Milano, 3 maggio 2010: dove tutto è cominciato |
Arte, cultura, etica, estetica...
Qualche considerazione sul mondo
intimo e affollato che gira attorno
a Marco Mengoni
Marco Mengoni mi ha portato a fare delle considerazioni sull’arte e
sulla cultura, per me da sempre imprescindibili dal mio quotidiano,
considerazioni che mi hanno portato a chiedermi: chi è “padrone”
della cultura?
Avete presente in “Alice nel paese delle meraviglie”
quel personaggio tronfio e presuntuoso che è Coccobello? Ecco, lui
mette in versi una storia che resta incomprensibile perché l’autore
la racconta con parole sue inventate di sana pianta. Coccobello ha
inventato parole, ma non ha prodotto lingua: non ha comunicato. La
pura invenzione di una persona che si compiace della propria
“creatività” non produce cultura perché non ha nulla da mettere
“in comune”. Con Mengoni questo non è successo perché, partendo
dal concetto che ognuno di noi è unico, lui ha saputo donarci
qualcosa di cui è l’esclusivo autore. Da qui il fatto che di
conseguenza, qualsi per proprietà transitiva, ciascuno di noi ha la
possibilità di donare agli altri qualcosa di cui è a sua volta
esclusivo autore.
Seguendo il percorso artistico del giovane talento, mi sono permessa di pensare che l’arte - e di conseguenza la cultura - non è solo estetica (e quindi doverosa e sacrosanta ricerca e godimento del bello), ma anche e soprattutto etica, intendendo con questa impegnativa parola il riconoscimento e l’affermazione dei rapporti instaurati tra i suoi fans nell'insostituibile unicità di ogni singolo individuo e nel rispetto della dignità di ognuno. Sono convinta che sia proprio questa condivisione a darmi momenti di felicità: mai come in questi momenti mi sento unica, importante.
A breve arriveranno altri attimi nuovi,
unici. Mi mancherà ancora il fiato e la mia anima sarà ancora più
stropicciata. “Vivere” Mengoni è un insieme di luoghi,
esperienze, luci, suoni, odori e colori attraverso cui ho ritrovato
la voglia e la curiosità di andare oltre e di pensare che queste
scelte hanno concorso a farmi diventare la persona che sono, nel
contesto di una “geografia emozionale” specifica, unica ed
irripetibile per ogni individuo. Ho trovato che il suo percorso
rafforzi il concetto di etica perché, uscendo dal luogo chiuso della
casa, sono entrata nella dimensione del suo spettacolo in una sfera
di sapori nuovi, di musicalità ricercate che fanno del tempo e dello
spazio un momento magico: sono entrata in condivisione con il “suo
mondo” a pieno titolo.
Per me l’interpretazione del termine “cultura” è una tappa significativa nel processo di emancipazione umana: liberare la mia fantasia, esercitare la mia capacità di elaborazione è il miglior investimento che posso fare su me stessa. E, partendo dalla mia individualità tengo anche presente che ci sono altre singole persone che insieme a me compongono una collettività e sono impegnate nella stessa mia ricerca.
Estetica ed etica vanno di pari passo con Marco Mengoni: lui va “visto” perché è bello da vedere, e va “vissuto” per tutto ciò che riesce a trasmettere dal punto di vista artistico e culturale. Continuerà a stupirmi e, come una bambina, continuerò a spalancare la bocca e a sgranare gli occhi di fronte alle novità che saprà regalare e, confesso, non pensavo di poter ricevere così tante emozioni e che lui potesse zuccherarmi così l’anima.
Di
nuovo ripercorrerò lo spazio e il tempo e mi ritroverò sotto il
cielo stellato del Sud Africa dove, se allungavo la mano, le stelle
erano lì … le potevo raccogliere… e sentendolo cantare le
stelle non faranno più rumore ma avrò la certezza che la sua voce
avrà la capacità “di far danzare le statue”…
Caro giovane
Artista grazie di questo meraviglioso viaggio. Perché il viaggio è
importante quanto l’arrivo: per tutto quello che accadrà e mi
accadrà. (nunzia fontana)
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