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mercoledì 14 gennaio 2015

Parole e suoni per un mondo tutto nuovo

di Emilia Gatti 

«Le parole sono pesanti», dice Marco Mengoni parlando del suo ultimo disco, Parole In Circolo (uno di due). Ha ragione, noi lo abbiamo sempre saputo che le parole sono pietre, e come tali possono essere usate per lapidare o per costruire. In questo caso, ascoltando il cd dell'artista, possiamo dire a ragion veduta che le parole sono mattoni. E Mengoni ci costruisce un mondo tutto nuovo

La copertina di Parole in Circolo (1/2) di Marco Mengoni

Folgorati da Guerriero, perfetto connubio di parole e musiche, avevamo molte aspettative per Parole In Circolo. E dopo averlo ascoltato una sola volta ci siamo ritrovati stupiti (ancora!) dal fatto che quello che abbiamo avuto non è quello che ci aspettavamo, ma molto di più. 

Parole pesanti, mai taglienti anche se spruzzate qui e là di acido, che si accompagnano a musiche leggiadre, frizzanti, soavi, ma sempre eleganti. E tutto un progetto in divenire che giorno dopo giorno svela la sua grandezza, la sua spinta innovativa che ci fa ragionare su molte cose, a cominciare dal fatto che un artista così proiettato verso il futuro forse l'Italia non lo ha mai avuto. 

«Le parole sono pesanti», dice Marco Mengoni rispondendo alle domande dei giornalisti, e chissà se è per questo che di parole lì sulla carta stampata oppure tra quelle degli speaker radiofonici abbiamo letto/ascoltato solo quelle di Mengoni. Forse perché c'è troppo da dire? Forse perché ancora non c'è la visione complessiva del progetto? Forse perché non ci si può sperticare in complimenti perché non usa per un giovane “ex talent”? Mah... Noi siamo fan, non abbiamo un canone da rispettare, possiamo sbagliare senza essere crocifissi, e abbiamo il tempo per approfondire l'argomento. A cominciare dal “progetto”. 

Progetto che vede in un unicum stile/fruizione/tecnologia/musica. Mengoni si è caricato del ruolo di icona – e visto che lo è davvero, la sua non è neanche una scelta, ma piuttosto un'espressione naturale – e in quanto tale detta e anticipa la moda (dal pantalone arrotolato sulle caviglie che gli conosciamo da tre anni ai colori "impensabili" come il giallo puro), scegliendo di lavorare sull'immagine (abbigliamento e grafica) in modo assolutamente innovativo: tanto per fare un esempio, il suo booklet, pur essendo stampato su carta, dà la sensazione del movimento grazie a una grafica in stile 3D

E visto che parliamo di movimento, ecco che ci troviamo nelle mani la sua app, flusso di informazioni a doppio senso di circolazione (mai vista una uguale prima di adesso), che si va riempendo di contenuti che aprono, oltre che nuove “stanze”, nuove vie di fruizione musicale (cosa sarà mai tutta la sezione ghost track?). Fruizione musicale che già si colora di nuovo quando il musicista annuncia “[...] questo potrebbe essere uno dei miei ultimi cd fisici, di plastica [...]” e scegliendo di rivolgersi a Parole in Circolo - 1/2 come a una prima playlist, in attesa che le emozioni del suo tour 2015 gli ispirino il sound di quel Parole in Circolo 2/2 che ci verrà offerto, a quanto pare, entro l'anno. E se così fosse? E se Mengoni stesse preparando il mercato a questa nuova rivoluzione/evoluzione? E se questo “ex talent” fosse il primo a scegliere di pubblicare playlist al posto di dischi, playlist che si arricchiscono di nuove canzoni tutte le volte che un brano viene finito, viene modificato, riarrangiato, rimodellato?

(Riflessione da fan: l'idea che questa rivoluzione sia stata approvata e che venga sostenuta dalla Major tra le major discografiche ci rende limpido il “peso specifico” di questo artista nell'ambito della discografia nazionale... e forse un po' di più.



