Da un recentissimo video postato sulla sua bacehca ufficiale su FB, abbiamo fatto la conoscenza dell'ultima arrivata in casa Mengoni, una tastiera elettronica - la piccoletta - giunta a dare compagnia al pianoforte, già compagno di viaggio
del Nostro.
Quando abbiamo visto
il sorriso smagliante di Marco mentre tirava fuori accordi e suoni
nella scenografia domestica e quotidiana della sua camera, abbiamo
ripensato a un articolo che abbiamo letto agli inizi di giugno. Un
articolo – originariamente pubblicato sul New Yorker - lungo ben 8
pagine pubblicato sul bel settimanale di informazione Internazionale.
Leggendolo abbiamo
trovato un po' di risposte a qualche nostra domanda come “perché tutte le hit internazionali si somigliano in modo scandaloso?” e
soprattutto “perché molti tra i nostri grandi network radiofonici
sembrano preferire queste hit in modo quasi esclusivo?
Mettetevi comodi, ché
nonostante il durissimo lavoro di sintesi, c'è tanto da leggere...
“ GREATEST HITS
Dietro i successi di
cantanti come Rihanna e Kate Perry c'è il lavoro di una schiera di
musicisti che scrivono, producono, arrangiano. E che spesso sognano
di salire sul palco e diventare star.
In un mattino di gennaio
non troppo freddo, Ester Dean, autrice di canzoni e vocalist, arriva
agli studi Roc the Mic di Manhattan, dove passerà cinque giorni a
scrivere canzoni. (…) Qui ci sono ad attenderla Tor Hermansen e
Mikkel Eriksen, la coppia di autori-produttori norvegesi nota come
Stargate.
Dean si è portata il
caffè nella cabina di registrazione. (…) Tira fuori il BlackBerry
e, quando parte la base, scorre alcune liste di frasi prese da
riviste e programmi televisivi. Me ne ha mostrate alcune: life in
the fast lane, crying shame, high and mighty, mirrors don't lie,
don't let them see you cry (andare come un treno, davvero un
peccato, tutto tronfio, lo specchio non mente, non far vedere che
piangi). Alcune frasi sono suddivise in categorie che hano titoli
come: Sex and the city, Esclamazioni, Slang
britannico.
I primi suoni che Ester
Dean emette non significano nulla - na-na-nai e ba-ba-ba (…). Poi
passa a parole slegate prese dalle sue liste (…). La voce che
sentiamo in regia è corretta con Auto-Tune, in modo che Dean possa
concentrarsi sull'espressività, senza preoccuparsi di azzeccare le
note. (…) “Visto? Io mi piazzo lì dentro e comincio a urlare. E
loro sistemano tutto”, dice uscendo dalla cabina con l'aria
euforica, quasi raggiante.
Gli Stargate cominciano a
dare ai gemiti di Dean la forma di una canzone tradizionale. Eriksen
manovra “la scatola” - il computer – usando Pro-Tools (…).
Sullo schermo appaiono vari rettangolini colorati che rappresentano
altrettanti pezzetti di voce di Dean (…). Nel giro di 20 minuti le
parole ritmate di Dean sono organizzate in un'intro, una strofa, un
pre-ritornello, un ritornello e un outro (coda). Manca solo il
bridge. Di solito ai bridge è riservato l'ultimo
giorno di lavoro. (…) Lei rientra in cabina e aggiunge qualche
altra parola (…). In meno di due ore hanno completato un demo.
