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venerdì 2 dicembre 2011

Marco Mengoni a Torino (click to comment)

Domani 3 dicembre parte il tour di Marco Mengoni



foto di Eleonora Berlinghieri
Torino, si cambia. Anche se non parliamo di stazioni ferroviarie, è vero che stiamo parlando di “treni” in partenza, treni speciali come quello che sembra aver preso Marco Mengoni con questo suo Solo 2.0 tour che si avvia, sabato 3 dicembre, dal Palaolimpico torinese.
Sulle previste 60 date, eccoci dunque allo start dicembrino del tour che, in questo ultimo mese del 2011, vedrà l’artista italiano impegnato – oltre che nella città della Mole – al Pala Dozza di Bologna il 7, al Gran Teatro Geox di Padova l’8, al Mandela Forum di Firenze il 14, al Palapartenope di Napoli il 15 e al Palacatania etneo il 17.
Dopo, un paio di partecipazioni “istituzionali”: il Concerto di Natale a Roma il 21 dicembre e il ritorno sul palcoscenico televisivo di XFactor il 22 dicembre.
Si torna in tour a febbraio con le date già annunciate del 3 a Udine – Pala Carnera, del 4 a Rimini – 105 Stadium e del 13 a La Spezia – Pala Mariotti.
Si cambia, dicevamo. Perché i concerti che affolleranno i più capienti palazzetti italiani non avranno la stessa modulazione che abbiamo visto nelle due anteprime di Milano e Roma (26 e 29 novembre) e, se pur non è dato sapere dettagli sul nuovo progetto, è certo che molti saranno i punti fermi, come la scaletta e l’uso della struttura-palcoscenico
Lo spettacolo – Con la regia curata proprio dallo stesso artista, lo spettacolo funziona come un meccanismo ad orologeria. Nessuna pausa, nessuna interruzione, buona scansione dei tempi e soprattutto gran bell’uso del fondale bianco su cui vengono proiettate immagini, video ed effetti luci di grande impatto. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Mengoni, il fondale disegna lo skyline di una città del futuro su cui si scatenano “piogge emozionali”, prendono vita cattedrali gotiche per celebrare il funerale del Re Matto, ma soprattutto vengono proiettati i due bellissimi video che accompagnano Tonight (sul quale l’artista confessa visivamente la sua “ossessione” per la musica) e Tanto il Resto Cambia (con un Mengoni-Pierrot molto intenso).
Oltre due ore di intrattenimento curato in ogni dettaglio, che si tratti della bella atmosfera del set acustico o che si tratti dell’intermezzo “secsi” di un autoironico protagonista alle prese con un palo da lap-dance, o dell’intermezzo rutilante a tutto pop con tanto di giubbino che si illumina. Sì, lo spettacolo funziona, dall’avvio elegante con Searching e con una sorprendete In Viaggio Verso Me (dal precedente cd “Re Matto”, qui in una versione irriconoscibile), fino all’esplosiva Dall’Inferno e alla coinvolgente Solo. Molto apprezzata dai fans l’idea del secondo bis a luci accese, momento che si trasforma in una festa davvero gradita sia per la strana intimità anche senza il buio e gli effetti speciali, sia per la scelta dei pezzi che la animano: I Can’t Stand The Rain, Natural Blues e In This World. In tutto sono 23 i brani portati sul palco, oltre un medley, che si agganciano l’uno con l’altro con buona sapienza.
La Band – Giovanni Ballotti al basso e Davide Sollazzi alla batteria; Peter Cornacchia e Stefano Calabrese alle chitarre; Marco Lucci alle tastiere e Demian all’elettronica. Tutti giovanissimi, con Lucci alla prima esperienza mengoniana e Demian (ovvero Mattia Amico, ex Luana Biz, conosciuto da Mengoni all’interno del loft di XFactor 3) che scopriamo essere un vero talento nell’uso delle sonorità elettroniche.
Il gruppo è puntualissimo nell’accompagnare la voce imprevedibile del ronciglionese (i due e più anni di lavoro quotidiano insieme hanno creato una complicità dal forte impatto), senza mancare di sottolineare la potenza della parte ritmica e l’eleganza della chitarra acustica di Cornacchia, che sposa molto bene le sonorità blues e jazz innate nella voce del front-man. Apprezzatissimo l’apporto grunge della chitarra di Calabrese che dà ancor più corpo al tessuto musicale. 

Il protagonista – Mengoni stupisce. Perché è bravo e perché riesce a tenersi lontano da ogni rischio “citazione”. Interpreta anche le cover (oltre alle tre del secondo bis, in scaletta l’immancabile Psycho Killer e No Stress) in modo assolutamente personale, cercando sempre un suo modo, un “hic et nunc” per dar voce alla musicalità che gli sgorga a getto continuo. Da qui l’unica pecca che gli si può muovere, ovvero quella della ricerca ossessiva del sorprendente, dell’uso della sua voce fino al limite concesso (o fino a qui conosciuto), del volere a tutti i costi demolire la misura “sufficiente” per strabordare. L’impatto emotivo sul pubblico è straordinario, tanto che i suoi fans lo amano anche di più quando lo colgono in flagranza di errore, imprecisioni che certo si dimenticano perché il giovane artista, sul palco, ha la rara capacità di creare un legame complice con ciascuno dei suoi ascoltatori, che siano fans sfegatati o accompagnatori costretti.
E’ bravo, non c’è dubbio alcuno. E ne ha dato l’ennesima prova nell’improvvisazione scat regalata a Roma con la partecipazione eccezionale di Gegè Telesforo, prova d’artista che conferma e convince ancora di più.
Mengoni è giovane. La sua proposta musicale viene additata come una “macedonia” di frutta fresca e piacevole, ma pur sempre “macedonia”. Perché è ad oggi impossibile incasellarlo nel pop, o nel rock o… Sta cercando la sua strada e la sua misura. Sta sperimentando forme d’arte che vanno dalla musica alla graphic novel (interessante l’esperimento del comic, il fumetto interattivo scaricabile con il cd), dalla regia del suo spettacolo alla scrittura dei suoi testi (scrittura che deve ancora crescere e migliorare) fino all’uso sempre più maturo e responsabile del suo strumento. Che è la voce e nient’altro. Insomma, Marco Mengoni, “artista” solo dal gennaio 2010, è quanto di più interessante ci sia nel panorama musicale non solo italiano, così come affermato dai grandissimi Celentano, Mina, Zero e Dalla, suoi sinceri fans. E’ solo giovane. E questo non è affatto un difetto.
E.G.



tratto da : http://www.ilmiogiornale.org/domani-3-dicembre-parte-il-tour-di-marco-mengoni/

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