L'intervista rilasciata
in diretta chat
con tutti i suoi fans
ha fatto proprio centro:
se ne discute da tre giorni.
Perché tra una battuta
e una simpatica smorfia,
Marco Mengoni
ha raccontato tantissime
cose, molte sul suo impegno
professionale, ma di più
sul suo modo
di affrontarlo.
Per chi se la fosse persa,
cliccando QUI è possibile
riascoltare l'intervista,
e poi gustare
l'affresco mengoniano
che segue
Marco Mengoni
Teatro Augusteo - Napoli
19 maggio 2012
ph_ Liz Argenteri
I vent'anni prima o poi arrivano. Non
sempre in corrispondenza col dato anagrafico, ma giunge per tutti il
momento in cui la consapevolezza delle proprie potenzialità diventa
energia che porta a cercare di conseguire tutti e subito gli
obbiettivi della vita.
Quando poi la potenzialità si chiama
talento ed è unita a qualità artistiche innate, si vorrebbero
macinare i giorni e i mesi per arrivare subito ai risultati che il
cuore suggerisce e l'anima sente già ben chiari dentro di sé.
Tutto
è cominciato molto presto per Marco Mengoni, nell'età in cui
moltissimi ragazzi sognano un brillante futuro sportivo e la barba è
qualcosa di eventuale. Vorrebbero farci credere che è normale andare
in televisione a otto anni, girare film e vincere premi a
quattordici, essere star a diciassette. Non lo è. A quell'età si è
un miscuglio di ormoni ed emozioni, un pasticcio di sudore e
goffaggine che cresce a giorni alterni e in modo del tutto
imprevedibile.
Ma se proprio nel mezzo dell'adolescenza una grande
cantante di gospel ti definisce "la più bella voce bianca mai
sentita in vita sua", qualcosa ti scatta dentro e prende una
direzione dalla quale non si può tornare indietro: bisogna provarci davvero
e vedere se è lì che ti chiama la vita.
Se la meta è chiara,
la strada per arrivarci può essere lunga e tortuosa, piena di curve
strane e paludi ingannevoli. Si accendono i riflettori: tanti, forti
ed implacabili. Non importa se il tuo carattere è schivo e
riservato, all'improvviso si ha il diritto di frugare nel tuo
armadio, di sapere cosa mangi, di conoscere i particolari della tua
vita sessuale. Diventi famoso, sì, ma al prezzo di un'esposizione
mediatica feroce in cui ogni tuo gesto, ogni tua parola possono
essere interpretati, giudicati, apprezzati o disprezzati senza
diritto di replica.
Sei nell'arena, e da lì si esce vincenti
solo col carattere. Non bastano il talento e la determinazione –
che possono avere anche altri – è la testa che conta, la capacità
di restare se stessi a dispetto di quello che gli altri ti dicono di
diventare.
Ed eccoli i vent'anni: i premi, i dischi d'oro e di
platino sono degli splendidi risultati, che fanno piacere, certo, ma
alla fine restano lì a fare polvere se dietro non c'è la voglia di
migliorarsi, di crescere, di studiare per vedere dove ti porta questa
benedetta strada.
Frasi come Non sono soddisfatto di niente, Si può sempre migliorare, Spero di incontrare persone che
mi arricchiscano perché io sono secco e vuoto sono indice che
questa strada sarà lunga e piena di panorami inattesi.
Aver
temperato "il senso di onnipotenza" che può dare vedere migliaia
di persone che si emozionano profondamente per la tua arte con
un'osservazione come "sono loro che si danno delle risposte, il
cantante deve saper tirare fuori le emozioni che la gente ha dentro
di sé" rende l'idea di quanto abbia lavorato tutto quello che sta
dietro il ciuffo.
E che nel Paese dei Balocchi mediatico ci sia da
contrattare strenuamente in termini di libertà espressiva, Marco non lo
manda certo a dire, aggiungendo che per il suo "carattere
rissoso, ma solo a parole" non è facile arrivare a compromessi.
Ma che sta trovando il suo linguaggio, il suo modo per armonizzare i
tanti diversi ingredienti che sono pronti ad entrare nella sua
pentola.
Una spezia che certo non mancherà è l'ironia con la
quale condisce risposte divertenti e un po' surreali: la Statua della
Libertà a rovescio "così le va il sangue alla testa" e la
liofilizzata versione erotico-amorosa del suo rapporto con Morgan che
si conclude con un lapidario "Io lo stimo, lui mi odia, non so
perché". E poi la volatilità dei rapporti sui social network
cui Marco oppone la necessità di "un rapporto umano anche quando
si fa un duetto, sennò rimane fine a se stesso".
Così ragiona
un ventitreenne che ha già capito molto del mondo nel quale si trova
a vivere e lottare per esprimersi in modo profondo ed autentico, per
arrivare ad essere finalmente fan di se stesso.
Un ragazzo come tanti che incrociamo
per strada, che gira in tuta e maglietta e dichiara di esprimere il
proprio umore anche attraverso quello che indossa.
Ma quando
arriva la domanda "Ti piacerebbe che un giorno ti vestisse Giorgio
Armani?", poter rispondere "Mi ha già vestito" non ha prezzo! (mlml)
BELLISSIMO POST
RispondiEliminaGrazie a chi scrive questi post stupendi!
RispondiEliminapotete prenderli e condividerli con chi volete (magari citando la fonte) perché più siamo a leggerli e meglio è! Grazie!!!
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