ISTANTANEE DAL 2011.1
Che anno il 2011! Un anno di attese, senza il tour estivo, con gli echi dei giochi pirotecnici del 2010 ancora nelle orecchie e con il nuovo album, il primo vero disco di Marco Mengoni, in evoluzione. Poi, da ottobre, tutto ricomincia...
Tra le istantanee ufficiali, qui vi riproponiamo la videochat con Vincenzo Mollica e un articolo apparso su TV Sorrisi & Canzoni
Un anno di attese, dicevamo. Che da quest'altra parte del palcoscenico è stato vissuto intensamente quanto il 2010. Farsi compagnia, quando bisogna aspettare, è più che piacevole, e lo è ancor di più quando ci si ritrova con chi ha la stessa passione. Così, le collezioni - foto, video, interviste - si arricchiscono, le amicizie si stringono, l'affetto e la stima per il giovane artista aumentano.
"...io credo in me, non è che non credo in
me... anche perché c'è una buona dose di egocentrismo puro in me.
Ma non vedo mai le cose perfette, quindi non sono mai soddisfatto...
però credo in me, assolutamente sì".
...15 dicembre 2011, Palapartenope, Napoli. Un concerto speciale... per tanti versi. Marco guarda verso di me, un momento che sento particolarmente intimo, proprio come è stato per me tutto il
live. Si chiudeva la prima parte del tour, e di lì a poco sarebbe
cominciato un nuovo percorso, sopratutto per Marco. Quella sera con me,
oltre alle amiche, c'era anche mio papà che mi aveva chiesto di
acquastare un biglietto anche per lui visto che era curioso ed in
parte già estimatore, vista la mia grande passione. Quella sera ho
visto negli occhi di un uomo 'non fan' la stessa luce di
meraviglia che avevo io. Uscendo dal live, mio padre ripeteva di
aver assistito a qualcosa di incredibile, e che Marco sul palco gli
era sembrato qualcosa di alieno tanta era la sua bravura a riempire
il palco con la voce e con il corpo. Ricordo che per i giorni
seguenti mio padre spesso tornava spontaneamente sull'argomento,
annuendo come a dire 'impossibile sia così bravo'. Mesi
dopo affronterò con tutta la mia famiglia una trasferta a Roma, al
Gran Teatro... ed anche lì nemmeno a dirlo fu una strage di cuori!
:) Quella sera ho capito che non son io
a 'esagerare' il valore di Marco, bensì è Marco riesce
ad incantare tutti quelli che lo ascoltano col cuore.
''Non
sono un musicista, ma ho studiato un minimo di piano,
di chitarra, di
canto per cui ho l'istinto di stare in studio
a creare pezzi, a
scegliere gli accordi, che magari saranno anche
sbagliati, ma la
musica fortunatamente
non è matematica''. (tratto da Onstage web
ottobre 2011)
"Lui non canta. Lui è musica fatta persona" (una fan)
26 novembre. Ovviamente. La sua
concertazione nonostante il buco nei pantaloni, e poi le mille
risate... Impossibile da dimenticare!
Mengoni non riusciamo mai a inquadrarlo in un’istantanea precisa e
questo fa di lui un artista da cui continueremo ad aspettarci sempre
qualcosa di più, di evoluto, di nuovo finalmente. Provoca e genera
curiosità in un mondo musicale fin troppo scontato. La sensazione di
bilico lo stimola. In realtà, da quel precipizio in fondo non si è
ancora gettato. Cammina sul bordo, mentre l’Italia sta a guardare.
L'equilibrista
Hai
tantissimi fan. È vero che molti di loro ti seguono
dappertutto?
«Ormai
li riconosco, dei più assidui so anche i nomi. Sono forti,
organizzati come un esercito, sanno anche fare le coreografie, basta
guardare i flash mob di quest’estate. Metà del lavoro lo fanno
loro.
Se all’accordo Mi maggiore togli Mi e Sol, l’accordo non
suona.
Rendo l’idea? Insieme suoniamo alla perfezione».
(risposta alla
domanda di un giornalista della "Stampa" che gli chiede come si
immagina tra 10 anni)
“Non ne ho idea. Quasi certamente non farò
più questo lavoro. No, forse ho esagerato, non lo so; sono molto
confuso. Però le posso dire cosa farò fra 150 anni. Sarò in
paradiso, se c’è, a duettare con Jimi Hendrix”.
...il momento più bello del 2011 è ovviamente
il mio primo concerto di Marco al Filaforum di Assago. Brividi in
ogni dove, a partire dai capelli. Quando l'ho visto uscire sul palco ho sentito il cuore trasformarsi in patè , non potevo più
staccargli gli occhi di dosso... poi, ad un tratto, li ho chiusi e sono
proprio partita per l'Iperuranio. Non mi sono mai sentita
così per un Artista, e questo ha dato la risposta alle domande che mi
ponevo da un po' di tempo... non c'è età per amare l'Arte in
qualsiasi sua forma, e chi come Marco ne è l'espressione più
completa. Quindi, per citare le frasi di una meravigliosa canzone, Ovunque sei, dove sarai, mi troverai vicino a te, e non credo che
questo stato di cose potrà cambiare... non lo vorrei per nessuna
ragione al mondo.