Nuovo. Un mondo tutto nuovo. Che si muove sui quattro elementi di filosofica memoria: terra, aria, fuoco, acqua. Platone e Empedocle ci scuseranno per l'accostamento, ma... ma noi siamo fan, ce lo possiamo concedere! 

Cominciamo dall'aria, dalla musica, intesa qui proprio come prodotto degli strumenti musicali. Che si tratti di sintetizzatori o di un classico pianoforte poco importa, perché l'eleganza del risultato è così piena che non c'è differenza alcuna. Abbiamo ascoltato brani sostanziati solo da tastiere e brani che contengono oltre 160 tracce sonore (la maggior parte elettroniche), il tutto messo insieme in modo delicato e forte nello stesso tempo. Come l'aria, che soffia sul viso la brezza di una sera estiva o il vento tagliente di un temporale autunnale. Ci sono nuvole leggere di archi a fare più blu – per contrasto – il cielo infinito di questo disco; ci sono soffi di neve che cadono per dare più calore al nostro inverno; ci sono aliti di scirocco che sottolineano quel deserto di umanità in cui rischiamo di insabbiarci. Tutto con la stessa leggerezza (che è più trasparenza, non certo fragilità) di una giornata chiara in cui ci si attarda per una passeggiata primaverile sotto il sole. Leggerezza, sì, ma mai volo inteso come perdita di contatto con la terra. 

E se l'armonia è aria, la ritmica è terra, è materia, è onda sonora concreta che ti investe e ti sposta. Fisicamente. Grancassa di batteria e effetti elettronici che sanno di selvaggio, di piedi nudi su roccia e sassi, di contatto fisico con una realtà che è da ballare o da abbracciare; da tenere stretta o da offrire, così come si offre un dono. E se è facile pensare a Io Ti Aspetto, Come Un Attimo Fa ed È Per Questo, vi invitiamo ad ascoltare Esseri Umani, introdotto da quella nuvola leggerissima del pianoforte e poi tradotto in realtà, in “cosa possibile” dal battito che segna la coda del brano, quello che ripete come un mantra “amore è amore e amore ha vinto, vince e vincerà”. Eccoli qui i brividi, eccola qui la matericità dell'onda sonora che ci investe e che ci sposta. E non solo fisicamente. 

Onde sonore “pesanti”, pesanti come le parole delle liriche. Che sono il fuoco di questo Parole in Circolo. Non c'è uno solo dei dieci testi che non vada ascoltato, letto con attenzione. Perché qui non c'è solo la bella canzone, la bella poesia. Guerriero non è solo una canzone d'amore. Se Io Fossi Te non è solo una favola. L'argomento trattato, affrontato da 10 angolazioni diverse è sì l'amore, ma è quello con la maiuscola. È l'Amore degli umani, è Rispetto. È Libertà. Ed è rispetto (chiesto e offerto) per la libertà, propria così come per quella altrui. 
Se un paio di anni fa We Are One è stato solo un hashtag, oggi è un sentimento che cresce sempre più vigoroso, seminato e innaffiato dall'onestà del musicista

Acqua come il suono della voce che è il portale unico-e-solo per questo mondo. Suono come acqua perchè tutto permea, tutto travolge, tutto riempie e niente la può comprimere. Acqua che scorre, che si muove – e che muove - sempre, anche quando sembra ferma. 
Specchio d'acqua che sotto il sole delle emozioni completa l'aria, onda su cui riflettono fulmini, marea che sposta la terra. E che dalla terra, dissetata, si sposta in una nuvola, per poi piovere giù. Ma è come se piovesse all'insù, perché questa pioggia sembra sgorgare dalla parte più interna e più intima di chi la ascolta. Una voce che con Parole In Circolo parla, osando, di Amore Universale. Una voce che si fa ascoltare, diventando inattesa speranza per i cuori più giovani, dichiarazione d'onestà per i cuori meno giovani. 

In ogni caso, non c'è nulla da temere, ché quel batticuore, quel sorriso, quella gioia nata senza neanche sapere perché non può far male. In fondo, sono solo canzoni.

1 commento:

  1. Emilia!! hai scritto un romanzo d'amore per Marco!!!!!! Bravissimo Marco e bravissima tu che lo descrivi egregiamente!!!!!!

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