, musuratissima espressione. 

Questa è probabilmente la parte che più ci ha stupito: mentre gli accadimenti (scie infuocate, oggetti che si ricompongono, cordami che sembrano suonare...) ci fanno esclamare un OOOH! di meraviglia, trasportandoci in una realtà di magia, Marco Mengoni canta con profonda consapevolezza un testo che racconta di umanissimi errori e trappole. Due piani di comunicazione opposta che si risolvono nella scena finale, quando la realtà ci dice che, alla fine della musica, gli oggetti che cadono si rompono.

Un gran bel video, da guardare apprezzandone la qualità artistica come si guarda un film o come si ascolta la musica: lasciando semplicemente che ci conquisti per quello che sentiamo e vediamo. 


read more "Incomparable, un video da Artista"

domenica 2 febbraio 2014




Come ricordare tutto questo 2013 mengoniano? Come tracciare ogni singolo passo, ogni singola svolta vissuta in 12 mesi ma che raccontano quasi tutta una vita artistica?
Ovviamente, non era possibile riassumere tutto se non con un burocratico elenco puntato... oppure... Oppure lasciando parlare il Protagonista, o meglio, raccogliendo le dichiarazioni che più sono piaciute ai fans cui abbiamo chiesto di partecipare al nostro sondaggio "Mi è piaciuto tanto quando Marco ha detto..." . Il risultato è un incredibile viaggio nella sua carriera, quasi dai primissimi giorni, che ripercorriamo attraverso link video e articoli di carta stampata.

Marco Mengoni - ph. Lucia Lena

"Mi voglio muovere e cercare una strada 
che sia ancora più mia" 


"Per amore direi addio alla musica" 

"Quando capisci che sei unico compresi i difetti... 
nel senso che veramente non esiste un altro te al mondo..."

"Oltre a Lucio ho avuto la fortuna di conoscere Adriano Celentano e Mina, e ho capito che i grandissimi hanno una voglia di arte infinita e la voglia di combattere contro quello che non va nel nostro sistema. Hanno la gioia, ecco. 
E io, che non sono nessuno, ora che quella gioia l’ho vista nei loro occhi lo devo fare per forza, ’sto lavoro. Perché, tra qualche anno, quello sguardo lo voglio anch’io."  

"Era giusto farla in questo festival perché é il festival, secondo me, della libertà. Lui non ne ha avuta molta, perché questa canzone è stata censurata, non é arrivata nemmeno fino alla fine, fino alla finale. 
Quindi era solo un prestare la voce a questa persona che forse non ha potuto esprimere del tutto, in quella società lì, in quegli anni lì, quel che voleva".

Al 17 febbraio 2013 la pagina ufficiale Marco Mengoni aveva poco più di 330.000 iLike. Oggi...

"Da solo suono stonato, insieme suoniamo alla perfezione"
Repubblica.it, 17 febbraio 2013

"Per L'essenziale, io tendo a scrivere quello che mi succede nel quotidiano. Sono tornato un po' a casa e ho guardato un po' in giro tutte le mie cose passate, le mie origini mi fanno sempre un po' ritrovare le cose che forse mi ero perso e mi hanno fatto ritrovare un po' di colori...un bel po' di colori" 

“Ancora oggi fatico a capirmi e a capire gli altri [...] non capisco certi preconcetti, è come quando critichi un cantante con la scusa che viene da un talent fregandotene se è uno che ama la musica perché tanto è più facile mettere un’etichetta [...] La diversità non esiste, è una parola di merda, inventata non so da chi, che genera mostri [...] Mi sfugge cosa sia normale e cosa sia puro, forse solo Cristo e la Natura sono veramente puri” 

"Sono per la libera interpretazione, penso che l'artista 
non debba spiegare il proprio istinto e, come nella pittura, 
il quadro debba essere giudicato da chi lo guarda 
e non dal critico!"
Intervista su Chi n.9 del 27 febbraio 2013 

"L’amore del mio pubblico ha sempre costituito il parametro per soppesare il mio lavoro e scoprire quanto sia buono. Soffro soltanto quando mi danno dell’interprete. In realtà il sottoscritto se le scrive anche, le canzoni”.

"A me piace lavorare. A me piace conoscere. 
Confrontarmi con le persone, andare avanti... per crescere" 

"Mi piace pensare che la vita e la carriera siano solo un passaggio di testimone, una staffetta di cui faccio parte. Corro per affrontare il vento avverso, un po’ perché la società me lo impone, un po’ perché non sono disposto a fermarmi, mai."  

Come ci si sente a portare l'Italia in Europa? ''Io mi sento un po' in imbarazzo a rappresentare una nazione musicalmente, dovremmo andare minimo in quaranta... dovremmo essere tipo una truppa... 
per questo abbiamo scelto L'Essenziale...''

"Mettiamo un po meno sul palco, perchè la musica non ha tanto bisogno di soldi, ma solo di orecchie."

