Marco Mengoni - ph_Silvia Donati |
Ma
insomma,
chi è Marco Mengoni?
Ogni
volta che leggiamo
qualche sua dichiarazione,
ecco che ci sembra
di
conoscerne uno nuovo...
Abbiamo
incontrato il Marco un po' troppo timido dei primi giorni, poi quello
un po' troppo egocentrico (ma lui fa musica, e ci sta) del primo
anno, poi quello un po' disperso del secondo...
Ogni
volta che riusciamo a leggere qualcosa di vero detto da lui ci si
scompagina il romanzo che avevamo messo insieme fino a quell'istante. Metteteci
poi che tutte le volte che sale su un palco appare esattamente
l'opposto di quello che ci è dato applaudire durante le sue
apparizioni televisive, quando di lui concede ben poco... Su un palco
– ormai lo sanno pure i sassi – lui è sempre “Re”: un passo
ed è il Dominus indiscusso. Emette una nota, ed è sufficiente a
lasciare tutti senza fiato. Per dote tecnica? Sì, certo, ma non
solo. È la
qualità dell'emissione, la sostanza del suono che nasce da quello
sguardo profondo che si sublima in un'atmosfera fuori dal tempo e
dallo spazio, universo immateriale in cui ogni spettatore riesce ad
appropriarsi della propria “umanità”, talmente tanto da gioirne
con ogni singola cellula.
Marco animale da palcoscenico, Marco pop-star.
Poi, dopo un silenzio durato mesi, ecco che bisogna fare i conti con la realtà. Marco è un magnifico ragazzo di 23 anni che cresce. In più, che cresce nella musica. Quindi sì, Marco è timido ed egocentrico, impacciato e vanitoso, esattamente come è la musica, capace di strapparti un sorriso anche con la voce melanconica di un violoncello. Che ti può sembrare diversa sempre, perché quella voce non solo sarà suonata in modo diverso, ma sarà ascoltata in modo diverso, perchè diverso ogni istante è il colore del cuore di chi l'ascolta.
Ma
c'è un aggettivo che abbiamo dato a Marco fin dalla prima volta che
lo abbiamo sentito: onesto. Lui è onestamente timido, onestamente
egocentrico, onestamente impacciato e onestamente vanitoso. Lui è
trasparente. E con consapevolezza. Perché non è da tutti ammettere
“La paura non ti fa agire come vuoi e io, per non rischiare di
cadere, ho buttato dentro al calderone tutto quello che
avevo”.
Non è da star avere paura:
è da esseri umani. E gli esseri umani o sono
musica o in quell'ambiente sono solo dei bluff destinati a durare
poco.
Il
dubbio dura pochissimo, solo qualche secondo. A proposito del suo
impegno nella regia del prossimo tour, ecco che dice: “Sono molto attento a questi elementi
perché concorrono alla descrizione di me stesso che deve
emergere nei live. Non interessarmene significherebbe farmi
raccontare da chi mi vede dall’esterno e potrebbe venirne fuori
un’interpretazione, piuttosto che una reale rappresentazione di
come sono io”.
Marco non si vuole rappresentare. Marco vuole essere. Vuole essere quello che sente, tutto quello che sente, e “per descrivere al meglio la complessità del reale si deve ricorrere a contaminazioni diverse. I live di aprile si muovono nella direzione del western e della Motown, con destinazione New Orleans. Tutto è stato ripensato secondo questo stile, diminuendo la spettacolarità per dare maggior risalto ai contenuti e alla musica”.
Perchè Marco - timido
ed egocentrico, impacciato e vanitoso – è onestamente musica.
“In
questo tour spero di fare un po’ meno, ma di dare molto di più”,
dice con semplicità. Ma non c'è alcuna semplicità dietro
un'affermazione del genere. C'è una solida consapevolezza di ciò
che è stato fatto, di quello che gli è piaciuto e di quello che non
gli è piaciuto. Consapevolezza che paga il conto alla giovane età e
alla poca esperienza con il sopraggiunto timore “forse
nascondo semplicemente una grande banalità di fondo, che ha
bisogno di essere celata da un mistero o da una leggera
nebbiolina”.
Solo i più consapevoli di sé hanno chiara anche la consapevolezza dei propri limiti e il giusto timore di essi. Ma è l'onesta ammissione di averli che li trasforma in Bellezza. Una bellezza che trascende le umane cose e si trasforma in musica.
Marco semplicemente E'....in un Mondo, il nostro, ma soprattutto il suo, in cui le persone non sono, ma vogliono apparire. per questo e per molto altro per me volergli bene e apprezzare la sua arte e la sua umanità è come respirare, e cioè naturale e vitale
RispondiEliminaIl tuo commento è -onestamente- bellissimo! Francesca DB
RispondiEliminaTiziana hai ragione!
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