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mercoledì 2 aprile 2014

Il discorso del Re



L'annuncio del video per La valle dei re ha creato particolare aspettativa: avremmo visto realizzata l'idea "torri-corone-castelli" o quella di una corona virtuale e di un regno fatto di quattro assi e un po' di luci?





Marco Mengoni sta vivendo la sua vita. Questa frase così semplice, addirittura banale potrebbe essere la più indicata a riassumere almeno uno dei messaggi contenuti nel video de La Valle dei Re, quinto singolo estratto dall'inossidabile #Prontoacorrere, ormai veterano delle classifiche.

Che Marco stia “vivendo” come forse non faceva da quando la sua esistenza è stata – fortunatamente – stravolta dalla vittoria di X Factor 3 nel 2009 non è una riflessione poi così scontata. La grande popolarità, il bombardamento mediatico, l'assalto alla sua privacy, l'accanimento o l'esaltazione da parte di chiunque si sentisse libero di parlare di lui come artista ma anche come persona, gli insulti e le dichiarazioni d'amore, il dovere di sorridere a tutti sempre e comunque non sono certo facili compagni di viaggio per un ragazzo in quegli anni cruciali in cui diventa l'uomo che sarà per sempre. 

Se poi il ragazzo è un artista, magari anche timido, dal carattere complicato e – come è giusto a quell'età – pieno di incertezze su se stesso e sul mondo, il rischio di “scoppiare” è altissimo. E lì, ad aspettare lo scoppio, erano già tanti tra avvoltoi del gossip, giornalisti-crociati anti talent e pubblico allevato alla bulimia da “idolo” stagionale. 

Ma Marco non è scoppiato, anzi, come il nuotatore che arrivato in fondo alla piscina fa una capriola e riprende la gara, lui per andare avanti si è girato indietro, verso le sue origini, e con L'Essenziale ha impresso alla sua vita e alla sua carriera una nuova energia. 

La valle dei re è un pezzo di Cesare Cremonini, uno degli artisti che ha voluto dare a Marco un pezzo di sé da inserire nel suo terzo album di inediti, ed è quindi frutto dell'esperienza emotiva del cantautore bolognese. Mengoni l'ha interpretato sia in studio e poi dal vivo, durante il tour, con un'impronta forte e personale, come è naturale che avvenga in questi casi di "adozione", giocando con il suo ruolo di "re" sul palcoscenico, un "re" che con ironia si guarda allo specchio quando invece ne è fuori. 

L'annuncio del video di questo brano ha creato particolare aspettativa: avremmo visto realizzata l'idea del "padre naturale" con torri-corone-castelli o quella del "padre adottivo" che parla di una corona virtuale e di un regno fatto di quattro assi e un po' di luci? La risposta è arrivata, come sempre, in modo inaspettato e con le riprese che nessuno mai avrebbe pensato di veder trasmesse in ogni luogo del pianeta. 

L'inizio è spiazzante: immagine ritagliata su uno sfondo, bianco e nero e voci di bambini. Geniale: è l'inizio di un film, non di un videoclip. 

Il tempo di leggere luogo e data e si sente risuonare il nome di Marco, il bimbo che gonfia ben bene le guanciotte per spegnere le due candeline sulla torta. Eccolo lì: il re della festa, il re della sua famiglia, il re del suo mondo. E Marco adulto che si sveglia in un letto sormontato da una coroncina d'oro non ha perso nulla del bambino che si vede giocare, correre, gesticolare. Anzi, vive la sua realtà di uomo finalmente padrone del proprio tempo con lo stesso sguardo, il suo sguardo. 

Non l'occhio truccato dell'idolo di stagione che fa notizia più per la sua ambiguità che per la sua musica, non l'occhio iniettato di sangue di un bello-e-maledetto che fa notizia per i suoi eccessi (con gli avvoltoi pronti a gettarsi sul suo eventuale dramma-dark "de noantri"), ma l'occhio limpido di un artista che ha appena cominciato la sua avventura e vuole andare molto lontano sperimentando e reinventandosi mille volte. Re di se stesso, quindi, come dovremmo sentirci tutti, e soprattutto libero di tenere dentro la sua valle, nelle mura della sua città, chi ha voglia di seguirlo nel suo percorso e di buttare fuori chi invece di capirlo ha provato a farne un fantoccio. 

Aspettando la nuova musica di Marco, i suoi voli e le sue scoperte, gustiamoci questo video fatto di immagini sapientemente intrecciate, in cui passato e presente sfumano l'uno nell'altro con grande dolcezza, e godiamoci il sorriso tranquillo con cui sembra volerci dire che prima dell'artista c'è l'uomo e prima dell'uomo c'è il bambino. (mlml)

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