Marco Mengoni live in uno scatto di Roberto Panucci www.robertopanucci.it |
Roberto Panucci.
Un nome che noi
associamo alle belle
gallerie fotografiche
che ci raccontano
i concerti di Marco Mengoni.
Lo abbiamo intervistato per provare a capire
cosa trasforma uno scatto
in una foto che parla
e abbiamo scoperto che...
Le fotografie sono, per chi scrive, lo strumento per attirare l'attenzione dei lettori. E più la foto è bella, più le parole che vi scorrono tutto attorno avranno un senso.
È ovvio che stiamo parlando di immagini belle, che sanno raccontare un'emozione, che sanno darci del soggetto fotografato un'istantanea del suo carattere, del suo modo di essere, della sua professionalità.
Oggi vogliamo farvi conoscere Roberto Panucci, le cui foto di Marco Mengoni sono ben note ai nostri lettori, e di cui ci onoriamo di ospitare, proprio in apertura del nostro blog (sotto il titolo, nella home page), uno scatto che meglio di ogni altro racconta la forza dello spettacolo che Marco ha portato in giro per l'Italia con il suo Tour Teatrale 2012.
Lo abbiamo contattato proprio per chiedergli l'autorizzazione all'uso del suo scatto e da qui è scaturita la piccola intervista che segue.
Sotto un palco, con gente che urla e spinge a pochissimi
centimetri... eppure
la sua macchina fotografica riesce a cogliere sempre "quel" dettaglio
in grado di raccontare un'emozione, spesso un'intero pezzo musicale. È la foto che arriva e bussa oppure è una danza di cui si
deve imparare
il ritmo per muovere i passi giusti?
"Spesso
per noi è una piccola sfida... abbiamo pochi pezzi a disposizione
(spesso tre ma alcune volte anche uno solo...) e in quel magico
momento in cui il buio cala e il pubblico inizia a gridare si cerca di
non pensare ad altro se non alla musica e a quello che di emozionante
ci regala... si cerca di raccontare quello che la mia posizione
privilegiata (tranne casi particolari dove purtroppo siamo molto
lontani) mi regala.... e spesso se il cantante è molto vicino a noi
ne rubiamo le emozioni, gli sguardi, le gocce di sudore, i lampi
negli occhi... e la cosa più bella che mai mi può capitare lì
sotto al palco è di farmi rapire dalla musica... Per me è una
grande unica emozione"
Nel suo book ci sono artisti di ogni stile ed età, tutti
perfettamente raccontati
in un solo click. La emoziona di più la loro musica o la
loro immagine
dentro il suo obiettivo?
"Spesso
fotografiamo musicisti, cantanti, artisti che non abbiamo mai conosciuto
(artisticamente parlando) e per me è sempre una grande sorpresa
oltre che una crescita musicale... Le immagini vengono da sole
cercando di farsi trasportare dal momento, dalla situazione. Ogni
sera è una situazione ed una emozione diversa, ma rimangono
dentro, credimi, e certe volte ci vogliono giorni prima che le
emozioni lascino il posto alle foto. Un esempio per tutti: il
concerto per L'Aquila del Teatro degli Orrori e degli Afterhours. Una giornata indimenticabile,vissuta accanto agli artisti e a tutte
le persone venute dal primo mattino, tra una citta martoriata e
chiusa in una immensa gabbia da una parte, purtroppo morta e
silenziosa, ma dall'altra viva e urlante delle migliaia di ragazzi
che non si sono arresi e son venuti a ribadirlo ancora una volta! Per giorni ho riguardato le foto della zona rossa, del dolore, dei
sogni spezzati, della musica e dei ragazzi urlanti e felici... e i
brividi non andavano via. Devo dire anche grazie agli artisti e a
tutti coloro che hanno fatto sì che tutto ciò si avverasse. Una
giornata così la poteva creare solo la musica!".
Le sarà certamente capitato di fotografare un suo idolo musicale. Cosa
ha provato
nel doverlo raccontare agli altri con una sua foto?
"Spesso capita di trovarmi di fronte a chi stimo e ammiro,
musicalmente e umanamente. In quel momento prevale un po' di
timidezza... mi chiudo in silenzio e mi sento fortunato per quello
che faccio".
Ha una predilezione tra il bianco&nero e il colore?
"Amo il bianco e nero, anche perché fotografando da più di
trent'anni ho passato giorni e notti in camera oscura. Fu proprio
questa magia a rapirmi e a far sì che seguissi scuole professionali
di fotografia e arti grafiche a Roma. Purtroppo adesso si
lavora per il 95% in digitale e fin troppo spesso i ragazzi che si
avvicinano alla fotografia non sanno cosa si perdono come emozione e
crescita professionale se lavorassero anche solo per poco in
analogico. Anzi, molti - non avendo questa esperienza - non hanno una
visione del bianco e nero che io descrivo emozionale... e
purtroppo si vede. Poi, e
mi spiace dirlo, le agenzie,i giornali, le riviste poche volte
vogliono il bianco e nero: al 90% prediligono il colore e noi ci
dobbiamo adattare (spesso facendo miracoli)".
