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mercoledì 26 novembre 2014

Quel milione di suoni in GUERRIERO

di mlml

Ascoltare la voce di Marco Mengoni in un nuovo inedito è come assaggiare una bottiglia di nuova produzione di una pluripremiata azienda vinicola. La curiosità è mista al desiderio di assorbirne tutto il profumo e il sapore, e non si riesce a moderare l'impulso di “mandarlo giù” tutto in una volta.
Così, appena inizia l'ascolto del nuovo singolo Guerriero, ci si trova immediatamente presi da una storia fortissima che, snodandosi parallelamente tra realtà e fantasia, non lascia un attimo di respiro. Va solo ascoltata, vissuta, fatta propria. E lo diventa sempre di più ad ogni ascolto.



Come ogni vera novità, non rientra facilmente in schemi prefissati, sfuggendo in perfetto stile mengoniano a facili etichettature. Più che una ballad è una vera e propria ballata, cioè una composizione che racconta le avventure di un eroe con strofe narrative e un ritornello che focalizza il senso della vicenda. Il Guerriero si presenta con un'immagine che più classica non si può: la spada sguainata verso il cielo in un giuramento cavalleresco di protezione dei deboli contro qualsiasi nemico, fosse anche il più agguerrito e forte che esista. 

Ma che non si tratti di fiaba in quello stile gothic-fantasy ora tanto di moda viene spiegato subito dal bellissimo testo: il Guerriero rappresenta la forza interiore, il coraggio di affrontare una realtà spesso incomprensibile, la capacità di rialzarsi dopo una caduta, il trovare se stessi attraverso il confronto con gli altri. 

Ma come è riuscito l'artista a rendere questa complessa alchimia tra spirito cavalleresco e mondo di oggi, tra la città moderna e il regno da attraversare, e a rendere tutti noi protagonisti di questa avventura universale? Con una scelta – ancora una volta – antica e modernissima: è la voce narrante che, pur usando la prima persona, quindi identificandosi nel guerriero, rimane però in qualche modo al di sopra della narrazione, come se tutto fosse già successo. Una voce molto decisa, sicura, ma mai portata agli eccessi. Esprime la profonda calma interiore di chi sa usare la forza solo quando è necessario e non ha bisogno di dimostrare nulla

Infatti Marco tiene, per così dire, il "leone al guinzaglio" mantenendo il suo canto narrativo all'interno di una sola ottava, dal mi centrale al suo omologo nell'ottava più grave, cioè nella tonalità del parlato. Una scelta in controtendenza per chi si aspettava, in questo primo singolo dopo due anni, il ritorno del Mengoni “pirotecnico” e “funambolico”: una scelta precisa che mette al centro il contenuto della vicenda cantata la storia e il suo significato che nel bellissimo video – sarebbe meglio definirlo cortometraggio, codiretto da Mengoni stesso insieme a Cosimo Alemà – assume il suo senso più profondo. 

Eppure Guerriero è un brano estremamente evocativo, che suscita immagini dall'orizzonte infinito, che parla di mari e di alture, di regni e di luci accese nell'oscurità... come riesce a farci “respirare” tutto questo con una melodia che rientra in una sola ottava? Con la magia del suono, anzi delle centinaia di suoni diversi che Marco ha trovato necessari, come i colori sulla tavolozza di un pittore: cori che spalancano ventagli di sfumature su una nota, archi e tastiere che volano via come gabbiani, colpi di percussioni come galoppo di cavalli o il passo felpato che ti segue nell'ombra, la sorpresa delle chitarre e il basso che in tutto questo mantiene l'incedere del guerriero che forse cade, ma non fugge mai. 

Un lavoro straordinario, precisissimo, in cui sembra di vedere un Mengoni che con le cuffie mixa un suono vicino a un altro Mengoni che, con la matita, delinea un chiaroscuro proprio mentre è volontà del primo di ritrovare le infinite sfumature che il secondo traccia su un foglio. 

Guerriero è un brano che all'ascolto non riempie solo le orecchie, ma coinvolge gli occhi, il respiro, il passo. Colora le pareti delle stanze, vola al di sopra del tempo e con il suono ci fa sentire odori, rumori, attese, pause, inquietudine e gioia. 

È un percorso che possiamo riprendere in qualunque momento perché la circolarità del testo - che inizia e termina con un giuramento - e quella della melodia (che, come il segno grafico dell'infinito, parte dal mi più alto, s'intreccia in movimento rotatorio rispetto alla nota centrale, e si chiude nel mi più basso) dà alla composizione un magnetismo straordinario

Questo è il nuovo singolo di Marco Mengoni, un disegno fatto di note, un arazzo di effetti e di sonorità. E se conosciamo un po' l'artista di Ronciglione sappiamo che tutto il suo nuovo lavoro sarà vario e sorprendente, ricco di suggestioni diverse, intenso, divertente e sempre accuratissimo nella scelta dei suoni. 

Avremo un'ottima annata.            

1 commento:

  1. adoro il "nuovo" Marco.. e da 5 anni, è sempre una scoperta.. #GUERRIERO

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