"Sai, Marco, la cosa che mi
fa ridere? è che io non ti avevo mai incontrato, non avevo
ascoltato molte cose tue... sì, così, vagamente. Poi quest'estate,
andando alle Tremiti in una discoteca, sentii una canzone e mi colpì
moltissimo. Mi colpì moltissimo il cantante e mi informai e mi
dissero 'Marco Mengoni'. Marco Mengoni?! E allora mi venne l`idea di
dire che se c'è uno che può cantare con me questa canzone, che forse
è la più bella che ho mai scritto, è lui. Allora ti ho cercato e
l'abbiamo cantata insieme. Io posso dire dopo tanti anni che faccio,
che canto, che scrivo e che faccio anche tante cose, capisco subito
dall'emissione della qualità del canto che tipo di essere umano è,
cioè è difficile che uno che canta così bene sia un traditore, e
quindi evidentemente credo che tu sia anche una persona rilevante dal
punto di vista dell'umanità, non solo della voce. E a quelli che ti
stanno vedendo adesso, a tutti quelli che ti ascoltano dopo lo dico e
lo stradico: Mengoni è bravissimo, bravo!" (Lucio Dalla)
Il mio primo suo concerto, il mio primo incontro con le amiche di facebook, e la prima volta che ero in viaggio verso lui ... è stato davvero pazzesco! Quando fece cantare il publico fu davvero emozionante. Allargò le braccia e fissò a tutti: era come se riuscisse a guardare ognuno di quelle 8000 persone! Incredibile!!!!! I suoi occhi parlavano da soli!
"Bè, la solitudine
credo che sia una delle esperienze di vita che uno passa,
e quindi
descrivo la solitudine nei vari stati, cioè nel senso non
solamente depressivo ma anche in quello più divertente, quello più di
ricerca...
io mi isolo moltissimo in solitudine, e ricerco me,
e
quindi guardo me allo specchio e quindi nella solitudine mi critico e
mi giudico"
Per me il 2011 è
la canzone Solo (vuelta al ruedo). Non scorderò mai l'attesa di
sentire
per la prima volta la canzone per intero, tutto il fanclub
riunito in pagina ufficiale
con il clima euforico delle grandi
occasioni, l'attesa, l'ascolto, lo stupore, i primi
commenti a caldo.
Poi, l'attesa che arrivasse il singolo su iTunes, circa un'ora
dopo, al grido c'è! eccola!!! e poi, al buio, in silenzio nel
mio letto, fare
le tre di notte a riascoltarla e riascoltarla, per
cogliere ogni volta il particolare
in più, e lo stupore nel capire
che quell'assolo di chitarra altro non era che la sua
voce magica. Questa canzone rimarrà sempre nella mia vita, come una delle più attese
e delle più belle mai ascoltate.
Noi in piedi per lui, lui in ginocchio per noi
"Assago mi mancava, è un bel traguardo. Non mi
aspettavo tutta quella gente. Sono arrivato il giorno prima e non ho
voluto vedere il Mediolanum, neanche vuoto. La sera del concerto il
mio team mi ha detto 'non te preoccupà, anche se vedi dei grandi
buchi magari non ci sono tante persone ma sono quelli giusti'. Sono
uscito ed era tutto strapieno. Mi sono inginocchiato per l'emozione,
non riuscivo a crederci".
"Quella era la concretizzazione di tutti i miei e i suoi sogni e aspettative
per quell'album, l'apoteosi di un lavoro che lo stava portando altrove, ma
che nel frattempo era già maturato, e stava cambiando ancor prima
di cominciare. Quella notte, anche se lontana dal palco, ho provato uno strano
legame, una strana magia... il momento in cui si blocca, e ci ama con gli occhi...
ci assorbe nei ricordi attraverso lo sguardo, come fossimo l'opera d'arte più
bella del mondo. E la sua inarrestabile commozione, mista al senso di soddisfazione
e di rivalsa che credo in quel momento abbia provato nel vederci in migliaia lì
ancora e solo per lui... Le sue lacrime le ho scoperte dopo, ma la sua voce così
struggente e intensa ed i suoi salti sul palco parlavano più di mille filmati.
In quei minuti il mio cuore batteva così forte che ha rischiato di fermarsi,
e le gambe mi tremavano davvero per tutto quello che avevo ascoltato e visto.
Non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto questo 'sconvolgimento' dell'anima".
Tanto il resto cambia
La tua voce vale
quanto un'orchestra intera. (Vincenzo Mollica)
(5.Continua)
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