“C’era prima un lenzuolo bianco con delle scritte. Lo posso rivedere un secondo? So che non ci può stare. 
Un secondo solo, perché vuol dire tanto per me quella cosa lì"
 
"Nella vita l’essenziale è avere passione per tutto, che siano i rapporti personali, il lavoro o gesti quotidiani come preparare un semplice caffè. Per me oggi l’essenziale è salire su un palco e condividere le emozioni di quest’anno intenso 
con le persone che l’hanno reso possibile".

"Spero che tutto l'esercito sia veramente molto sereno, 
in tutto, e che non si facciano fazioni o qualcosa 
del genere perchè chi c'ha da ridire quella è la porta. 
Noi vogliamo amarci!"

"L'amore, non come parola ma come atto è proprio importante; l'emozione che una persona può provare davanti ad un amico,al compagno, alla compagna... sì, davanti ad un pubblico... perchè davanti ad un momento di smarrimento mentale mi sono ripreso semplicemente con una data, perchè credo che ci sia un'energia, chiamata amore, sentimento o quello che ce pare..." 

“Mi piace cambiare pelle e mutare spesso, mi annoio a fare le cose sempre uguali e in più sono dell’idea che si debba essere assolutamente sinceri col proprio pubblico [...] Molti di quelli che parlavano di Mengoni solo quando si trattava di pettegolezzi o di mie presunte frequentazioni personali 
sono stati costretti a commentare altre cose, ovvero successi di classifica, di vendita, e di un tour che fa tutto esaurito ovunque” 
On Stage n.64 - settembre 2013

"[...] Non passeranno sicuramente tante cose... tante cose non vengono mai dimenticate. Sicuramente le cicatrici che lascia una storia... una storia che magari non per forza hai vissuto tu... ma comunque una storia che hai visto... 
sono sempre visibili...''

"Diciamo che io sono un surfista e voi la mia onda anomala"
Napoli - Teatro Augusteo - 9 ottobre 2013
  
"Penso di essere un impiegato della musica 
che fa il suo lavoro con dignità" 

"È una cosa sana dubitare di se stessi, e del lavoro 
che hai fatto. Se non avessi dubbi sarei già finito, non avrei limiti da superare, obbiettivi da raggiungere... " 

"È il rapporto con il pubblico che mi spinge a fare musica, suonare dal vivo è la cosa che ti fa andare avanti, 
ti rende felice di fare questo mestiere. 
Per me è la cosa più fica che c'è. 
Essere in studio per registrare va bene, è ovvio, ma dopo un po' mi sento un po' stretto. Invece quando suono dal vivo ogni sera è diversa, ogni concerto è come se fosse l'ultimo, non sai cosa succederà domani e quindi dai tutto quello che hai. Ogni sera quando salgo sul palco per me è l'ultima volta, e quindi cerco di dare tutto, di sgolarmi, di triturarmi le mani sulla chitarra...".

"La vita è una sola e sinceramente non so se dopo ce ne sia un altra,quindi, cerco di godermela piu possibile e spero che tutti lo facciano. Perseguo,ovviamente e sempre, la libertà assoluta del nostro popolo e del mondo perché solo con la libertà riusciremo a capire che l'unica cosa che conta veramente, in questo mondo, che noi diciamo molte volte è un mondo di merda - ed invece non è un mondo di merda, bisogna saperlo prendere - l'unica cosa che ho imparato io da quando sono nato a questa parte è che veramente bisogna sempre mettere davanti il cuore e basta, il resto è veramente, veramente noia! 
Dal 2009 ho un godimento diverso perchè delle persone, che trovo in ogni data qua davanti, hanno permesso a me di aggiungere dei piccoli mattoncini di esperienza a questa vita e al muro della mia piccola carriera!" 

"Quest’anno è stato essenziale, questo tour è stato essenziale. Non credo di essere cambiato, ma credo di aver capito quali sono le cose che voglio e le cose che non voglio. Credo di aver imparato a giocare con serietà e ad essere serio giocando. È stato un anno veramente impegnativo. 
Ma credetemi: non sono affatto stanco 
e ho ancora una gran voglia di correre"

"L'odio che mi lega a Donna Musica è molto difficile da spiegare, io la odio perchè sono un suo schiavo, la odio perchè non posso fare a meno di seguire ad un accordo, la odio perchè quando lei chiama io devo essere lì e come odio tutte le dipendenze odio anche lei, odio anche la musica"

"Le esperienze più negative sono quelle che ti insegnano 
di più e devi rendere grazie ad esse 
per poi arrivare ad essere quello che sei" 

"Ho lavorato con Ivano Fossati che rimane comunque un intoccabile. Io non voglio neanche incontrare i miei miti, cioè io se domani incontrassi David Bowie, cambierei strada, perchè non voglio... 
loro rimangono quello che sono, dei geni incredibili!"