Siamo su un blog dedicato a Marco Mengoni, protagonista di molte
sue bellissime
foto. Come definirebbe questo "soggetto fotografico"?
"Dico la verità, la prima volta che l'ho fotografato è stato al
Palalottomatica (fine novembre 2011) ed ero molto diffidente perchè lo conoscevo poco, e specialmente per il fatto che fosse uscito fuori da
un talent show. Invece la cosa che colpì tutti noi fotografi fu
che rimanemmo molto convinti e stupiti dalla sua professionalità e
dalle qualità canore, vocali e di palco, cosa poi riconfermata
nelle altre due volte che ho avuto il piacere di (ri)fotografarlo, ad
Assisi e a Roma per la recentissima tournée teatrale".
Qual è la difficoltà più grande che hai avuto nel fotografarlo? E
la soddisfazione
più inaspettata?
"Nel concerto di novembre poche: era un impianto molto
bello, luminoso, spettacolare...da grandi palazzetti insomma. Invece
nella tournée teatrale la situazione era un po' più intima (ovviamente parlo solo dei primi tre pezzi a me concessi) e perciò
le luci erano più fioche e lui - specialmente ad Assisi - era un po'
distante dalla mia posizione. Mettici anche che ad Assisi Marco
aveva una forte febbre e si vedeva che faceva fatica a fare il suo
spettacolo abituale... e invece ci ha stupito! A Roma - anche
per via delle riprese televisive- le luci erano leggermente più
forti, ma sempre intime, e la soddisfazione più
bella è stata aver rapito una sua bellissima espressione proprio
durante un lampo di luce... e lì c'è tutto Marco!".
Dovessi raccontarti tu con una foto, dove la scatteresti?
"Bella
domanda, anche perché non sembra ma son molto timido e chiuso...
sinceramente io mi vedrei su una spiaggia, lunga e deserta, a
camminare lungo la riva... ovviamente un bel bianco e nero e il mare
molto mosso... ".
Roberto Panucci |
Roberto Panucci nasce a Roma il 10 Ottobre 1965 e dal 2002 vive a
Ciampino.
A 13 anni in terza media impara, grazie al suo
insegnante di tecnica, a stampare in bianco e nero in camera oscura.
Innamorandosi della fotografia decide di proseguire
gli studi nel campo della stessa presso l’IPSIA Panfilo Castaldi di
Roma, dove si specializza in Fotoriproduzione e poi si diploma in
Arti Grafiche. Inizia sin da subito a lavorare presso vari studi
fotografici, per poi approdare nel campo pubblicitario presso la Art
Service di Roma dove si occupa di campagne pubblicitarie di rilevanza
nazionale.
Da anni opera nel mondo della Fotografia Musicale,
Concerti, Reportage , Cd e altro.
Fotografo Ufficiale di OnStage Magazine,
collaboratore di Rolling Stone Magazine (web) e fotografo Ufficiale
presso la Tosky Records, ha pubblicato su: Rolling Stone Magazine, On
Stage, OnStage Live Book 2011, Radio Deejay, Repubblica Web,
Repubblica, Messaggero, TrovaRoma, Jazz.Pt (Portogallo), Rumore,
Mucchio, Blow Up, Corriere dello Sport, Corriere della Sera, Leggo,
Metromorfosi, Ulisse Alitalia, Ville e Casali, Musica Jazz, All About
Jazz, Marte Magazine, Terra, Albayan (Dubai), L’Isola, Roma
Creativa 2011, E’Lifestyle, Martini Group, Universal Music, Rock
Action, Rock Island, 06 Live, RomaLivEventi, Jazz Italia ed altri
Infinita la lista dei premi vinti, che potete leggere sul suo sito www.robertopanucci.it cui si è recentemente aggiunto il
primo premio per la fotografia di scena e il primo premio per la foto della miglior locandina assegnati dalla
Federaziona Italiana Teatro Amatoriale per lo spettacolo "Tango"
di Salvatore Margiotta.
Disclaimer: le foto a corredo dell'articolo sono di proprietà di Roberto Panucci.
Grazie per questo prezioso articolo. L'ho letto con attenzione e mi colpisce l'approccio rispettoso ed umano che Roberto esprime nel considerare il proprio lavoro artistico. Ne farò tesoro.
RispondiEliminaComplimenti per le bellissime foto.
Grazie Germano....
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