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giovedì 2 gennaio 2014

Un anno in flashback



Se fosse un film potremmo scegliere di commuoverci o di pensare “Eh certo, ma la realtà è un'altra cosa”. Ma è tutto vero, non abbiamo molta scelta. 


Marco Mengoni - ph. Marco Piraccini


Non c'è quasi bisogno di regia, è tutto lì: un giovane cantautore che sale per primo sul palco di Sanremo 2013, visibilmente emozionato per l'inizio di un nuovo, fondamentale capitolo della sua vita artistica, e poi lo stacco su di lui che alza il trofeo del Festival, felice ma anche un po' stupito. 

Poi il susseguirsi delle settimane in cima alle classifiche, come da decenni non succedeva, e la crescita vertiginosa delle vendite che ammantano di oro e platino la canzone “regina”. Ma non solo, perché quando esce l'album è di nuovo uno sfavillio di metalli preziosi, mentre si aprono le porte di ogni salotto virtuale, televisivo, radiofonico, scritto e orale. 

Dagli appassionati sostenitori della prima ora, tra i professionisti dell'ascolto e del glamour, è una corsa al riconoscere non più il talento (specialmente nella volgare traduzione di talent che sparisce dalla sera alla mattina), ma la grandezza e perfino il genio. Una volta si vedevano i titoli dei giornali che roteavano per esprimere la vertiginosità del successo del protagonista, ora basta sentire un click e volare da un social all'altro, da una testata online ad un blog di informazione per trovare sempre il suo nome, il suo sorriso, la sua consapevolissima svagatezza. 

Poi l'Eurovision Song Contest - con il Golia degli allestimenti più stravaganti per brani inesistenti - combattuto (e vinto alla grande nel lungo periodo) da un David che ha fatto dell'eleganza la sua bandiera, e dell'intensità la sua arma più efficace. 

Nel nostro ipotetico film i confini continentali sono velocemente superati, come testimoniano entusiastici post e tweets dall'Africa, dalle Americhe, dal Giappone e via dicendo. Il nostro protagonista si prepara al debutto del suo tour e non fa in tempo a dire “gatto”, ovvero ad annunciare una nuova data, che il sold out è “nel sacco”, e questo per più di quaranta volte, con città che implorano la terza, la quarta, la quinta data e non basterebbe. 

A questo punto lo sceneggiatore del film (che nel frattempo era andato un week end alle terme, tanto la sua presenza era inutile) torna e dice: “Ma no, via, mettiamoci qualche flop, qualche scivolone... se un equilibrista non dondola rischiosamente sulla fune, il pubblico si annoia!”. Ma dato che questo equilibrista ha già dato da quel punto di vista, lasciamogli proseguire la sua splendida corsa tra i più bei teatri d'Italia e luoghi di assoluto incanto per storia e tradizione artistica, fino alla meraviglia di Taormina, dove (che idea) si potrebbe realizzare la ripresa del concerto e poi farne qualcosa di più. Un film nel film, ah, come i più grandi registi! 

E infatti, quando in autunno cadono le foglie e le foto dell'estate sono quel che resta di momenti di grande emozione, ecco che l'artista rinnova l'appuntamento con quel pubblico che sente profondamente parte della propria storia, e crea l'occasione di una serata speciale, la proiezione del film in contemporanea nei cinema di tutta Italia del film realizzato durante il tour. 

Troppa fiction? Troppo autocompiacimento? Andiamo per strada, con una videocamera nascosta, ritroviamo quel sapore verace, amatoriale. Bambini che cantano L'Essenziale nelle recite scolastiche, signore mentre fanno la spesa, ragazzi che la fischiettano dappertutto. Il pezzo esce dagli altoparlanti dei supermercati, da ogni radio, fa da sfondo a servizi televisivi ed è richiestissimo ai matrimoni. Tra la gente vera, che ha tante difficoltà in questo periodo e si sente rispecchiata da un brano semplice e profondo. 

Ma la vicenda incalza e il nostro cantautore vola in America insieme al meglio della produzione musicale del nostro Paese, e fa in tempo a respirare aria di Hollywood che gli impegni nostrani lo richiamano in patria. Si avvicina il Natale ed il suo compleanno (“Nato il 25 dicembre? Ma dai..”, il povero sceneggiatore si dilegua, sopraffatto), ormai la sua popolarità è indiscussa e fioccano riconoscimenti da ogni lato. 

Artisti che lui ha seguito ed amato da sempre lo trattano da pari a pari, illustri critici gli dedicano lo spazio e l'attenzione che merita – mentre il silenzio di chi si ostinava a sminuirlo muove quasi a pietà – e dall'estero richiedono sempre più insistentemente suoi concerti. 

Siamo al finale: concerto di Capodanno davanti a centomila persone con collegamento in diretta televisiva. Il suo nome è annunciato con tono estatico da una bella e famosa attrice mentre la folla esplode. L'anno nuovo entra con L'Essenziale scandito da una folla a perdita d'occhio, in cui ogni viso è pieno di gioia. Lui guarda, sorride e dice “Il più bel coro della mia vita”. 

Fuochi d'artificio. 
Fine. 

Se fosse davvero un film, uno di quelli da “È nata una stella” in avanti, penseremmo “che bel sogno...”, ma non lo è. È la vita vera, la storia di una persona, di un artista che ha sentito qualcosa dentro di sé talmente forte e sincero da non riuscire a trattenerlo mai, in nessuna nota, in nessuna espressione, in nessun verso delle sue canzoni. 

È la storia di chi ha trovato in se stesso tanta energia da regalarla a migliaia di persone che a loro volta gliela restituiscono piena dei loro sguardi e delle loro storie. E dato che come diceva Marylin Monroe “Venticinque anni sono un quarto di secolo, è una cosa che dà da pensare”, non possiamo che aspettarci un altro, bellissimo film. - mlml

1 commento:

  1. che dire!!! è la storia di un geniale talento! uno cosi ne nasce ogni cento anni e ormai lo sanno tutti, in Italia ma anche all'estero, continua la storia....

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