Lo avevamo detto che Mengoni è un
artista ad alto peso specifico... Bene, qui ne abbiamo l'ennesima
conferma: venerdì sera, per la serata evento che celebra le canzoni
pià famose della storia sanremese, Marco affronta Ciao, Amore, Ciao
di Luigi Tenco.
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Marco Mengoni - Londra - ph_Liz Argenteri |
Affronta, sì. Perchè, nonostante le
versioni che ne sono state fatte da Finardi e dalla Ferreri (quella
di Dalida la teniamo a parte: la cantante è coautrice del brano)
negli ultimi anni, nessuno è riuscito a dare al testo la giusta
consistenza, quella sostanza che dalle parole scritte deve
arrivare ai cuori di chi ascolta viaggiando sul mezzo più volatile e
impalpabile che ci sia: la musica.
Un pezzo importante. Magari è vero che
a Tenco non piaceva poi granchè. Magari è vero che la canzone nulla
a che fare con la denuncia della delusione cocente subita
dall'autore, escluso dall'edizione 1967 del festival proprio a causa
di questo brano.
Però, il testo è così prezioso... la
musica, poi, e suddivisa in due parti nette: c'è la partitura
rigorosa e amareggiata delle strofe, racconto di chi è costretto a
scommettere in un futuro altrove pieno zeppo di delusioni e
tradimenti; e c'è l'apertura solare, rilucente di speranza del
ritornello, quella che in ognuno di noi si trasforma nella corsa
felice verso le braccia della persona amata. E passare da un
sentimento all'altro più e più volte nell'arco di 189 secondi è
impresa davvero complessa.
Anche perché, ammettiamolo, la voce
che tutti abbiamo nelle orecchie è quella di Tenco: bassa, amara,
pesante nella scansione delle parole, che sembrano asciugate al sole
d'agosto o scolpite nel granito. Però, ecco che si arriva al
ritornello: immaginare Marco che apre le braccia e si illumina in uno
dei suoi mezzi sorrisi è già di per sé un suono sublime.
Per aggiungere ansia all'ansia, oltre
al testo della canzone di Tenco, riportiamo anche i testi dei due
brani di Marco, Bellissimo e L'Essenziale.
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