I ganci
La maggior parte delle
canzoni trasmesse dalle radio di grandi successi, le cosiddette top
forty, sono frutto della collaborazione tra produttori come gli
Stargate e autori di top line come Dean. (…) I topliner,
come suggerisce il termine, creano gli elementi delle canzoni più in
evidenza: le linee melodiche, i testi e gli importantissimi hook,
cioé i ganci, le frasi musicali orecchiabili che ti inchiodano alla
canzone. “Ormai un gancio solo non basta più”, mi ha detto di
recente Jay Brown, presidente della etichetta discografica Roc Nation
e manager di Ester Dean. “Ce ne devono essere uno nell'intro, uno
prima del ritornello, uno nel ritornello e uno nel bridge, la parte
che lancia il ritonello”. Il motivo, mi ha spiegato, è che quando
la gente sente una canzone alla radio ci mette in media sette secondi
per decidere se cambiare canale. Bisogna agganciarla subito”. (…)
![]() |
Rihanna in concerto - foto tratta da |
Oggi dietro una fetta
sproporzionatamente ampia di hit musicali c'è un gruppo
relativamente ristretto di produttori e topliner. Forse è per questo
che tante canzoni di successo si somigliano. (…)
Heavy Rotation
Le radio top forty furono
inventate all'inizio degli anni Cinquanta da Todd Storz e Bill
Stewart (…). Come la maggior parte dei programmatori musicali
dell'epoca, Storz e Stewart cercavano di soddisfare i gusti di tutto
il pubblico. “A quei tempi”, spiega Mark Fisher nel suo libro del
2007 Something in the air, “la regola era che una canzone
non andava mai ripetuta a meno di ventiquatt'ore dalla sua ultima
messa in onda”. (…) I due programmatori ebbero l'intuizione cui
si deve la nascita delle top forty in un risporante (…). I due
notarono un dettaglio che li incuriosì: nonostante ascoltassero per
tutto il giorno la stessa manciata di canzoni scelte dai clienti nel
jukebox, le cameriere, quando il locale si svuotata e lo staff aveva
il jukebox tutto per sé, rimettevano esattamente gli stessi brani.
(…) Tornarono alla radio, e cominciarono a passarli in rotazione.
Gli ascolti decollarono. (Il formato) ebbe successo per tutti gli
anni Sessanta, ma nel decennio successivo cominciò a doversela
vedere con la crescente popolarità delle radio fm e con l'ascesa
degli album rock. La musica rock (…) era meno adatta ad un formato
così palesemente commerciale. (…) Negli ultimi 10 anni, tuttavia,
la musica top forty è tornata di gran moda (…). Paradossalmente,
nell'epoca in cui internet ha reso disponibile una varietà di generi
musicali senza precedenti, il pubblico è sempre più affamato di hit
(…).
Cosa è successo? Com'è possibile che il rock mainstream, da cui un tempo arrivavano i ganci più orecchiabili della musica popolare, sia diventato poco fantasioso e prevedibile, mentre il pop, che è da sempre l'essenza dell'artificio, sia oggi più creativo, sperimentale e vivo? Mentre il rock ruota intorno alla musica di persone che suonano insieme (…) con strumenti veri, la musica da top forty di oggi è quasi sempre il prodotto di macchine: paesaggi sonori fatti di ritmi, loop e sintetizzatori, in cui tutti i suoni sono spigolosi e patinati, le stonature delle voci sono corrette con il software Auto-Tune e gli errori non esistono. (…) Le persone che creano canzoni si trovano spesso in posti diversi. Gli artisti, che trascorrono la maggior parte dell'anno in tournée, non hanno il tempo di entrare in studio. Di solito registrano il nuovo materiale tra un concerto e l'altro, in studi mobili e camere d'albergo, lavorando sui demo che i produttori e i topliner hanno creato per loro, usati come una sorta di stancil da riempire con la voce. ”
(Tutto l'articolo, all'interno del quale c'è da leggere molto altro, potete acqusitarlo su http://www.internazionale.it/sommario/952/ )
No, nessuna condanna. Il
lavoro di Ester Dean è un lavoro creativo, così come lo è quello
degli Stargate. Una creatività “tecnologicamente avanzata” magari, ma comunque opera dell'ingegno, dell'ispirazione e di un
orecchio particolarmente sensibile.
Noi, romanticamente, continuiamo a
fare il tifo per la “piccoletta” e per la sensibilità di chi la
suona: magari non ci saranno ganci né liste da sfogliare, e di certo
non ci saranno radio top forty interessate... ma quando quella
sensibilità si esprime, il brivido che ci corre lungo la schiena non
somiglia a nessun altro al mondo, e ci fa stare bene, molto ma molto
di più delle hit di Lady Gaga, Rihanna, Kate Perry, Christina
Aguilera, Mary J. Blige, Britney Spears, Shakira, Beyoncé...
Marco Mengoni in concerto a Genova
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