"In quei momenti sono come in trance. E il pubblico mi riporta alla realtà, facendo volare lanterne o aquiloni. È allora che insieme diventiamo un’onda di energia: fiato e molecole [...] Non trovo tristi né la fine né l’inizio di un amore, che è quello di cui parlo nelle mie canzoni. La fine è il temporale, l’inizio un arcobaleno. È lì che la risenti, la parte animale che vive ancora dentro di te”

"Durante il tour nella coda finale di In un giorno qualunque ho iniziato ad abbracciare il pubblico. 
Un modo di arrendermi"  

"Sono un eroe che piange. Se provo un’emozione forte, è facile che mi escano le lacrime. Per questo amo gli eroi latini, non quelli greci. E mi piace pensare di avere dei poteri, ma sono anche per il difetto che si vede."
Vanity fair n.47 - 27 novembre 2013 
  

"Mi piace capire, molte volte poi quali sono le storie 
che stanno dietro al 'fanatismo' che può avere una persona diciamo per me..."

"L’immagine di quest’anno... io credo... la cosa che abbiamo fatto ripetutamente per piu’ di 40 volte è salire su un palco... e quindi la cosa, l’immagine che viene sempre è diciamo il Kabuki, che sarebbe il telo che è davanti al palco... 
e vedere comunque tutti quei flash lì... quella è l’immagine - boh diciamo - con la quale mi piace un po’ addormentarmi... perché è una delle immagini più belle di questo mestiere". Che Tempo Che Fa - 7 dicembre 2013  

"Sembra un po’ da matti, però il compromesso è forse 
il mezzo veramente per la libertà… il fatto di scegliere 
e di essere consapevole di questo compromesso 
che tu fai con te stesso..."

"Anche se canto qualcosa che non ho scritto, io ci sono comunque. Se mi arrivano dei pezzi tendo sempre a modificarli, a portarli verso di me. Poi, come disse De Gregori, siamo dei cantastorie e se a volte canti quella di altri devi avere una buona dose interpretativa, devi prendere il pezzo e cercare un'esperienza della tua vita per collegarla a quella e fargli prendere un senso. Leggendo o cantando certe frasi devi risalire a quelle sensazioni".


Marco Mengoni e suo padre in un'immagine pubblicata dall'artista stesso sulla sua pagina facebook

"Papà, io Marco Mengoni lo sono sempre stato, 
da quando sono nato"

"Per me quest’anno sarà come una cicatrice, rimarrà nella mia anima. È stato bellissimo, il piu’ grande regalo è stato la crescita. 'Fare' comporta il mettersi a confronto con moltissime cose e situazioni, capire molto di più di te stesso e della direzione che vuoi prendere" 

"Io navigo su influenze molto varie, da Verdi e qualsiasi cosa mi sia piaciuta nella vita. Alcuni pezzi, lo ammetto serenamente, sono più deboli di me, ci sono pezzi che non avrei mai messo in un mio disco, ma non dirò mai quali sono. Mi prendo il rischio, secondo me fondamentale, di farmi consigliare da tante persone a me vicine, come la mia manager. Ho il computer pieni di testi scritti da me che forse non vedranno mai la luce. 
Non sono puramente pop ma qualcosa cerco di farlo entrare dentro la mia musica e in futuro i miei gusti sono certo avranno sempre più spazio nel mio repertorio ".

''E domani che cosa sarà? No, ovviamente son sempre io, ma credo che ci sia un po' una crescita... l'unica cosa che sento veramente adesso, l'unico cambiamento che sento veramente forte adesso, è sicuramente il fatto 
di scegliere, cioè di essere molto più libero, 
di avere molto meno più paura''

''Questo anno è stato un po'... boh... tutti i giorni un po' Natale, no? Quindi, ovviamente nella lettera di Babbo Natale io non scrivo niente perché ho già ricevuto tutto e anche se molte volte la parola 'accontentarsi' mi sembra un po' strana, un po' brutta, quest'anno io ho proprio goduto, quindi mi accontento di tutto quello che c'è stato, anzi gioisco di tutto quello che c'è stato''


 “Il coro più bello della mia vita” 
 
 "Gli occhi per me rappresentano e sintetizzano al meglio 
le emozioni, in particolar modo quelle del Natale". 




"Le prime date di questo tour ero molto impaurito, e quindi nella maggior parte dei pezzi mi capitava molto spesso di chiudere gli occhi. [...] Mi facevano degli urli che dovevano richiamare la mia attenzione e comunque dovevano farmi riaprire gli occhi... perché in ogni data succede qualcosa, in un pezzo che loro decidono, e questo è un modo loro per non farmi chiudere... cioè, la sorpresa è un modo per non far chiudere più gli occhi a me e [...] farmi rimanere comunque in mezzo a loro."     

"L'essenziale è l'inno di questo anno. L'essenziale è salire sul palco...L'essenziale per me è vedere le persone davanti a me che hanno gli occhi così quando partoni i primi accordi di questa canzone... L'essenziale è il punto di rottura tra il vecchio e nuovo Marco. L'essenziale è la parte più emozionante di questo concerto". 

L'Essenziale oggi è anche Incomparable. Ma questo è un altro discorso. Stay tuned!

   









 


read more "Un anno e più attraverso le sue parole"