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martedì 6 dicembre 2011

Il Forum di Assago si inchina a Marco Mengoni( click to comment)

IL FORUM DI ASSAGO SI INCHINA A MARCO MENGONI
(recensione scelta da Paola Funky Gallo tra quelle scritte dai  fan che hanno assistito al concerto)


Il Forum di Assago si inchina a Marco Mengoni. E’ partito da qui il 26 Novembre l’attesissimo Solo 2.0 Tour del giovane artista. Quasi due ore e mezza di dirompente energia, potenza, magia, arte, leggiadria, maestria, ironia, grande spettacolo e vero godimento per uno show tecnologico e futuristico e una vera esplosione di emozioni.


L’attesa è spasmodica. Era l’11 settembre 2010 quando in un Palasharp gremito, il pubblico lo salutava tra lacrime di gioia e commozione per la sua ultima data del Re Matto Tour dopo ben 4 mesi di fortunatissimi concerti che hanno toccato tutta l’Italia. Marco Mengoni manca dal palcoscenico di Milano da più di un anno e il suo pubblico lo ha fedelmente aspettato.
Gli sguardi si incrociano, le persone si ritrovano e si abbracciano, le opinioni si scambiano, le risate risuonano nell’Arena del Forum. E’ una grande festa per tutti questa sera! Un pubblico finalmente adulto per questo artista troppo spesso relegato nel ruolo di teen idol. 


All’improvviso lo staff fa capolino dal backstage e raggiunge la postazione del mixer, le luci si spengono e…
Sirene metropolitane, sound ipnotico, rullo di tamburi, e vorticose proiezioni sui bianchi pannelli sovrastanti il palco a forma di T, coronato da una lunga passerella che si insinua tra il pubblico ed avvolge l’artista in un caldo abbraccio. Scenografia semplice ed essenziale. Le immagini del Comic sfilano veloci, strani personaggi appaiono sul palco, un misterioso maghetto apre una metaforica porta e Solo urla la sua disperazione con le mani legate dietro la schiena. Benvenuti nel meraviglioso, magico e folle mondo di Marco Mengoni.


Attacco di chitarre e Marco fa il suo ingresso in uno dei templi italiani della musica, questa sera gremito per lui, sulle note di “Searching”. Segue la frenetica “Un gioco sporco” che si snoda tra rock e swing, accompagnata da un corpo di ballo di ben 15 grintosi e scatenati ballerini. Da subito si percepisce che questo non sarà un semplice concerto, che Marco non è un semplice cantante, che il suo pubblico non è un semplice “pubblico”. Tra Mengoni e la sua “gente” si instaura immediatamente un forte pathos, una corrente alternata di amore ed energia. Lui si abbandona totalmente alla musica, allo spettacolo ed al suo pubblico. Balla, corre, salta, padroneggia il palco, improvvisa jam, scherza con i fan e con il suo entourage, si lancia in gag improvvisate (si strappa i pantaloni e trasforma l’inconveniente in un divertente intermezzo). E il suo pubblico lo contraccambia con una venerazione artistica, una partecipazione psicofisica ed un calore umano che pochi artisti possono vantare. 
Incredulo di vedere il Forum così stipato, si inginocchia davanti ai suoi fans, ringraziandoli di essere arrivati ancora una volta a lui nonostante intemperie e scioperi, e continua a guardarsi intorno: “Ma quanti siete?” urla. Più di 8000 persone, più di 8000 anime e cuori arrivati da tutta Italia per sostenerlo ed innalzarlo. 


Per chi si aspettava le solite “vecchie” versioni dei pezzi del Re Matto, ci sono state grandi sorprese. Tutti i brani sono stati ripresi, riarrangiati, rimaneggiati nel nuovo personalissimo stile di Marco: tanta tecnologia, tanto ritmo, tanto rock noir, tanto canto “di pancia”, niente schemi e niente regole. E così “In viaggio verso me” e “La guerra” assumono un nuovo significato ed un nuovo appeal, lente, accattivanti, quasi perverse… La sua “emotional rain”, se non ha scalfito le malvagità che ci sono nel mondo, ha sicuramente toccato le anime presenti. 
Tra led blu e tenui luci rosse, la folla va in delirio all’attacco di In un giorno qualunque, ballad che Mengoni riesce a reinventare ogni volta, rendendola più intensa e dolorosa. Uranio 22 e Psycho Killer mettono in mostra le sue indiscusse doti di performer. Anche un’omaggio a Steve Jobs prima della cover, ricordando che la geniale follia è sicuramente il filo conduttore dell’arte di Mengoni.


