Uno spettro si aggira per la Riviera
dei Fiori : la Canzone Italiana
data per morta anche troppe volte, che però continua a rivelarsi
ed a rispecchiare nel bene e nel male la spirito del nostro Paese
data per morta anche troppe volte, che però continua a rivelarsi
ed a rispecchiare nel bene e nel male la spirito del nostro Paese
Marco Mengoni in una foto pubblicata sulla bacheca facebook di Fiorella Mariucci |
Quest'anno la direzione artistica impersonata da Fabio Fazio ha deciso di puntare tutto su di lei, scrollandole di dosso quell'appendice vagamente denigratoria di “sanremese” e riportandola alla sua dignità di Canzone tout court, brano musicale che pur nella sua brevità riesce a creare un mondo di emozioni.
Per questo ha affidato la direzione musicale a
Mauro Pagani, eccellente musicista, compositore, arrangiatore e
produttore, anima del più genuino gruppo rock italiano – la
mitica P.F.M. - ed ideatore di quel miracolo culturale che fu la
collaborazione tra il gruppo stesso e Fabrizio De André.
Se
l'intento è quello di sanare la frattura tra il Paese e la sua
Canzone, la ricetta adottata è quella della contemporaneità,
cioè di far esprimere all'interno del Festival quegli artisti che
maggiormente sono in sintonia con la nostra realtà e lo spirito che
la rappresenta.
Alla domanda (già un po' “antica”) se la
presenza di giovani artisti emersi grazie ai talent show costituisca
il rischio di una perdita d'identità da parte della manifestazione,
il Maestro Pagani risponde: Non basta uscire da uno di questi
programmi per farsi strada. Chi non ha stoffa, dopo sei mesi di
concerti finisce la carriera. E sulla qualità dei brani aggiunge: A Sanremo abbiamo Gianna Nannini, che insieme a Pacifico ha
scritto un brano per Marco Mengoni, ed altri autori come Giuliano
Sangiorgi dei Negramaro, Francesco Bianconi dei Baustelle, Avion
Travel, Enzo Gragnaniello: talenti che distribuiscono talento.
La
decisione di far portare a ciascun big due pezzi va nella stessa
direzione: non più l'esasperazione di un “tutto o niente” nei
tre minuti e spiccioli di un brano, ma la possibilità di mostrare le
proprie capacità dal vivo in più sfaccettature, da artisti e non
solo figuranti del gossip o vetuste cariatidi dal passato
glorioso.
Certo, gli autori devono credere nei loro interpreti,
non bastano nomi eccellenti a creare una magia, e su questo la
rocker senese fa scuola: Mengoni canta da dio, dice senza mezzi
termini.
La prospettiva è invitante e la Canzone Italiana, da
indistinto fantasma, può tornare a trasformarsi in concreta presenza
che ci accompagnerà per il tempo a venire. (mlml)
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