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mercoledì 22 ottobre 2014

#quellochesarà a gennaio

Ci sarà un Primo Tempo a gennaio, e poi ci sarà anche un Secondo Tempo. E forse ancora di più, perché leggendo quanto Marco Mengoni ha anticipato ai suoi fan c'è solo da restare a bocca aperta! 


Ah sì, queste sono davvero #solocosebelle! A cominciare dal fatto che la notizia, la prima vera notizia sull'uscita del nuovo album, Marco Mengoni l'ha data in esclusiva ai suoi fan. Un messaggio arrivato tramite app, e subito rimbalzato su facebook e twitter con la possibile visualizzazione su pc (nessuno è escluso dalla Casa di Marco Mengoni!), che racconta senza fronzoli quello che l'artista ha pensato, perché e come. 

«Quello che sarà ancora non lo so per certo. Però voglio dirvi (non potrei, ma chissenefrega delle "regole della discografia") che sarà un unico progetto in due grandi tempi. Un cammino in progress, per proseguire insieme, appunto. [...]». 

Ecco, questo è Marco Mengoni, che non finge la sicurezza di mille pop-star di plastica, che non ha la certezza di “io sì che lo so!”, ma che non nasconde a nessuno quello che è il tratto comune a tutti i veri artisti: la certezza che niente sia certo, che tutto sia in divenire, ché l'arte è comunicazione di sentimenti profondi, e quindi è una comunicazione in evoluzione, in crescita, un oceano liquido che si sposta con le maree a ogni cambio di luna... 

E ancora una volta, i suoi fan prima di tutto. Prima degli obblighi discografici, prima della noblesse obblige imposta da uffici stampa e consuetudini ormai avvizzite in ragnatele secolari. Ecco Marco Mengoni, un giovane artista che è il nuovo anche qui, nelle forme di comunicazione, e non solo nelle forme del lavoro che si preannuncia davvero impensabile, perché un progetto in due tempi vuol dire tante cose, a cominciare da quelle che Marco stesso spiega:

«I brani hanno sempre una vita propria al di là del supporto che li contiene, sono ovunque e in ogni momento. Un album, oggi più che mai, assomiglia ad una playlist di situazioni, una sequenza di canzoni che abbiamo la fortuna di modellare e continuare a far crescere. Sono tutte importanti, perché rappresentative di esistenza e quindi di appartenenza. Ad un "oggi" comune, che continua a scorrere.[...]» 

Bene, se volevamo un riassunto di cosa è la Musica, ora ce l'abbiamo, e non abbiamo bisogno di aggiungere altro. Ogni canzone è “quel” momento vissuto, e sappiamo come ad ogni interpretazione del Nostro – come di qualunque altro Artista con la maiuscola - quel momento ritorni puro e brillante, proprio com'era eppure più ricco di tutto quello che è stato da quando lo abbiamo sentito per la prima volta fino al nuovo ascolto hic et nunc

Ed è proprio da questa sua importantissima condivisione di cosa sia per lui la Musica (un'affermazione coraggiosa perché gli cuce addosso un abito che è quello e non potrà essere diverso) che possiamo lanciarci in quello che pensiamo possa essere il progetto intero, un progetto di cui – prima di adesso – non ricordiamo altri esempi. 

La Musica è viva in chi ce l'ha per predisposizione naturale; cresce, sboccia, mette foglie e radici e nuovi boccioli come il più bello dei rampicanti. Seminata nel dna, si avviluppa allo stomaco, alla mente, al cuore e dà il ritmo alla nostra vita, regalandoci un orizzonte molto più ampio, come se ci regalasse una vista “sensibile” di almeno cento decimi (al posto dei canonici dieci!). Quindi, tutto quello che è stato fino ad oggi, domani sarà un po' diverso perché la Musica è cresciuta di un giorno, si è arricchita di un giorno in più di esperienze, di sensazioni, di gioie e di paure. È cresciuta una nuova foglia o forse il bocciolo si è schiuso - in un giorno possono capitare tante cose - ed è per questo che è previsto un Secondo Tempo, in cui arriveranno tutte quelle cose che nel frattempo sono nate, sono cresciute, sono sbocciate. Che poi siano nuove musiche, nuove versioni o addiruttura nuove canzoni... sarà comunque il nuovo

Un progetto bellissimo, un viaggio che potremo fare nel suo mondo, partecipando con lui a questa fase di crescita, ché tante sono le emozioni che ad un artista arrivano dal pubblico... 

«[...] Ero in cerca di un modo per soddisfare il mio bisogno di condivisione, di live, di fisico con la necessità di vivere e di scrivere. Chiudere un album in un luogo e in un tempo mi sembrava soffocasse questo flusso continuo che non deve smettere di scorrere, in una costante sana incoscienza. [...]» 

Condivisione, bisogno di contatto fisico (con il pubblico), bisogno di live. L'artista è esattamente questo: un catalizzatore di emozioni che non ha e non può avere un “esilio”, un “eremitaggio”. E Marco Mengoni, nonostante parli di una sana incoscienza, ci sembra incredibilmente cosciente di questo suo essere “in balia delle emozioni”, e la schiettezza con cui ce ne parla ci racconta di tutto il suo coraggio, di tutta la sua gioia, della sua voglia di spingersi un po' più in là, di restare in mezzo ai suoi fan esattamente com'è per davvero, perché solo così il flusso continuo non smetterà di scorrere. 

Tutto questo, oltre che nuovo, ci sembra straordinariamente bello. Tutto passa attraverso la sua pelle, attraverso la sua sensibilità artistica. Tutto. Senza lasciar fuori niente. E persino a qualunque costo, visto che un progetto annunciato in due tempi (di cui solo uno è fatto) deve avere poi per certo un secondo tempo. No ai progetti discografici studiati a tavolino con la “hit” costruita al computer; no alle canzoni che seguono la moda, no alla musica di plastica che dura il tempo di una classifica. 

#quellochesarà sarà emozione, sarà verità, sarà vissuto-per-davvero. 
#quellochesarà sarà la più onesta forma d'arte musicale che ricordiamo da 40 anni a questa parte, e solo perché prima non c'eravamo.

Stay tuned!
 

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