Si continua con una toccante versione de L’Equilibrista, resa ancora più delicata dalla scenografia minimale e dalle immagini di un Mengoni “stile anni 20”.
“Il Re Matto è morto, ora esiste Solo, commemoratelo con me”: vero e proprio requiem al suo vecchio personaggio. Incorniciato in una suggestiva cattedrale virtuale proiettata sui pannelli, introduce uno dei suoi cavalli di battaglia, quella “Credimi Ancora” che l’ha portato dritto al 3° posto di Sanremo 2010.
E se è vero che un’artista si riconosce quando non ci sono tanti fronzoli e orpelli ma solo voce, chitarra o piano, le versioni unplugged in sequenza di “Dove si vola”, “Lontanissimo da te”, “Questa notte” e “No stress” fanno ricordare ancora una volta (se ce ne fosse bisogno) perché lui è già capace di attirare enormi folle. Marco, accompagnato dalle chitarre dei suoi fidi Stefano Calabrese e Peter Cornacchia, ha deliziato il Forum con la sua meravigliosa, vibrante ed orchestrale voce.
Ma nessun dorma! “Mangialanima” trascina e fa saltare, testo morDente e arrangiamento brioso e sbarazzino. “Tonight” viene introdotta da un inedito Mengoni pianista ed accompagnata da un drammatico video che conduce in una inquietante stanza 264 e nel mondo delicato ed impervio dei disturbi mentali. La sua voce risuona sempre potente, graffiante, emozionante, sofferta. La sua capacità interpretativa va ben oltre le incredibili e rarissime doti vocali. Espressività e intensità dello sguardo, mimica facciale e comunicazione non verbale del corpo intero rendono questo artista tutt’uno con la musica e con i testi. Lui non interpreta, lui E’ in quanto esiste.


Non c’è tempo per respirare. “Come ti senti” denuncia a voce alta ma in modo del tutto ironico, in perfetto stile “mengoniano”, la stupidità e l’ipocrisia del mondo dello spettacolo italiano: “disco ruvido, allucinante, troppo alternativo, il cantante è troppo ambiguo per questa trasmissione, le famiglie potrebbero rimanere turbate” sono solo alcune delle frasi raccolte in questi due anni di carriera… Intermezzo di samba e si passa al momento glam dello spettacolo. Tra sfrenate coreografie del corpo di ballo diretto da Silvio Oddi ed un caleidoscopio di luci e colori, appare un Mengoni in perfetto stile rock/ broadway avvolto in giubbottino di pelle con led luminosi. Il ritmo è vorticoso, si passa dai frammenti di “I feel love” e “Disco inferno” ai suoi pezzi “Stanco”, “Un finale diverso” e “Fino a ieri”, tutti rivisitati in chiave techno/house, pop, rock, progressive, dance. Il Forum balla divertito ma al contempo ipnotizzato da quanto accade sul palco.
Il bello di questo show è che non ti annoi mai, nemmeno un momento. E, se l’emozione ti coglie di sorpresa in un pezzo lento, subito dopo devi saltare e ributtarti nella mischia con un brano sfrenato. Così arriva il nuovo singolo “Tanto il resto cambia”, struggente e arioso, che Mengoni esegue con incredibile intensità, allargando le braccia quasi a voler accogliere virtualmente a se tutti i presenti, scrutando intensamente il pubblico, fino a commuoversi sentendo l’intero Forum cantare all’unisono il ritornello.


Siamo alle battute finali. “Dall’inferno” è il pezzo preferito da molti dei suoi fans. Ipnotico, cupo, quasi gotico, ispirato a Jack Lo Squartatore, nel quale Marco si cimenta in caldi, sensuali e piuttosto inusuali (per il momento almeno) toni medio-gravi. E convince, eccome se convince! Si arriva così all’ultimo brano della scaletta preceduto dall’epico intro di “Solo Bolero”. “Solo” è graffiante, amara, sofferta, metaforica, sicuramente il brano più intenso e complesso dell’ultimo cd. Mengoni la vive e la trasmette al pubblico con tutto se stesso: ogni singolo muscolo è teso, ogni singola vena palpita. La standing ovation del Forum testimonia quanto questo artista sia capace, con disarmante sincerità emozionale, di arrivare a toccare le più profonde corde dell’anima degli spettatori, anche dei più scettici.


I titoli di coda scorrono – sua la regia ed il concept dello spettacolo, ideato insieme a Stella Fabiani – e qualcuno già si avvia all’uscita. Grave errore! Non è finita qui! Visibilmente felice, rientra in scena con quella eterea Ghost Track che catapulta tutti nel suo futuro visionario ed onirico. A luci accese vuole proseguire, non vuole abbandonare il suo pubblico. Concede un tris a base di cover, dove passa da una acida e ruvida “I can’t stand the rain” alle toccanti e disperate “Natural blues” e “In this world”. E’ visibilmente commosso, si passa la mano tra i capelli e saluta il Forum.
Marco si emoziona ed emoziona, e gli occhi lucidi accompagnati a grandi sorrisi sui volti della folla che lentamente esce dall’Arena la dicono lunga su quanto sia accaduto in questa fantastica serata.


Il futuro della musica è già qui. Ha il volto pulito e monello di un ragazzo di 22 anni che si chiama Marco Mengoni: contraddittorio, estroso, scanzonato, timido, sensibile, umile ed irriverente. Tutto e il contrario di tutto. Ricordatevi questo nome.


tratto da : http://www.paolafunkygallo.it/mengoni/patrizia/

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