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sabato 31 agosto 2013

Centomila di questi sorrisi




Questo è l'anno di Mengoni, leggiamo e sentiamo dappertutto, con grandissimo piacere ogni volta. E ogni volta quella frase ci illumina un po', sentendoci noi fans parte di tutto ciò che è partito da XFactor quattro anni fa.

 
Marco Mengoni - ph_Annalisa


La vittoria di Sanremo (molto meno scontata di quanto ora la gente sembri credere), i premi, L'Essenziale che gira il mondo come si appresta a fare il suo autore ed interprete, tutta quella fila di zeri sulle visualizzazioni e sulle vendite sono per noi un piacere quotidiano cui ci stiamo abituando, come il caffè la mattina o il sorriso di un amico. 

Ed è bastato proprio vedere Marco sorridere all'Ariston per iniziare a sentire “qualcosa”: la promessa di suoni nuovi, di musica che non ci avrebbe mai più lasciati, l'attesa dell'album e poi del tour. E noi sappiamo come sono i tour di Marco: emozioni a non finire, sorprese a vicenda tra palco e pubblico, orizzonte musicale che si allarga grazie a tutto quello che ascoltiamo, abbracci, visi conosciuti o nuovi che rispecchiano la nostra allegria o il nostro abbandonarsi al sentimento. 

Prontiacorrere? Via! 
Anteprima nei teatri e tour estivo nelle arene, scritto così pare poco. Ma qui si parla dei più eleganti teatri italiani, di quelli di grande tradizione lirica e sinfonica in cui risuonano Puccini, Mozart, Rossini, Beethoven. Ma perché stupirsi? La musica è una, quella che fa bene, che riporta a galla quella parte di sé che nella vita quotidiana rimane soffocata dai doveri e dagli impegni. Ogni opera lirica aveva al suo interno una o più “canzonette”, quelli che oggi chiamiamo “singoli”, i pezzi che si potevano comprare da soli (si parla ovviamente di spartiti) per poterseli suonare e cantare a casa, e così diventavano patrimonio della vita di tutti. E sono hit che funzionano da secoli... 

Così, tra stucchi e lampadari, soffitti affrescati e dorature, Marco ci ha portato ancora un po' avanti, come sempre: la sua eleganza, che sarebbe stata ingessata su chiunque non fosse stato spontaneo e immediato come lui, la sua voglia di dare corpo attraverso la musica a tutti gli attimi della vita ci ha fatto capire che in qualunque gesto, in qualunque rapporto non dobbiamo temere di raggiungere il massimo delle nostre possibilità. 

Un ragazzo di 24 anni, sì, ma anche un uomo, ormai sicuro di sé e delle proprie scelte che esplora nuovi modi di esprimersi, di rendere attraverso quello che scrive ed interpreta tutto l'entusiasmo, lo stupore, i pensieri che ognuno di noi ha avuto o sta avendo in quello o questo periodo della sua vita. E di viverli al proprio meglio, senza paura di essere troppo eleganti, troppo raffinati, troppo diversi da chi crede di essere di moda con la volgarità. 

Questo Marco lo esprime in tutto nel suo tour: con la sapiente direzione musicale di Luca Colombo, che trova sempre le soluzioni più interessanti per ogni brano, nella collaborazione con i bravissimi tastieristi Pollione e Ballarin, e con la continua crescita tecnica ed espressiva dei compagni di sempre, Davide Sollazzi - Giovanni Pallotti - Peter Cornacchia. 

In concerto i brani dell'album, come sempre, acquistano una terza, quarta e quinta dimensione. Non si ascoltano e basta, si vedono, si toccano, arrivano oltre e ci conquistano sempre di più. I brani storici “si vestono di nuovi colori” - Battisti è sempre con noi – e ci sorprendono come la camaleontica Credimi Ancora

Marco è uno che sa aspettare, ma è anche uno che si stanca presto delle strade che percorre e ci tiene a far conoscere quanto “sua” sia la musica che sta vivendo insieme con noi: le sue improvvisazioni diventano sempre più articolate, i suoi interventi strumentali – con voce o con chitarra – una bellissima caccia al tesoro che cambia di concerto in concerto. 

Con il mese di luglio inizia il tour vero e proprio (solo anagraficamente parlando) e gli ormai apprezzatissimi totem – torri – ripetitori – narratori di luce hanno sfondi più ampi e potenti. Ville venete, templi, anfiteatri, splendidi giardini, mare, montagna... se la bellezza chiama bellezza, Marco non si fa e non ci fa mancare niente in questo senso.

La scaletta (o come dicevamo nel secolo scorso, il programma) varia, e c'è un bel mood rilassato, in cui il funky-reggae di Questa notte apre la porta al gioco e al ballo – sempre in parallelo tra palco e pubblico – che nelle notti stellate è quello che ci vuole. 

Ma di nuovo Marco non si accontenta: può un concerto essere uguale all'altro? Si può solo ripetere una formula, per quanto efficace? Neanche per sogno! E allora sera dopo sera vediamo allargare le ali al Mengoni attore, quello che mentre racconta qualcosa cambia statura, espressione, voce, accento e si sposta qua e là impersonando l'ormai mitico uomo della security (che sta raggiungendo dimensioni impressionanti), il simpatico tipo che pensa di essere ricordato dopo sette anni (anche in versione femminile, molto vivace), la coppia angioletto-diavoletto e così via, tra risate aperte del pubblico e attacchi di ilarità da parte dei musicisti. 

Conclusa la parte estiva si tornerà nei teatri per le richiestissime repliche. E poi anche questo tour finirà. Ma come nelle storie più avvincenti, niente finirà davvero: Marco è sempre Marco, e “noi” dall'altra parte siamo sempre di più. Tanti occhi nuovi, tanti sorrisi lo accoglieranno ogni volta qui in Italia ma anche fuori, nei Paesi che lo stanno già aspettando con la nostra stessa voglia riscoprirsi “belli” come Marco ci fa sentire. (mlml)

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