Bè,
è bastato cambiare prospettiva, e il sogno comunque lo abbiamo
avuto.
Anzi, forse un po' di più, ché sogno non è stato, ma una bellissima realtà
che ci ha riempito il cuore di emozione.
Anzi, forse un po' di più, ché sogno non è stato, ma una bellissima realtà
che ci ha riempito il cuore di emozione.
Marco Mengoni, oltre ad avere avuto l'onore di assistere alla preparazione di uno show straordinario in quanto a scenografia, musica, impatto visivo e sonoro etc. etc., ha avuto un posto lì dove gli viene riconosciuto per diritto “conquistato”: tra coloro che hanno fatto le “rivoluzioni” nella musica, tra coloro che hanno fatto dello spettacolo un'arte, per di più popolare.
Insomma,
come se fosse stato invitato a una specialissima lectio megistralis,
dove c'è solo da tacere e ascoltare, guardare e imparare. E non si
finisce mai di farlo...
Da sinistra: le braccia di Marco Menogni; Marta Donà, e Giulio
Rapetti, in arte Mogol |
Sì,
Marco ieri sera stava seduto a un passo da Giulio Rapetti, un signore
che ha iniziato la sua carriera di autore scrivendo le parole di “Una
lacrima sul viso” per poi aprire una nuova strada con “29
settembre” (scritta nel 1965, portata al successo nel 1967
dall'Equipe 84, quando in Italia Jummy Fontana cantava “Il
Mondo”... decisamente ben altro stile!) e poi giù, tutti i
capolavori firmati Mogol/Battisti. Tra le più
recenti, è suo il testo di "L'Emozione non ha voce", hit di Celentano.
Ancora,
Gigi D'Alessio, che ha sdoganato la musica melodica partenopea
(l'ultima rivoluzione musicale avvenuta in questo Belpaese); Eros
Ramazzotti, che ha portato con coraggio prima la vita della
periferia in un Sanremo tutto frizzi e svolazzi, e poi gli echi blues
nella melodica italiana; Al Bano, la “voce” degli anni Sessanta,
in grado di gareggiare – e vincere in qualche occasione – con il
grandissimo Claudio Villa; e Ivano Fossati, l'artista che mai ha
derogato dal ruolo di poeta: dopo “Jesael”, il suo repertorio si
potrebbe inserire tranquillamente in una antologia di letteratura.
Marco Mengoni al suo arrivo in platea per assistere al concerto di Adriano Celentano |
Marco stava lì. E quando si sta in mezzo a tali monumenti,
la musica, la poesia, l'arte si respirano anche se si parla del
tempo. Stava lì, guardando una scenografia superfantastica (il bar
d'antan è stato il dettaglio perfetto per rendere tutto una festa e
non una fredda celebrazione, così come il portone in perfetto Herry
Potter style a chiudere dentro la magia di un evento), stava lì ad
ascoltare l'orchestra diretta da quel folletto di Fio Zanotti...
musica allo stato fantasy, quando tutto è semplice, tutto è
possibile.
Sì. È stata una magnifica serata. Chi c'era assicura che è stato un concerto bellissimo, con il pubblico a cantare tutte le canzoni, con il protagonista sempre al centro, a prendere e a dare emozioni in uno scambio continuo e senza interruzioni come solo i grandi sanno fare (sì, questo Mengoni lo fa fin dal suo primo concerto... dote innata solo in chi ha l'arte nel dna), e tanto di settore vip che di vip non ha avuto che il posto a sedere, tanto forte e spontanea è stata la partecipazione di tutti i suoi ospiti.
Sì. È stata una magnifica serata. Chi c'era assicura che è stato un concerto bellissimo, con il pubblico a cantare tutte le canzoni, con il protagonista sempre al centro, a prendere e a dare emozioni in uno scambio continuo e senza interruzioni come solo i grandi sanno fare (sì, questo Mengoni lo fa fin dal suo primo concerto... dote innata solo in chi ha l'arte nel dna), e tanto di settore vip che di vip non ha avuto che il posto a sedere, tanto forte e spontanea è stata la partecipazione di tutti i suoi ospiti.
Una
magnifica serata certamente anche per il Nostro. Ora noi torniamo ad
aspettare, lui a lavorare su note e parole. Sperando che ci sia
presto qualche altra “magnifica serata” cui partecipare. Da
protagonisti.
Stay tuned!
Stay tuned!
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