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domenica 21 settembre 2014

#8suoniper3colori - COME nascono le idee



E se fosse “facile”? E se non ci fosse proprio niente da indovinare? E se tutto quello che c'era da dire è stato detto chiaramente?


Da una settimana i fan di Marco Mengoni volano da un social all'altro seguendo le parole che l'artista scrive ora qui, ora là cercando di coglierne un significato nascosto, quasi fossero indizi, indovinelli. E se non lo fossero? E se i suoi messaggi fossero chiari e limpidi, e proprio per questo avessero sortito l'effetto contrario, ché niente è meglio “nascosto” di quanto viene tenuto in bella mostra?

Noi abbiamo seguito la via più semplice, e il doppio mosaico che ne è venuto fuori ci ha resituito precisamente #8suoni:

1 – il suono del silenzio
(Quando senti il silenzio. E sai che devi riempirlo perché è così forte il suo rumore che non riesci a sopportarlo. Chiuso dentro questa stanza. Poca luce... Flash di colore. Odore di chiuso. I pensieri si accavallano. Silenzio_)

2 – il suono del vento
(Vorrei restare qui dentro. Se potessi chiuderci i pensieri e lasciarli sedimentare un po’. Sbatte di continuo che sembra mi faccia compagnia. Questo chiudersi e riaprirsi a tempo di vento... Quasi suggerendomi la ritmica giusta. Esco_)

3 – il suono (il ritmo) delle cose
(Tengo il tempo fuori tempo massimo. Il ritmo delle cose.)

4 – il suono del pianoforte
(Non penso questo suono possa mai staccarsi da me... È come fosse un prolungamento delle braccia, una connessione wifi costante. Le dita che toccano i tasti freddi. Quasi impersonali. Eppure io sento il caldo quando suono...)

5 – il suono di una matita su un foglio di carta
(Striscia e incespica. Incerta per la ruvidezza. Quasi faccio fatica a ripassarne il tratto. Poi ci riesco e ascolto solo questo. Una matita su cartoncino può regalare un bel viaggio. Soprattutto d'inverno!)

6 – il suono del tempo
(Sembra quasi sia trascorsa una settimana invece è solo un'ora che sono seduto qui dentro. Questo suono loopante tic tac tic tic. Devo cambiarlo, magari spostarlo nell'altra stanza. Ti ipnotizza e di colpo perdo la concentrazione... Tanta scrittura, troppi pezzi, non sono sicuro riuscirò a sacrificarne qualcuno_ )

7 – il suono delle voci altrui
(Parliamo? Mi viene da ridere se penso a tutte le volte in cui ho simulato una discussione con chi c'era fuori. Ho immaginato i loro discorsi, mi sono immedesimato nelle telefonate, cercando di ripercorrere con le parole su carta tutti i lori dialoghi. In qualunque stagione. Come se davvero potessi sentire il suono delle voci, di qua dal vetro_)

8 – il suono della sua voce
(Il suono della mia voce. Questo suono sto cercando di conoscerlo ogni giorno di più. Di non odiarlo e di non amarlo, troppo. Sto imparando ad usarlo meglio, ci sto giocando. Ogni errore o dubbio mi serve per cercare di migliorare, divertendomi sempre. Questi 8 suoni sono solo un riassunto della miriade di suoni che mi hanno accompagnato e accompagnano ognuno di noi. In questo caso hanno ingrassato le pagine vuote, hanno animato delle basi nude. 8 giorni, 8 suoni e un messaggio. A BREVE in una casa, insieme... dove nascono le idee_)



 
Sono proprio otto suoni, e sono proprio gli otto suoni con i quali si “costruisce” un disco.

Un disco nasce dal silenzio che, come un contenitore vuoto, deve  essere riempito. Deve essere riempito da quello che, pur arrivando dall'esterno, ci ispira, ci conquista, ci avvince, ci spettina: proprio come il vento. Il vento “suona” a ritmo, perché è il ritmo che pompa energia da e dentro un disco; e il ritmo, il “tempo” musicale, è il vero cuore pulsante di un disco.

Accanto alla ritmica, in musica c'è la linea melodica, qui rappresentata dal pianoforte, e nel suono della matita ritroviamo il momento della stesura dei testi, a quanto sembra scritti questo scorso inverno. Il suono di un orologio che ticchetta è il suono del tempo che passa, delle mille cose da fare e da decidere. Ma non da soli: ecco il suono delle altre voci, di tutto quel mondo che lì, dietro al vetro della sala d'incisione, collabora e lavora affinché il progetto diventi oggetto concreto.

Perchè questo accada, c'è un ultimo passaggio: la registrazione della voce, della parte cantata. La registrazione della SUA voce.

Ed è lui, l'artista, il musicista, il cantante, il suonatore di corde vocali la vera origine di tutto. Lui è l'energia per cui tutto comincia e prende vita. Lui è il giallo, così come dichiarato a grandi lettere dalla foto profilo della sua pagina facebook. Da qui è facile, limpido addirittura, comprendere come il blu sia la musica, l'essenza profonda attraverso cui il musicista giunge al suo pubblico, l'appassionato punto rosso che chiude la sequenza dei #3 colori.

Avremo indovinato? Lo sapremo solo nei prossimi giorni, aspettando di leggere il “messaggio” che Mengoni scriverà nella sua casa: sarà il suo sito?

(elucubrato e scritto da mlml, nz, eg)
Stay tuned!


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